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VI RACCONTO LA MIA VITA A RITMO DI PUNK ROCK
Marky Ramone, storico batterista dei Ramones, questa sera in concerto a Villa Bombrini, si confessa in esclusiva a GOA Magazine in un’intervista in cui ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera artistica
GENOVA – <<Non ci sono e non ci saranno mai altri Ramones nell’universo musicale mondiale.>> Marky Ramone, 61 anni, storico batterista dei Ramones, sintetizza con un breve lapidario commento la fine di un’epoca che ha appassionato fan in tutto il mondo dagli Settanta fino ai nostri giorni ed unito intere generazioni legate da un unico filo conduttore: il punk rock internazionale.
Arrivato a Genova in occasione del concerto in programma questa sera a Villa Bombrini, organizzato dal circolo Arci di Genova Quaalude in collaborazione con la Società per Cornigliano Spa, incontriamo l’ultimo superstite ancora in vita della formazione storica dei Ramones all’Ernyaldisco di via Galata di Marco Massari e Carmen Attruia. Dove firma autografi, viene idealmente travolto dall’abbraccio affettuoso di un centinaio di genovesi e posa per una foto ricordo prima di raccontarci un po’ della sua vita. Dagli albori della sua carriera musicale alle fonti che ne hanno ispirato l’ascesa, al rapporto con gli altri membri del gruppo Tommy, Dee Dee, Joey e Johnny, fino ad arrivare alla sua passione per la cucina con particolare riferimento a quella italiana. <<Perché la cucina è un po’ come la musica: ci vuole passione, amore e metodo.>>
Quando e come è nata la tua passione per la musica?
Io sono nato a Brooklyn e all’epoca c’erano molti gruppi emergenti. All’età di dodici anni incominciai ad appassionarmi a qualunque genere musicale in ascesa. Poi, a sedici anni, cominciai a frequentare New York e lì c’erano già musicisti come gli stessi Ramones, Richard Hell, Blondie, Johnny Thunders, Jerry Nolan, Wayne County. Entrai nel gruppo di Richard Hell e poi nel ’78 nei Ramones, quando avevo 22 anni. Posso dire di essere cresciuto a New York, amando la musica. Ma se ti devo dire il primo gruppo al quale mi legai particolarmente furono i The Beatles.
A proposito di The Beatles. In una recente intervista hai dichiarato che proprio i Ramones si erano ispirati ai Fab Four.
E’ assolutamente vero. La loro ascesa influenzò molto il nostro modo di fare musica. Così come fu esempio per molte band rock che a quel tempo frequentavano il Cbgb (rock club situato nel Lower East Side di Manhattan, trampolino di lancio per molte band del rock degli anni Settanta ed Ottanta, n.d.r.). Anche se noi avevamo il nostro genere e andavamo avanti per la nostra strada.
Quali gruppi attuali credi abbiano raccolto l’eredità dei Ramones?
Ovviamente non ci saranno mai altri Ramones, ma per fortuna ci sono molte band piene di energia, a cominciare da Green Day. Poi, ci sono molti altri gruppi che sono stati influenzati dai Ramones ma che hanno sviluppato un loro stile peculiare.
Quindi il sogno per molti giovani di vedere emergere altri Ramones sarà infranto?
Non ci potranno mai essere altri Ramones. Ma vedi anche per una questione di stile, sonorità, epoca. Io Joey, Jhonny, Dee Dee e Tommy abbiamo rappresentato un pezzo del punk rock internazionale ma ci saranno gruppi che avranno successo in altre epoche ma con uno stile e un modo diverso di fare musica.
A quei tempi avevi la sensazione che i Sex Pistols avessero “rubato” qualcosa a voi americani?
In un certo senso sì: ereditarono il look di Richard Hell e si ispirarono ai Ramones. In particolare, Sid Vicious era nostro grande fan e stava sempre attento a quello che facevamo. Ma in fondo tutto ciò per me non è importante, la cosa importante è che si faccia buona musica. Come noi avevamo emulato nel modo di vestire i The Beatles, soprattutto nei primi anni della carriera.
Prima di approdare nei Ramones nel 1978 entrasti proprio nella band di Richard Hell, i Voidoids, e partecipasti al famoso album Blank Generation.
Ricordo che a quei tempi New York era davvero in rovina. C’erano gli scioperi e gli scontri con la polizia. Il clima non era dei migliori ma certi avvenimenti furono forse fonte di ispirazione per scrivere testi e comporre brani. Se ci sono differenze tra i Ramones ed I Voidoids? I Voidoids erano più avanzati musicalmente, i Ramones erano più semplici e più veloci.
Ora sei sbarcato a Genova, tappa del tour che ti sta portando in giro per l’Europa. Ti piace la città?
Moltissimo, soprattutto il cibo italiano. E se ti devo dire apprezzo molto anche il pesto genovese, quello tradizionale. E poi sai coltivo proprio la passione per la cucina, il modo di tagliare le verdure, preparare i piatti. Ci vuole metodo, passione ed amore, proprio come nella musica.
A proposito di cucina, ho letto che hai fondato un’azienda che produce salsa di pomodoro.
Si chiama Marky Ramone, esattamente così. Business? No, il ricavato va in beneficenza: per sovvenzionare nuove band, così si comprano gli strumenti.
Guarda la galleria fotografica di Emilio Scappini:
Su Tomaso Torre
Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.Ultime Notizie
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