Zibba presenta “Le Cose” e si racconta alla Feltrinelli di Genova

Di il 16 Marzo 2018

“Genova? Un patrimonio devastante”

 

GENOVA – “L’ho intitolato così perché mi sono reso conto che la parola ‘cosa’ è quella che uso più frequentemente.” Ci scherza su, ma è sincero.

Zibba, cantautore varazzino, ha da poco lanciato il suo ottavo album intitolato “Le Cose”, un disco nostalgico e riflessivo che racconta l’amore nelle sue diverse e personali sfaccettature.

L’artista, semplice, sincero e diretto, racconta aneddoti, storie e pensieri come un flusso di coscienza, legati al disco e alla sua creazione, permettendo al pubblico di goderne a pieno ogni singolo dettaglio.

 

Gli episodi parlano principalmente della sua vita privata, che lascia andare con leggerezza: “Mia moglie mi chiede spesso ‘ma questa canzone parla di me?’ e io – come al solito – le rispondo ‘anche!’. Certe parole e certe situazioni raccontate appartengono ad alcune persone ma non sono mai del tutto loro.

E poi ci confessa “I miei obiettivi per il futuro? Trovare nuovi talenti da produrre ed essere il papà migliore che posso.”

 

Ed è l’amore il concetto su cui ruota attorno l’intero disco: l’amore personale, quello che si può trovare nel rapporto di coppia o tra amici, ma anche quello distaccato, come spiega raccontandoci le dietrologie dell’espressione “staccarsi tanto dalle cose finché diventano panorama”, ritrovata all’interno della canzone “Panorama” cantata insieme a Chantal.

L’amore anche come sentimento che logora e rende tristi, come quello per chi non c’è più, per chi – come racconta – “ha deciso di prendere un’altra strada diversa dalla vita” e che lascia un vuoto incolmabile nell’anima.

 

Un album, dunque, che sa spiegare, attraverso il personale dell’autore, le diverse facce di un sentimento che accomuna tutti e che, come sottolinea, “non possiamo fare a meno di provare”. Per Zibba “le persone non possono sfuggire all’amore, è il nostro destino ed è il motivo per cui esistiamo.”

 

Ascoltare “Le Cose” significa, inoltre, perdere un po’ di vista lo stile folk a cui tutti noi riconduciamo l’artista; significa aprire nuove porte e trovare stanze piene di suoni nuovi e nuovi accostamenti totalmente riusciti. E le collaborazioni, infatti, vantano nomi davvero importanti, come Elodie, Erica Mou, Chantal, David Blank, Alex Britti, Marco Masini e Diego Esposito.

“Ho messo da parte tutto e ho pensato a divertirmi. – si legge nella descrizione del disco presente sul suo sito Internet – Cercando di capire al meglio le sfumature, la mia voce stessa e il suo ruolo nelle cose che scrivo e scriverò. Fare l’autore e soprattutto produrre per altri mi ha ispirato a lavorare liberamente anche sulle mie canzoni, sul mio disco. La musica vive un momento bellissimo e sono felice di fare musica oggi, di produrre musica oggi, di credere in quello che si sta costruendo, e di aver condiviso questo disco con persone che stimo profondamente.”

 

Non manca, infine, la sua riflessione su Genova, che definisce “un patrimonio devastante” nonché “una delle città più importanti d’Italia”. “Nonostante ciò, non ci vengo spesso a causa del parcheggio; lo definirei più un mio problema nei confronti della città che non il contrario” confessa ridendo. “E il pesto, beh, poco importa se firmerò o meno la petizione per farlo diventare Patrimonio Unesco, l’importante è che continui ad esistere così com’è, perché non potrei vivere senza.”

 

 

Su Redazione

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