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“RUBENS A GENOVA”, AL DUCALE INAUGURA LA MOSTRA-DICHIARAZIONE D’AMORE DEL PITTORE FIAMMINGO: OLTRE CENTO LE OPERE ESPOSTE
Appuntamenti culturali, aperture straordinarie, eventi collaterali e progetti espositivi da ottobre 2022 a gennaio 2023. «L’anniversario di una dichiarazione d’amore di Rubens a Genova celebrato con una dichiarazione d’amore di Genova a Rubens»
GENOVA – Dipinti, incisioni, manoscritti, arazzi, arredi. Cento opere, di cui dieci per la prima volta in Italia, divise nelle 16 sale della mostra Rubens a Genova, per riassumere al meglio l’ammirazione e l’amore che legavano l’artista Pietro Paolo Rubens (1577-1640) alla nostra città. L’importante mostra a Palazzo Ducale, prodotta dal Comune di Genova e Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura e curata da Nils Büttner e Anna Orlando, inaugura il 6 ottobre 2022 e sarà visitabile fino al 22 gennaio 2023. Alla presentazione sono presenti anche il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
Leggere fino in fondo per vedere le foto della mostra in anteprima.
Si tratta di un’esposizione internazionale, che ha coinvolto non solo la città di Genova ma anche quella di Anversa e Stoccarda. L’occasione è data da un anniversario che sta molto a cuore ai curatori. «È una mostra della città tutta – dice la direttrice di Palazzo Ducale Serena Bertolucci – ha un respiro internazionale e coinvolgerà la città intera, con tantissimi luoghi di mostre, iniziative e concerti che racconteranno questo grande pittore». Il curatore Nils Büttner, docente a Stoccarda e responsabile del Centrum Rubenianum di Anversa, aggiunge: «Con questa mostra vogliamo farvi vedere ciò che di bello Rubens ha visto a Genova e ha voluto restituire, con gratitudine, a questa città».
«Nel 1622 Rubens pubblicò ad Anversa un libro, “Palazzi di Genova” che era una dichiarazione d’amore, un racconto di due città – spiega Jan Rombouts, advisor culturale della vice sindaco di Anversa – una versione cartacea della città di Genova con pagine tridimensionali e descrizioni particolareggiate, che raffigurava una città ideale, di armonia e perfezione e che con le sue incisioni di giardini, ville e palazzi voleva spingere i cittadini di Anversa ad adottare lo stesso stile architettonico dei genovesi per le loro abitazioni». E prosegue sottolineando: «È significativo il fatto che nell’intera serie rubensiana solo un libro riguardi una sola città e questo è “Palazzi di Genova”. Ed è anche l’unico libro da lui illustrato pubblicato a suo nome. Questo dimostra che Genova era per lui davvero speciale, luogo di formazione per l’uomo e per l’artista». E così, dopo quattro secoli dal momento in cui Rubens si augurava che Anversa diventasse una Genova, accade che Genova in qualche modo diventa un’Anversa.
Sedici le sezioni della mostra allestita nelle sale dell’appartamento ducale al piano nobile del palazzo. Come già detto sopra, sono esposti insieme a dipinti anche disegni, arazzi, arredi, accessori preziosi e volumi antichi. Oltre cento opere a dimostrare la grandezza di una capitale artistica visitata da uno dei maggiori artisti di tutti i tempi. Una selezione che conferma quell’appellativo di Superba dato a Genova, dove Rubens ha soggiornato più volte tra il 1600 e il 1607. Una scelta che consente, inoltre, di ripercorrere e in molti casi di ricomporre i rapporti con il patriziato genovese, che si sono protratti anche dopo il ritorno ad Anversa del maestro.
Trenta le opere ascrivibili all’universo artistico rubensiano: ben diciotto gli autografi, insieme a dipinti certamente usciti dalla bottega del pittore sotto la sua supervisione e con interventi diretti, oltre a due preziose testimonianze di opere perdute e note attraverso esecuzioni successive. Un insieme mai così consistente a Genova dal Settecento, città che ancora oggi custodisce opere di Rubens tra chiese, musei e collezioni private.
A corollario, una straordinaria selezione di 80 opere completa il racconto del contesto culturale e artistico della città ligure nell’epoca del suo maggiore splendore. Rubens durante il suo viaggio in Italia (1600–1608) ha certamente visto e studiato Tintoretto e Luca Cambiaso; ha incontrato,
e in particolare a Genova durante il suo soggiorno, Sofonisba Anguissola, Giovanni Battista Paggi e Bernardo Castello; ha collaborato con Jan Wildens e Frans Snyders. Tutti questi artisti sono presenti in mostra.
Quindici le opere rubensiane mai esposte a Genova e dieci per la prima volta in Italia. Due esempi tra queste ultime. Il primo, un Autoritratto del 1604–1605, da collezione privata. Riscoperto solo di recente, è uno studio a olio in preparazione di un autoritratto che Rubens ha incluso in una pala d’altare mantovana oggi dispersa. Il secondo, San Sebastiano medicato dagli angeli, 1615 circa, da collezione privata, è adesso riferito alla committenza del celebre condottiero Ambrogio Spinola, grazie ad un recente e importante ritrovamento documentario.
Mai esposto in assoluto Cristo risorto appare alla Madre (con una figura da una composizione sottostante), 1612–1616 circa. Questo dipinto, proveniente da una collezione privata, raffigura il Cristo risorto in piedi davanti a due donne inginocchiate. Entrambe le figure femminilli rappresentano la Madre di Gesù. Una recente radiografia ha rilevato sotto la superficie pittorica la presenza di una seconda immagine femminile, simile dal punto di vista compositivo, ma iconograficamente diversa. Attualmente sono visibili entrambe le figure. In questa occasione vengono presentati gli studi e i confronti con l’iconografia rubensiana nota.
Tra le novità anche due splendidi ritratti: Violante Maria Spinola Serra, 1607 circa, da Buscot Park (Oxfordshire – The Faringdon Trust) e Geronima Spinola Spinola con la nipote Maria Giovanna Serra, 1605–1606 circa, da Stoccarda, Staatsgalerie. Capolavori assoluti della ritrattistica del barocco europeo, sono entrambi esposti per la prima volta con la ritrovata identità.
Musei stranieri e italiani, così come collezionisti privati, hanno concesso prestiti eccezionali riconoscendo un progetto basato sul lungo percorso di studi e approfondimenti scientifici dei curatori, e motivato dal supporto di un prestigioso comitato scientifico onorario internazionale, composto dai massimi conoscitori della materia.
Grazie alle ricerche legate alla preparazione della mostra, si deve anche la riscoperta di un dipinto di Rubens di cui si erano perse le tracce da due secoli, e certamente presente a Genova nel Seicento. In questa occasione viene sottoposto al vaglio degli studiosi internazionali che non lo hanno mai visto prima d’ora per dimostrarne l’attribuzione. Si tratta di uno studio per la pala d’altare I miracoli del Beato Ignazio di Loyola, ancora nella Chiesa del Gesù a Genova.
Queste e molte altre le novità presentate al pubblico in una mostra che nasce in occasione del quarto centenario dalla pubblicazione del libro Palazzi di Genova di Pietro Paolo Rubens, stampato ad Anversa nel 1622. Anniversario celebrato nella prima sala, dove sono esposte due copie originali, tra le quali un raro esemplare della prima edizione, senza aggiunte posteriori.
L’appuntamento espositivo di Palazzo Ducale ha consentito di attivare un progetto di grande rilievo: Genova per Rubens. A Network ideato e curato da Anna Orlando; di fatto la più importante rete culturale mai attivata a Genova intorno a un singolo artista. All’insegna di Rubens e del suo speciale rapporto con la città, sono coinvolte oltre sessanta realtà pubbliche e private: una fitta rete di collaborazioni che ha consentito di comporre focus conoscitivi, appuntamenti culturali, aperture straordinarie, eventi collaterali e ulteriori progetti espositivi.
Orari: lunedì dalle 14 alle 19 (su richiesta apertura per gruppi scolastici) martedì, mercoledì, giovedì dalle 9 alle 19; venerdì dalle 9 alle 21; sabato dalle 10 alle 20 (anche festivi, lunedì 31 ottobre, lunedì 2 gennaio); domenica dalle 10 alle 19. La biglietteria chiude un’ora prima.
Biglietti: Intero 14 € – Ridotto 12 € – Ridotto speciale 10 € – Ragazzi 6–14 anni 6 € – Ridotto scuole 6 € – Ridottissimo 5 € per gli under 27 tutti i lunedì pomeriggio (ore 14 – 19).
Elisa Morando
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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