“RADICI”: AL VIA IL X FESTIVAL TEATRALE DELL’ACQUEDOTTO

Di il 28 Giugno 2018

Il 30 giugno un primo spettacolo itinerante a Molassana ed il 1° luglio il secondo a Staglieno dove, grazie al teatro, il grandioso cimitero diventa «città dei vivi».

 

GENOVA – Dopo la stöndaiata “Raccontando in musica” e “L’Acquedottino”, 4 spettacoli dedicati ai più piccoli, sabato 30 giugno parte ufficialmente la X edizione del Festival Teatrale dell’Acquedotto, “Radici”: «il titolo – spiega il Direttore Artistico Mauro Pirovano, vuole sottolineare come il Festival, dopo dieci anni, abbia radici ben piantate nel territorio in cui opera, la Val Bisagno».

Si parte con “Alla radice del canto“, seconda delle quattro stöndaiate in programma; Mauro Pirovano, accompagnato dal Gruppo Canterini Val Bisagno, condurrà il pubblico da San Giacomo di Molassana (si partirà alle 17.30)  fino alla Veja Ostaja dei Piloni, in via Geirato. Aneddoti, curiosità, racconti saranno musicati (con la sola voce) dal Gruppo di Canterini. L’ingresso è gratuito.

 

Domenica 1 luglio alle 17.00, in una cornice d’eccellenza – il Cimitero Monumentale Staglieno – verrà proposto lo spettacolo itinerante “L’ultima città. Ricordi e memorie degli abitanti di Staglieno” con Mauro Pirovano e gli allievi del Laboratorio di Ricerca Permanente Adulti «Opera Aperta» diretti da Giancarlo Mariottini.
Vero e proprio museo a cielo aperto della città di Genova, il cimitero di Staglieno fu progettato nel 1835 dall’architetto Carlo Barabino e dalla sua apertura nel 1851, ospita le memorie e i ricordi – pubblici e privati – della città di Genova. Ed è proprio l’architetto Barabino (Mauro Pirovano) ad accompagnare gli spettatori a incontrare gli abitanti di questa singolare città, statue che si animano per raccontare vite esemplari e storie quotidiane di un tempo che chiede di non essere dimenticato: Alfred Noack, il pioniere della fotografia che tanto amò Staglieno da fare dei suoi monumenti uno dei suoi soggetti preferiti; Caterina Campodonico, la venditrice ambulante di noccioline che investì i risparmi di una vita nel proprio lussuoso monumento funebre; Giovan Battista Vigo, poeta di versi in lingua genovese che proprio a Caterina Campodonico scrisse il famosissimo testo da mettere sulla lapide; Constance Lloyd – moglie di Oscar Wilde – donna dal pensiero vivace e moderno, scrittrice e giornalista vicina al pensiero femminista; Gian Carlo Di Negro, uomo di lettere e poeta, ricordato per i ricevimenti nei quali ospitò gran parte del mondo culturale dell’epoca; Giovanni Scanzi, grande scultore genovese allievo di Santo Varni, autore di molte delle opere che ancora oggi possono essere ammirate all’interno del cimitero monumentale. Storie e vite donate a chi ascolta, pagine che si lasciano sfogliare generosamente e con gratitudine, per scoprire che le due città sono intimamente comunicanti e che il grandioso cimitero è anche e soprattutto «città dei vivi». L’ingresso è libero.

 


 

Per informazioni e prenotazioni:

Tel.: 010.8380120 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13)
Mail: segreteria@teatrortica.it

 

c.s.

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