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STEFANO MASSINI PORTA A TEATRO LE DELIRANTI RIFLESSIONI DI ADOLF HITLER NEL SUO “MEIN KAMPF”: ALL’IVO CHIESA DAL 7 AL 9 FEBBRAIO

Lo spettacolo è riproposto con innesti da altri discorsi del Führer, in una chiave che invita a riflettere sull’ inquietante ondata di antisemitismo nell’Europa di oggi
Forte di questa convinzione, auspicata da Primo Levi, Stefano Massini ha deciso, dopo anni di ricerca e di scrittura, di portare in scena Mein Kampf, il delirante manifesto della dottrina nazionalsocialista scritto da Adolf Hitler nel 1924, durante i mesi di prigionia in Baviera.
Il nuovo spettacolo del pluripremiato drammaturgo, in scena al Teatro Ivo Chiesa dal 7 al 9 febbraio, ospite del Teatro Nazionale di Genova, è – nelle parole dell’autore toscano – “una sorta di “biopsia” del libro maledetto”.
Dal primato della razza alla ricerca di un nemico comune su cui concentrare l’odio, dal fanatismo esasperato alla propaganda per manipolare e soggiogare la massa, in questo fiume di parole, fitto di invettive e farneticazioni, prendono forma le fondamenta del nazionalsocialismo.
In scena Massini in total black, si muove su un grande quadrato bianco e inclinato – come fosse un pennino sulla pagina di un libro – e costruisce il racconto mescolando episodi biografici, le pagine del Mein Kampf e alcuni brani estrapolati dai comizi del futuro Führer, mettendone in luce la sconcertante portata. Ne emerge il profilo di un giovane austriaco, frustrato e paranoico, alla ricerca di capri espiatori, pronto a sottomettere il mondo con la sua oratoria ipnotica basata sul rancore sociale. Un populista ante litteram con una retorica fatta di pochi, elementari concetti, capaci di “parlare alla pancia” del paese e di pungolare il risentimento di un popolo, uscito sconfitto e umiliato dalla Prima Guerra Mondiale.
Reimmergersi in uno degli abissi storici più neri di sempre porta con sé una riflessione sui rigurgiti di un certo passato, sempre più presenti nell’Europa odierna, tormentata da conflitti e scossa da nuove ondate di antisemitismo e razzismo.
«Sono passati cento anni dalla scrittura di questo libro che ha cambiato la storia – commenta Massini – È un testo che dovremmo conoscere tutti, perché racchiude la nascita di tutto ciò che ha modificato per sempre in peggio, l’Europa e il Mondo. Ho sentito ora più che mai l’urgenza di confrontarmi con un testo mai morto. In fondo siamo reduci da una profonda crisi economica, esattamente come negli anni Trenta. Ci troviamo in un momento in cui la tecnologia ha ingranato la marcia e la confusione è totale come negli anni Trenta e viviamo in un’epoca in cui la propaganda si è ramificata online, e ci raggiunge ormai capillarmente».
Biografia
Da poco nominato direttore artistico del Teatro della Toscana – Teatro Nazionale, Stefano Massini è artista associato al Piccolo Teatro di Milano, di cui è stato Consulente Artistico dal 2015 al 2020, dopo il grande successo del suo Lehman Trilogy, diretto da Luca Ronconi nell’edizione italiana, precedente a quella angloamericana firmata dal premio Oscar Sam Mendes. Proprio al Piccolo iniziò la sua carriera teatrale come assistente ospite di Luca Ronconi nel 2001, quattro anni prima di aggiudicarsi il Premio Tondelli a Riccione Teatro. Ha vinto due Premi Ubu (2013 e 2015) e il Premio della Critica nel 2007, anche per gli spettacoli realizzati nel sodalizio artistico tutt’ora in corso con Ottavia Piccolo.
Scrittore, drammaturgo, narratore, è l’unico italiano ad aver vinto, nel 2022, un Tony Award, premio Oscar del teatro americano, i suoi testi sono attualmente tradotti, pubblicati e rappresentati in 40 lingue sui palcoscenici di tutto il mondo.
Il grande pubblico lo ha scoperto grazie ai suoi interventi in televisione per Piazzapulita, e per altri programmi come Ricomincio da Rai 3 (che portò il teatro sul piccolo schermo nel periodo del Covid) e per il recente e seguitissimo Riserva Indiana su Rai 3. Ha ricevuto alcuni dei massimi premi in Europa (premio Selezione Campiello, premio SuperMondello, premio De Sica, prix Meilleur Auteur Vivant Les Cyranos 2023). Dal 2016 collabora con il quotidiano la Repubblica come editorialista e critico letterario, oltre che con la rubrica settimanale Manuale di Sopravvivenza. Il Financial Times gli ha recentemente dedicato un’ampia intervista-ritratto.
Tra gli spettacoli più recenti ricordiamo Processo a Dio, Eichmann. Dove incomincia la notte, Storie, L’interpretazione dei sogni, tutti passati sui palcoscenici del Teatro Nazionale di Genova.
Dopo le date genovesi Mein Kampf sarà in scena a Como (26/02 Teatro Sociale), a Bologna (28/02 – 01/03 Teatro Celebrazioni), a Rovereto (11/03 Teatro Zandonai) e Torino (24 – 30/03 Teatro Carignano)
Mein Kampf è al Teatro Ivo Chiesa da venerdì 7 a domenica 9 febbraio:
venerdì lo spettacolo va in scena alle ore 20.30, sabato alle 19.30, domenica alle 16.
Info e biglietti
telefono 010 5342 720; e-mailteatro@teatronazionalegenova.it; biglietti.teatronazionalegenova.it
GENOVA – «La conoscenza serve ad evitare il ripetersi della catastrofe». Forte di questa convinzione, auspicata da Primo Levi, Stefano Massini ha deciso, dopo anni di ricerca e di scrittura, di portare in scena Mein Kampf, il delirante manifesto della dottrina nazionalsocialista scritto da Adolf Hitler nel 1924, durante i mesi di prigionia in Baviera.
Il nuovo spettacolo del pluripremiato drammaturgo, in scena al Teatro Ivo Chiesa dal 7 al 9 febbraio, ospite del Teatro Nazionale di Genova, è – nelle parole dell’autore toscano – “una sorta di “biopsia” del libro maledetto”.
Dal primato della razza alla ricerca di un nemico comune su cui concentrare l’odio, dal fanatismo esasperato alla propaganda per manipolare e soggiogare la massa, in questo fiume di parole, fitto di invettive e farneticazioni, prendono forma le fondamenta del nazionalsocialismo.
In scena Massini in total black, si muove su un grande quadrato bianco e inclinato – come fosse un pennino sulla pagina di un libro – e costruisce il racconto mescolando episodi biografici, le pagine del Mein Kampf e alcuni brani estrapolati dai comizi del futuro Führer, mettendone in luce la sconcertante portata. Ne emerge il profilo di un giovane austriaco, frustrato e paranoico, alla ricerca di capri espiatori, pronto a sottomettere il mondo con la sua oratoria ipnotica basata sul rancore sociale. Un populista ante litteram con una retorica fatta di pochi, elementari concetti, capaci di “parlare alla pancia” del paese e di pungolare il risentimento di un popolo, uscito sconfitto e umiliato dalla Prima Guerra Mondiale.
Reimmergersi in uno degli abissi storici più neri di sempre porta con sé una riflessione sui rigurgiti di un certo passato, sempre più presenti nell’Europa odierna, tormentata da conflitti e scossa da nuove ondate di antisemitismo e razzismo.
«Sono passati cento anni dalla scrittura di questo libro che ha cambiato la storia – commenta Massini – È un testo che dovremmo conoscere tutti, perché racchiude la nascita di tutto ciò che ha modificato per sempre in peggio, l’Europa e il Mondo. Ho sentito ora più che mai l’urgenza di confrontarmi con un testo mai morto. In fondo siamo reduci da una profonda crisi economica, esattamente come negli anni Trenta. Ci troviamo in un momento in cui la tecnologia ha ingranato la marcia e la confusione è totale come negli anni Trenta e viviamo in un’epoca in cui la propaganda si è ramificata online, e ci raggiunge ormai capillarmente».
Biografia
Da poco nominato direttore artistico del Teatro della Toscana – Teatro Nazionale, Stefano Massini è artista associato al Piccolo Teatro di Milano, di cui è stato Consulente Artistico dal 2015 al 2020, dopo il grande successo del suo Lehman Trilogy, diretto da Luca Ronconi nell’edizione italiana, precedente a quella angloamericana firmata dal premio Oscar Sam Mendes. Proprio al Piccolo iniziò la sua carriera teatrale come assistente ospite di Luca Ronconi nel 2001, quattro anni prima di aggiudicarsi il Premio Tondelli a Riccione Teatro. Ha vinto due Premi Ubu (2013 e 2015) e il Premio della Critica nel 2007, anche per gli spettacoli realizzati nel sodalizio artistico tutt’ora in corso con Ottavia Piccolo.
Scrittore, drammaturgo, narratore, è l’unico italiano ad aver vinto, nel 2022, un Tony Award, premio Oscar del teatro americano, i suoi testi sono attualmente tradotti, pubblicati e rappresentati in 40 lingue sui palcoscenici di tutto il mondo.
Il grande pubblico lo ha scoperto grazie ai suoi interventi in televisione per Piazzapulita, e per altri programmi come Ricomincio da Rai 3 (che portò il teatro sul piccolo schermo nel periodo del Covid) e per il recente e seguitissimo Riserva Indiana su Rai 3. Ha ricevuto alcuni dei massimi premi in Europa (premio Selezione Campiello, premio SuperMondello, premio De Sica, prix Meilleur Auteur Vivant Les Cyranos 2023). Dal 2016 collabora con il quotidiano la Repubblica come editorialista e critico letterario, oltre che con la rubrica settimanale Manuale di Sopravvivenza. Il Financial Times gli ha recentemente dedicato un’ampia intervista-ritratto.
Tra gli spettacoli più recenti ricordiamo Processo a Dio, Eichmann. Dove incomincia la notte, Storie, L’interpretazione dei sogni, tutti passati sui palcoscenici del Teatro Nazionale di Genova.
Dopo le date genovesi Mein Kampf sarà in scena a Como (26/02 Teatro Sociale), a Bologna (28/02 – 01/03 Teatro Celebrazioni), a Rovereto (11/03 Teatro Zandonai) e Torino (24 – 30/03 Teatro Carignano)
Mein Kampf è al Teatro Ivo Chiesa da venerdì 7 a domenica 9 febbraio:
venerdì lo spettacolo va in scena alle ore 20.30, sabato alle 19.30, domenica alle 16.
Info e biglietti
telefono 010 5342 720; e-mailteatro@teatronazionalegenova.it; biglietti.teatronazionalegenova.it

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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