Sala Mercato, in scena uno dei grandi classici pirandelliani “L’uomo, la bestia e la virtù”

Di il 14 Novembre 2018

GENOVA – Da martedì 20 novembre “L’uomo, la bestia e la virtù”, una delle farse più note ed amate di Luigi Pirandello, va in scena alla Sala Mercato diretto da Andrea Battistini.

 

Il regista in questi giorni (e fino a sabato 17) è protagonista, insieme alla compagnia, della lettura scenica de “Il maestro e Margherita” di Bulgakov nel foyer del Teatro della Corte, durante la pausa pranzo.

 

Fra le tante e decisive riflessioni che Pirandello fece sull’umorismo, inteso come una forma di percezione della realtà, “L’uomo, la bestia e la virtù” resta una delle più inesorabili ed attuali.                  Una farsa che continua a riscuotere successo sui palcoscenici di tutto il mondo, forse anche per l’autorevole giudizio che ne diede il critico teatrale Silvio D’Amico nel 1922: “Tutto è trattato con spirito originale e in tutto s’avverte un sapore acre e nuovo non conosciuto nel nostro teatro prima che Pirandello vi apparisse.

A firmare la regia dello spettacolo (fuori abbonamento) è Andrea Battistini, fino al 17 novembre protagonista insieme agli altri attori, della lettura scenica de “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov nel foyer della Corte, durante la pausa pranzo.

 

Al centro della farsa pirandelliana c’è un triangolo che si perde nelle radici del teatro e della novellistica: “l’uomo” è il professor Paolino che nasconde sotto un ostentato perbenismo, la tresca con la signora Perella, che sembra un modello di “virtù”. Una morigerata e pudica madre di famiglia praticamente abbandonata dal marito, il capitano Perella, che appare agli occhi della gente come una “bestia”. Egli convive con una donna a Napoli e, nelle rare occasioni in cui torna dalla moglie rifiuta, con ogni pretesto, di adempiere ai propri doveri coniugali.

Tutto secondo le convenzioni del triangolo ottocentesco: in agguato però c’è la vita, che viene a scompaginare quel piccolo mondo di ipocrisie.

La signora Perella infatti scopre di aspettare un figlio dal professor Paolino: ai due allora, non resta che escogitare un piano per rimettere in piedi il fasullo ordine borghese.

 

La civiltà vuole che si auguri il buongiorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo. In corpo il fiele e in bocca il miele” è una delle più significative battute della pièce che fra equivoci, inganni, afrodisiaci e risate, traccia un divertente e spietato ritratto di un’umanità che sventola falsi valori morali e appena può ricorre all’inganno.


Inizio spettacoli ore 20.30, giovedì ore 19.30.

Lo spettacolo è fuori abbonamento. Biglietti: Intero €15, Abbonati Teatro Nazionale €12, Giovani (entro i 26 anni) €10.

Info su www.teatronazionalegenova.it

 

C. S.

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