Umberto Orsini torna al Duse con “Il nipote di Wittgenstein”

Di il 14 Novembre 2019

GENOVA-IL NIPOTE DI WITTGENSTEIN debutta al Teatro Duse martedì 19 novembre alle ore 20.30 e resta in scena fino a domenica 24 novembre. Di eccellenti prove d’attore Umberto Orsini ne ha regalate davvero tante in oltre sei decenni di carriera.

In questo nuovo allestimento de IL NIPOTE DI WITTGENSTEIN, uno dei suoi spettacoli più riusciti, per il quale nel 2001 vinse il premio Ubu, Orsini è la proiezione letteraria di Thomas Bernhard, autore dell’affascinante romanzo da cui è tratta la pièce, intento a raffigurare sé stesso mentre racconta a un’ascoltatrice silenziosa la storia di un legame molto singolare.

Un rapporto di sincera amicizia nato fra due persone affette da problemi mentali: il primo è lo stesso Bernhard, che seppe dominare la sua pazzia, divenendo un autore e drammaturgo di grande successo. Il secondo è Paul Wittgenstein, nipote del noto filosofo austriaco: un uomo colto, eccentrico, geniale e al tempo stesso squilibrato che dalla sua follia venne progressivamente dominato tanto da morire in manicomio.

I due si incontrarono per la prima volta in un ospedale di Vienna dove il drammaturgo stava curando i polmoni mentre Paul era ricoverato per le prime turbe psichiche: fra loro nacque una profonda amicizia che durò dodici anni e che in questo spettacolo viene rievocata, in un vibrante monologo dal personaggio di Thomas Bernhard.

In scena si “disegna” così un duplice ritratto: quello limpido, privo di pietas e di compassione per l’amico Paul e quello della loro amicizia, nata in circostanze insolite ma alimentata da una comune visione del mondo in cui l’arte, la musica e la letteratura sono rifugi preziosi contro il dolore dell’esistenza.

Non “faccio Bernhard” – spiega Umberto Orsini, – qui ho deciso di “essere Bernhard” e quindi più che fare un personaggio sono me stesso che parla con le parole di un autore grandissimo, che finirà comunque per prevaricarmi e quindi rappresentarsi

Info teatronazionalegenova.it

C.S.

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