SANDRO PELLEGRINI RACCONTA NICOLOSO DA RECCO
Presentato al Galata un volume sull’esploratore genovese che nel 1341 riscoprì l’arcipelago delle Canarie, dando un grande impulso alle scoperte geografiche dei secoli successivi.
di Cristina Puppo
Quando si parla di esploratori genovesi il primo nome che giunge spontaneo alla mente è di sicuro Cristoforo Colombo, ma pochi sanno che la nostra città ha dato i natali anche a Nicoloso da Recco, che fu protagonista insieme al fiorentino Angiolino de’Corbizzi della spedizione portoghese che portò alla riscoperta dell’arcipelago delle Canarie, circa un secolo e mezzo prima della scoperta dell’America.
Lo storico e scrittore Sandro Pellegrini ha condensato in poco più di cento pagine i suoi approfonditi studi su questo personaggio, la cui impresa fu raccontata anche dal Boccaccio, corredandoli con mappe, immagini e manoscritti del tempo: così è nato il libro “Nicoloso da Recco e il suo viaggio verso le isole Canarie – L’inizio di un’epopea genovese durata più secoli”.
Il professore di Geografia dell’ateneo genovese Corradino Astengo (che ha in comune con l’autore la grande passione per la storia delle esplorazioni) ha introdotto la presentazione ricordando l’importanza delle isole dell’Atlantico come approdi sicuri per affrontare il mare aperto in vista delle grandi esplorazioni e il valore storico dell’incontro tra due civiltà opposte, che non cercarono di sopravanzarsi a vicenda nonostante l’enorme divario: gli indigeni delle Canarie si trovavano infatti al livello dell’età della Pietra, e non conoscevano monete né armi. Per l’autore questo avvenimento ha un valore storico importantissimo, in quanto “si è trattato dell’inizio della storia di una civiltà comune che sussiste ancora oggi, e che nasce dall’incontro di popoli e culture differenti”.
Nicoloso, appartenente ad una facoltosa famiglia di mercanti di spezie, fu anche un personaggio molto in vista nel mondo politico del tempo, in quanto fu eletto per ben sei volte consigliere del Doge genovese; fu soprattutto la spinta della ricerca di nuove basi commerciali la molla che spinse a compiere la suddetta spedizione, destinata a lasciare un segno nella storia delle esplorazioni geografiche (nonostante le Canarie fossero già conosciute dai Romani, erano state dimenticate nell’alto Medioevo) e anche nella letteratura, grazie all’opera di Boccaccio “De Canaria”, risalente al 1342, che ne descrisse l’incontro con la civiltà indigena. Pellegrini ha posto qui l’accento sull’approfondita conoscenza della navigazione e dei commerci che traspare nell’opera dello scrittore del XIV secolo, descrivendolo come “un grande esperto di geografia e nello specifico di navigazione mediterranea, che si documentò tramite le lettere di mercanti fiorentini e fu il tramite che fece passare alla storia la vicenda di Nicoloso, che oggi consideriamo la prima esplorazione atlantica documentata (grazie alla sua opera si conosce perfino la data esatta della partenza, i 1°luglio 1341)”.
Il volume vuole porsi secondo il progetto dell’autore come un quadro completo alla scoperta delle origini della civiltà atlantica, che tuttora detiene la supremazia a livello mondiale: negli ultimi capitoli Pellegrini si sofferma attentamente sulle conseguenze storiche che il viaggio di Nicoloso ebbe sulle esplorazioni successive, senza trascurare quelle economiche legate alla scoperta di nuovi sbocchi commerciali per la Genova di metà Trecento.
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