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UN VIAGGIO TRA STORIA ED ARTE ALLA SCOPERTA DELLE EDICOLE VOTIVE DEL CENTRO STORICO
Camminando con il naso all’insù tra i vicoli di Genova si potranno ammirare nicchie con all’interno delle statue dedicate alla Vergine, chiamate “Madonnette”. Nei giorni scorsi è stato anche presentato il libretto “Le edicole votive del centro storico” per far conoscere ai ragazzi degli istituti scolastici una parte di una tradizione che si tramanda di generazione in generazione
di Alessia Spinola
GENOVA- C’è una tradizione che a Genova, nel cuore del centro storico, nel ventre della città vecchia, pulsa da generazioni affascinando turisti provenienti da tutto il mondo e coniugando arte e storia a dispetto del trascorrere del tempo. È il viaggio, ammaliante e coinvolgente, alla scoperta delle edicole votive, chiamate anche “Madonnette“, piccoli templi incastonati agli angoli dei vicoli e sulle facciate dei palazzi che custodiscono le statue delle Divinità e costituiscono un mappa alternativa per orientarsi attraverso il dedalo di caruggi, piazze e strettoie attraverso il tortuoso percorso del Centro Storico. “Ho memoria di una visione febbrile e confusa di tabernacoli di Santi e Vergini agli angoli delle strade”, affermava Charles Dickens nel 1846 in “Pictures from Italy”. Non solo: Genova, dopo Napoli, è la seconda città in Italia ad ospitarne il numero più alto. E a Genova, nei giorni scorsi è stato presentato un libretto che ne racconta storia e genesi.
La loro genesi risale al Medioevo, nel XII secolo, con l’affermarsi del culto della Madonna e avevano una duplice funzione: quella spirituale, di richiedere protezione, e quella più materiale di illuminare le vie circostanti e per indicare una direzione, in quanto i vicoli non erano ancora dotati di nome. La loro importanza era tale da aver poi fatto assegnare a una via o a una piazza il loro nome, come ad esempio Vico del Rosario, chiamata così per la Madonna del Rosario.
Lunedì 4 dicembre, presso il Cinema Nickelodeon è stato inoltre presentato il libretto “Le edicole votive del centro storico” a cura del Municipio I Centro Est, con testi di Fabrizio Cavagnaro e coordinamento editoriale di Marco Pepè, per far conoscere ai ragazzi degli istituti scolastici del territorio le Madonnette come simbolo storico e della tradizione genovese.
A Genova e in Liguria è sempre stata molto sentita la venerazione a Maria, vista come la protettrice della città, al punto che nel 1637 è avvenuta la proclamazione di “Maria Regina di Genova“. Che siano in un tempio tradizionale o più articolato, la Vergine è spesso rappresentata con lo scettro, la corona e le chiavi della città. Purtroppo con il passare degli anni alcune edicole sono rimaste vuote in quanto rubate, oppure sono state rovinate dagli agenti atmosferici.
Le edicole votive a Genova sono moltissime e per scoprile tutte non resta che camminare con il naso all’insù per i vicoli e cercarle, di seguito però ecco un elenco di dieci di esse con la loro storia:
EDICOLA IN PIAZZA DEL CARMINE
Risalente al XVIII secolo e recentemente restaurata e riportata al suo antico splendore, in questa edicola votiva viene rappresentata la Madonne del Carmine nell’atto di donare il sacro scapolare a San Simone Stock. Il Priore Generale Simone Stock, infatti, nel 1251 si rivolse alla Madonna con l’inno “Flos Carmeli”, in quanto l’Ordine del Carmeli rischiava di estinguersi. La Vergine comparve all’uomo e in segno della sua protezione gli donò uno scapolare. L’edicola è di classico stile barocco.
EDICOLA IN VIA OREFICI
Piccola edicola in marmo risalente tra il XVI e XVII secolo, costituita da un medaglione centrale in cui viene rappresentata la Madonna con il Bambino. La Vergine appare seduta su una nuvola, sotto ai cui piedi implorano le anime del Purgatorio. Alla base una scritta recita “Nostra Signora delle Grazie”.
EDICOLA IN VIA DELLA MADDALENA
Tra Via della Maddalena e Via della Posta Vecchia si trova un’edicola con dentro una statua di Sant’Antonio che tiene in braccio Gesù Bambino. La copia originale di quest’edicola si trova nel Museo di Sant’Agostino. Una peculiarità di quest’opera è che alla base ospita una scritta: “Siquaeris Miracula”, ovvero l’incipit di una preghiera rivolta a Sant’Antonio per ritrovare le cose perdute. Di seguito la preghiera completa in italiano:
« Se miracoli tu brami,
fugge error, calamità,
lebbra, morte, spirti infami
e qualunque infermità.
Cede il mare e le catene
trova ognun ciò che smarrì
han conforto nelle pene
vecchi e giovani ogni dì.
I perigli avrai lontani,
la miseria sparirà;
ben lo sanno i Padovani,
preghi ognun e proverà!
Cede il mare e le catene…
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…
Cede il mare e le catene… »
Sotto l’incipit si trova la scritta “Eleemosun Piorum 1778” per via dell’elemosina che veniva lasciata della posta lì sotto.
EDICOLA TRA VIA DELLA MADDALENA E VICO BOCCANEGRA
Dentro la nicchia settecentesca situata tra Via della Maddalena e Vido Boccanegra si trova la statua di San Francesco da Paola, con abiti francescani. Nell’opera si trova anche uno scudo con la scritta “Charitas”. Questo perché secondo la tradizione un angelo apparve a San Francesco tenendo tra le mano uno scudo luminoso quella scritta, dicendogli: “Questo sarà lo stemma del tuo Ordine”.
EDICOLA IN VICO SALVAGHI
Nella parte superiore e nei lati si possono ancora notare gli stucchi settecenteschi e al centro si trova una statua marmorea della Madonna col Bambino. C’è da dire, però, che sono andati distrutti l’originaria mensola e il cartiglio a forma di cuore, recentemente restaurati.
EDICOLA IN PIAZZA SOZIGLIA
Un medaglione marmoreo con l’altorilievo della testa della Madonna si trova in Piazza Soziglia, più precisamente al civico 10. Intorno al capo della Vergine appare la scritta “Mater Salutis”, segno di ringraziamento in quanto in questo edificio non ci fu “compianta persona”, ovvero non fu toccata dall’epidemia di colera. Il medaglione fu collocato il 31 dicembre 1854. L’artista è Gio Batta Cevasco.
EDICOLA IN VICO DEI CARTAI
All’angolo del Vico dei Cartai sorge un’edicola marmorea del XVII secolo con nel mezzo un monogramma di Maria con intorno una raggiera. Piccolo appunto: la statua originaria è andata perduta. Sulla base c’è incisa una frase dal significato “Chi mi glorificherà, avrà vita eterna”. La peculiarità di questa edicola è una palla di cannone murata, una di quelle che caddero sulla città durante il Sacco di Genova il 5 aprile 1849. Il murare palle di cannone accanto alle edicole votive nasce dal desiderio di ringraziare la Vergine per il pericolo scampato.
EDICOLA DI PORTA SOPRANA
Si tratta di un’edicola in stucco del XVII-XVIII con un quadretto che raffigura la Madonna della Guardia. Sopra l’immagino appaiono una raggiera con il monogramma di Maria e due piccole teste di angeli, presenti anche agli angoli della mensola.
EDICOLA DI PALAZZO ROSSO
In questa edicola si ha un’edicola incoronata come Regina, seduta sul trono e con il Bambin Gesù in braccio. L’opera è all’interno di un tabernacolo marmoreo che raffigura decorazioni di frutta e quadrifogli. Sulla base la scritta “Virgo Virginum Mater Dei Ora Pro Nobis”.
EDICOLA DI VICO DELLA CASANA
L’edicola si trova tra Vico della Casana e Via D. Chiossone ed è stata restaurata nel 2003. Ci sono elementi tipici del barocco genovese del XVII. La scultura si tratta in realtà di una copia. Degli studi stilistici hanno portato alla luce che l’opera risalga a prima della proclamazione della Madonna Regina di Genova.
COME DISTINGUERE LE EDICOLE VOTIVE
Apparentemente tutte uguali, le edicole votive in realtà sono di tipologie diverse e presentano differenti tipi di strutture. “Edicola” deriva dal latino “aedicola“, ovvero “piccolo tempio”, e questo perché molto spesso questi monumenti sono costituiti da due colonne che sorreggono un frontone.
In generale, è possibile distinguere due principali tipi di edicole: quelle incastonate nelle mura, come quelle del Centro Storico, oppure quelle che hanno una costruzione a sé stante, collocate soprattutto nei dintorni delle città.
Per una distinzione più precisa, invece, possiamo raggruppare le edicole votive in tre categorie:
A CAPPELLA
Piccolo edificio con la Divinità, spesso con un altare dove si può pregare
A VELA
Costruzione indipendente, presenta solo un muro con l’immagine sacra da venerare
A NICCHIA
Caratterizzata da una nicchia ricavata nelle pareti delle abitazioni, ma anche lungo le strade
Nelle campagne, invece, questi piccoli tempi sono di solito negli incroci di strade o sulla porta d’ingresso di antiche masserie. In questo caso la venerazione passa da generazione in generazione e tra vari ceti sociali. I contadini si recavano presso questi monumenti e chiedevano protezione contro malattie, carestie e altre congiure.
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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