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ROLLI DAYS, IN ARRIVO L’EDIZIONE DEI GRANDI NUMERI
Saranno aperti per la prima volta Palazzo Lercari, Palazzo de Franchi e Palazzo Brancaleone Grillo.
Sarà l’edizione più ricca di sempre, con l’apertura di ben trentasette palazzi di cui tre inediti. Sabato 1 e domenica 2 aprile tornano i Rolli Days, appuntamento che si conferma tra i più attesi e partecipati dopo i grandi successi del 2016. Ancora una volta le grandi dimore nobiliari patrimonio UNESCO apriranno le porte per offrire ai visitatori le meraviglie dell’antica Repubblica di Genova, testimoni unici di un passato ricco e glorioso. L’edizione 2017, dedicata alla memoria dello studioso Ennio Poleggi, gioca le sue carte migliori e punta sulle novità: per la prima volta sarà possibile accedere a Palazzo Franco Lercari (Via Garibaldi 3), Palazzo de Franchi (Piazza della Posta Vecchia 2) e Palazzo Brancaleone Grillo (vico Mele 6) i cui affreschi saranno visibili per la prima volta dopo i recenti restauri. Ma non finisce qui: oltre all’eccezionale numero di palazzi coinvolti (nell’edizione autunnale erano 24), apre al pubblico anche la collezione d’arte di Banca Carige (Palazzo Doria Carcassi, via Chiossone 10), che custodisce importanti acquisizioni della famiglia Doria e comprende, tra gli altri, la tela del Veronese “Susanna e i Vecchioni” e “La Sacra Famiglia e San Giovannino” di Van Dyck. Confermata anche l’apertura di Villa del Principe, Villa Duchessa di Galliera e l’ormai consolidata partecipazione degli studenti dell’Ateneo Genovese che accompagneranno il pubblico durante la visita. Nuove proposte arrivano anche dalle modalità di scoperta: sulla mappa data in dotazione saranno infatti indicati con quattro colori altrettanti percorsi che uniscono tra di loro palazzi affini per facciate dipinte, ninfei e giardini, restauri e rinnovi o cicli di affreschi.
«L’interesse intorno a questa manifestazione è sempre crescente e va di molto oltre i confini genovesi – commenta l’assessore al Turismo e alla Cultura Carla Sibilla – ne abbiamo prova dai dati sugli accessi al sito internet dei Rolli, dove i visitatori possono prendere informazioni e organizzare al meglio la propria visita».
Un’edizione che diventa sempre più social con la novità della nomina di quatto instagramers e due blogger di “Ambasciatori dei Rolli” che racconteranno l’evento attraverso il profilo di Genovamorethanthis. Inoltre, cittadini e turisti avranno la possibilità di candidarsi come ambasciatori delle prossime edizioni condividendo le proprie foto con l’hashtag #RolliAmbassador.
Per rendere i Rolli Days accessibili a tutti si confermano le visite guidate dedicate alle persone non vedenti, non udenti post-ictus. Info www.rolliestradenuove.it
LE NOVITÀ NEL DETTAGLIO
PALAZZO FRANCO LERCARI – Via Garibaldi 3
Il palazzo fu fatto costruire a partire dal 1571 da Franco Lercari e deve il suo nome all’acquisto, avvenuto nel 1845, da parte della famiglia Parodi, che ne è attualmente proprietaria.
L’edificio si differenzia dagli altri di Strada Nuova per alcune caratteristiche decorative e strutturali. La parte inferiore della facciata è infatti decorata a bugnato, mentre i piani superiori risultavano in origine alleggeriti da una serie di logge aperte, poi chiuse da vetrate e murate all’inizio dell’Ottocento. L’elemento di maggiore interesse nella decorazione del prospetto che affaccia sulla via è il portale, opera di Taddeo Carlone, retto da due telamoni che presentano una evidente mutilazione del naso, a rievocare l’atroce leggenda di Megollo Lercari, antenato del committente. Il Lercari, infatti, secondo alcuni storiografi, si sarebbe vendicato di un’ingiuria ricevuta tagliando i nasi e le orecchie ai propri nemici, sino a ottenere soddisfazione. Al primo dei due piani nobili si trovano entro due nicchie i due busti rappresentanti Franco Lercari e la moglie Antonia De Marini, opere di pregevole fattura del secondo Cinquecento. Nella volta del salone del secondo piano nobile si trova uno straordinario affresco di Luca Cambiaso che raffigura l’impresa di Megollo Lercari con la costruzione del fondaco dei genovesi a Trebisonda, ossia la realizzazione delle strutture necessarie per condurre i commerci nell’importante colonia genovese sita sul mar Nero. L’affresco vuole al tempo stesso ricordare la costruzione del palazzo Lercari in Strada Nuova, fornendo così un’idea dell’aspetto della via negli anni della sua apertura.
PALAZZO DE FRANCHI – Piazza della Posta Vecchia 2
Il palazzo sorge su una parte di isolato già di proprietà Spinola e Grimaldi, poi ricostruito per dimora dei De Franchi, proprietari, tra l’altro, dei due altri palazzi che si affacciano su Piazza della Posta Vecchia. Le diverse proprietà dell’area, acquistate da Bernardo e Giuseppe De Franchi, vengono accorpate durante i lavori di costruzione iniziati nel 1563, fino a costituire l’attuale volume architettonico che negli anni ottanta del Cinquecento ospiterà Gerolamo De Franchi (doge nel 1581-1583) e apparterrà alla famiglia ancora nel 1818. I De Franchi mantennero o modificarono soltanto in modo parziale le murature perimetrali preesistenti, in particolare sul vicolo Spinola dove sono ancora visibili blocchi di pietra squadrata del portico tardomedievale tamponato nel secolo XVI. L’edificio, con sopraelevazioni ottocentesche, ha un portale dorico che, attraverso l’atrio tramezzato da una bottega, introduce su un ampio cortile loggiato. I bombardamenti dell’ultimo conflitto, che causarono la distruzione di alcune opere che si trovavano al piano nobile, hanno però risparmiato gli affreschi di Bernardo Castello, che qui dipinse (attorno al 1616 e per la seconda volta, dopo l’impresa realizzata in palazzo Imperiale di Campetto) alcune Scene della Gerusalemme liberata con particolare attenzione al genovese Guglielmo Embriaco; e quelli di Domenico Fiasella, raffiguranti Sansone che stermina i Filistei.
PALAZZO BRANCALEONE GRILLO – Vico Mele 6
Brancaleone Grillo, ambasciatore del papa e del re di Spagna, costruisce il palazzo a metà Quattrocento sul luogo dove si trova una domus magna della famiglia.
È un edificio di grandi dimensioni rispetto ai canoni della Genova tardomedievale, e inedito per la scelta di ricucire le case attorno ad un cortile angolare. L’introduzione della scala loggiata, che si ripete in altri palazzi coevi (Doria, Spinola e Centurione), guadagnando aria e luce con un corpo più basso, mostra l’intuito creativo e ambientale di quei magistri antelami che tanta parte hanno avuto nell’edilizia genovese. L’unitarietà dell’intervento “lombardo” è evidente nella cordonatura che contorna il portale, la balaustra delle scale e gli anelli delle colonne che sostengono gli archi del cortile interno. Secondo Alizeri il portale con il bassorilievo raffigurante San Giorgio e il drago è commissionato proprio in quegli anni ai fratelli Gagini. Acquistato nel 1496 da Luca Spinola, entrerà nei Rolli dal 1576 con il figlio di Luca Spinola, Nicolò. L’espansione del piano nobile su vico Mele e gli affreschi degli appartamenti (recentemente restaurati e per la prima volta aperti al pubblico) trasformano l’immagine del palazzo; sono opera di Luca Cambiaso, Nozze di Amore e Psiche e Storie di Marco Antonio; e di Lazzaro Tavarone, La raccolta della manna, La Madonna con putto (oggi visibile la copia di un originale venduto tempo addietro) posta nel cortile e il bassorilievo in facciata con San Giovanni nel deserto che presenta a Dio la famiglia risalgono all’apparato decorativo del XV secolo.
PALAZZO DORIA CARCASSI – Via Chiossone 10
La raccolta di Banca Carige nasce nel 1966, quando i vertici dell’allora Cassa di Risparmio di Genova e Imperia vollero creare una pinacoteca d’importanza adeguata ai locali dell’appena inaugurata nuova sede genovese.
Le prime scelte di acquisto si orientarono verso quello che Braudel definì il “Secolo dei Genovesi”, quel ‘600 in cui mercanti e banchieri portarono nella Superba il meglio della raffinatezza e dell’eleganza dell’epoca. II primo importante nucleo di opere proviene infatti da uno dei Palazzi dei Rolli di Strada Nuova, quello della famiglia Doria, a testimonianza delle peculiarità specifiche della cultura ligure di allora. Appartengono a questa prima acquisizione la grande tela del Veronese “Susanna e i vecchioni” e “La Sacra Famiglia e San Giovannino” di Van Dyck, i due quadri di maggior pregio della raccolta; oltre a opere di grandi artisti, dal Grechetto al Guercino, da Orazio De Ferrari a Valerio Castello. Negli anni successivi si aggiunsero opere pittoriche, incisioni, ceramiche: ricordiamo i dipinti di Luca Cambiaso, Bernardo Strozzi, Gioacchino Assereto, Alessandro Magnasco, Giovanni Battista Paggi, ma anche capolavori dell’Ottocento o del Novecento come quelli di Rubaldo Merello, Giovanni Boldini, Plinio Nomellini, fino ad arrivare al linguaggio astratto di Emilio Scanavino e di Rocco Borrella.
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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