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“Racconti in tempo di peste”: il programma della settimana in rete
GENOVA – Due grandi attori, un clown, un comico e un fotogiornalista sono i protagonisti dei Racconti in tempo di peste in programma da lunedì 20 a venerdì 24 aprile 2020: Elisabetta Pozzi, Gian Carlo Dettori, David Larible, Max Paiella e Francesco Malavolta. Prosegue così, dal giorno 42 al giorno 47, la maratona di 100 appuntamenti in 100 giorni con 100 artisti iniziata con la quarantena il 9 marzo 2020, in reazione all’emergenza Coronavirus. Ogni protagonista sceglie le parole, la musica, il canto, le immagini con cui affrontare le giornate dell’isolamento e contribuire alla stagione teatrale on line prodotta da Teatro Pubblico Ligure e Compagnia Corrado d’Elia, con la direzione artistica di Sergio Maifredi e Corrado d’Elia. L’obiettivo è portare il teatro nelle case ogni giorno a mezzogiorno, per tenere unita una comunità che si dimostra sempre più numerosa con i suoi 9.084 follower e oltre 208.000 visualizzazioni. Come nel Decameron di Giovanni Boccaccio, in cui l’allegra brigata di dieci fra uomini e donne fecero dell’isolamento necessario un momento vivo di racconto e di umanità in attesa della rinascita del mondo reale, così è nato un luogo virtuale dove darsi appuntamento, per proseguire a raccontare e ad ascoltare storie. I video sono tutti inediti.
Elisabetta Pozzi, grande attrice votata al teatro, lunedì 20 aprile (giorno 43) rende omaggio alla sua città natale, Genova, leggendo Impressioni italiane di Charles Dickens, che al capoluogo ligure riservò pagine speciali durante il suo Grand Tour, nel 1844. «Seguo la carriera di Elisabetta Pozzi – racconta Sergio Maifredi – da quando esordì al Teatro Stabile di Genova. È un’attrice straordinaria che con amore verso la sua città ha letto per noi questo brano di Dickens: una fotografia di una Genova che ancora esiste, negli odori, negli anfratti del centro storico, tra i Palazzi meravigliosi di via Garibaldi e il mondo sotterraneo dei suoi vicoli». Il fotogiornalista Francesco Malavolta martedì 21 aprile (giorno 44) lega i Racconti in tempo di peste ai Popoli in movimento, i migranti ritratti in immagini che superano la cronaca dei fatti per esaltarne il significato universale. «Le sue foto – continua Maifredi – mi sono apparse come un dipinto di Caravaggio. I suoi santi, le sue madonne erano prese dal mare. I loro mantelli erano dorati teli termici, le loro vesti erano giubbotti di salvataggio. Natività e Pietà laiche, rubate ad un naufragio. Da Francesco ho ascoltato storie che lui ha dipinto con le sue fotografie, cariche della sua pietas e profonda umanità». Gian Carlo Dettori, uno degli attori più amati da Giorgio Strehler e punto di riferimento per larga parte del pubblico e degli amanti del teatro, mercoledì 22 aprile (giorno 45) avvicina la sua arte a quella del poeta Nazim Hikmet e legge La vita non è uno scherzo, versi scritti nel 1948 che risuonano con il potere sintetico e vitale di chi ha capito qualcosa che serve per sempre, soprattutto oggi. Il discorso del grande dittatore di Charlie Chaplin è il Racconto in tempo di peste scelto da David Larible, che lo legge dalla roulotte del suo circo, fermo in Texas per la quarantena. «Ho lavorato decine di volte accanto a David Larible, per anni l’ho invitato nei Teatri che ho diretto. Lui è il clown dei clown, un vero circense d’altri tempi», lo definisce Maifredi. Infine un artista che ha fatto dell’ironia il suo stile, Max Paiella, voce radiofonica della trasmissione di Radio2 Il ruggito del coniglio, ma anche cantante, imitatore, vignettista e musicista. Venerdì 24 aprile (giorno 47) legge Il naso che scappa di Gianni Rodari, di cui ricorrono i cinquant’anni dalla morte, indimenticabile pedagogo letterario, inventore di storie in cui la fantasia ha il coraggio della rivoluzione.
Racconti in tempo di peste è l’ideale continuazione di Soriteatro 2019/2020 e della Stagione del Teatro Sociale di Camogli, legate nella rete Teatri del Paradiso, che comprende i Comuni di Camogli, Recco, Sori, Pieve e Bogliasco come un’unica comunità cui sono rivolte tutte le attività di Teatro Pubblico Ligure e della Fondazione Teatro Sociale di Camogli. Fino a quando ci si potrà rivedere.
Teatro Pubblico Ligure ha messo i Racconti in tempo di peste a disposizione dei Comuni con cui collabora da anni, da Venezia a Ragusa, che li accolgono sui loro siti istituzionali. Un’alleanza stretta per offrire ai cittadini, ogni giorno, un momento di arte e di poesia. Oltre al Comune di Genova, che rilancia i Racconti su https://www.visitgenoa.it/100-racconti-tempo-di-peste su https://www.facebook.com/genovamorethanthis/settings/?tab=video e su https://www.facebook.com/GenovaTeatro/si sono uniti fra gli altri Terni, Ameglia, Vezzano Ligure, Recco e Luni.
Giorno 1 – 9 marzo 2020: Gabriella Greison legge Rotola i dadi di Charles Bukowski
Giorno 2 – 10 marzo 2020: Giuseppe Cederna legge Racconti in forma di poesia di Raymond Carver
Fuori collana: Nove marzo Duemilaventi di Mariangela Gualtieri detta da Giuseppe Cederna
Giorno 3 – 11 marzo 2020: Paolo Graziosi dice Io vulesse truvà pace di Eduardo De Filippo
Giorno 4 – 12 marzo 2020: Michele Sganga esegue al pianoforte la sua composizione inedita Oscillazione gravitazionale
Giorno 5 – 13 marzo 2020: Maddalena Crippa legge Chandra Livia Candiani da Il silenzio è cosa viva (Einaudi)
GIORNO 6 – 14 marzo 2020: Giovanni Falzone, trombettista jazz, esegue il suo pezzo Laila – La conta degli assenti
GIORNO 7 – 15 marzo 2020: Mario Incudine dice Barbablu di Costanza DiQuattro
GIORNO 8 – 16 marzo 2020: Tullio Solenghi legge Chichibio e la gru da Decameron di Giovanni Boccaccio
GIORNO 9 – 17 marzo 2020: Luigi Marinelli (ordinario di Lingua e letteratura polacca, Università La Sapienza, Roma) legge Tadeusz Kantor
GIORNO 10 di 100 – 18 marzo 2020 – Piergiorgio Odifreddi racconta Isaac Newton e la peste del 1665 in Inghilterra
GIORNO 11 – 19 marzo 2020 – Dario Vergassola ha scritto e legge Un’avventura straordinaria al mercato cittadino
GIORNO 12 – 20 marzo2020 – Paolo Bosisio, professore di Storia del teatro e regista d’opera, legge Il sergente della neve di Mario Rigoni Stern
GIORNO 13 – 21 marzo 2020: Antonio Vasta, compositore, esegue Viaggio immaginario
GIORNO 14 – 22 marzo 2020: Lauro Magnani, storico dell’arte – Università di Genova, illustra Il racconto di due misteriosi dipinti di Rembrandt
GIORNO 15 – 23 marzo 2020: Antonio Syxty legge L’autostoppista della Galilea di Richard Brautigan
GIORNO 16 – 24 marzo 2020: Jurij Ferrini legge Svejk nella seconda guerra mondiale di Bertolt Brecht
GIORNO 17 -25 marzo 2020: Paolo Fresu legge Sandro Penna ed esegue Sensousness tratta dal cd Eros (Tŭk Music 2016) con Paolo Fresu, Omar Sosa e Jaques Morelenbaum
GIORNO 18 – 26 marzo 2020: Roberto Alajmo (scrittore) racconta la storia del Principe Monroy della Pandolfina
GIORNO 19 – 27 marzo 2020 – Eugenio Barba e Julia Varley, fondatore e attrice dell’Odin Teatret, condividono in esclusiva MR. PEANUT Un personaggio che non può morire
GIORNO 20 di 100 – 28 marzo 2020 – Massimo Minella, giornalista e scrittore, racconta La leggenda del Rex
GIORNO 21 – 29 marzo 2020 – Paolo Andreoli, violinista (Quartetto di Cremona), esegue Étude-Caprice op.18 n.1 di Henryk Wieniawski
GIORNO 22 – 30 marzo 2020: Angelo Zampieri legge Le Cosmicomiche di Italo Calvino
GIORNO 23 – 31 marzo 2020: Roberto Citran legge Ciao nudo di Roberto Citran e, fuori collana, Sillabari di Goffredo Parise
GIORNO 24 – 1 aprile 2020: Faisal Taher canta Due canzoni per l’Italia
GIORNO 25 – 2 aprile 2020: Andrea Nicolini legge Edgar Allan Poe di Lou Reed
GIORNO 26 – 3 aprile 2020: Edoardo Erba legge Una cosa che comincia per “L” di Dino Buzzati
GIORNO 27 – 4 aprile 2020: Massimo Wertmüller dice La guerra e La stretta de’ mano di Trilussa
GIORNO 28 – 5 aprile 2020: Gian Luca Favetto legge Foglie d’erba di Walt Whitman
GIORNO 29 – 6 aprile 2020: Maria Amelia Monti legge Ami di Edoardo Erba
GIORNO 30 di 100 – 7 aprile 2020: Marco Sciaccaluga legge Impressioni teatrali di Wislawa Szimborska
GIORNO 31 – 8 aprile 2020: Nino Formicola racconta un fatto accaduto a Milano
GIORNO 32 – 9 aprile 2020: Roberto Alinghieri legge il mostro Franz di Stefano Benni e I piaceri di Vitaliano Brancati
GIORNO 33 – 10 aprile 2020: Maria Russo canta Stabat mater di Giovanni Pergolesi
GIORNO 34 – 11 aprile 2020: Costanza DiQuattro legge La mia casa di Montalbano di Costanza DiQuattro
GIORNO 35 – 12 aprile 2020, Pasqua: Irene Cerboncini canta Io son l’umile ancella da Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e Summertime da Porgy and Bess di George Gershwin
GIORNO 36 – 13 aprile 2020: Federico Moccia legge I ciechi e l’elefante di James Baldwin, Discorso per il Nobel di Ernest Hemingway e La notte è bella di Giuseppe Ungaretti
GIORNO 37 – 14 aprile 2020: Paola Cigna canta Le rossignol et la rose da Parysatis di Camille Saint-Saëns
GIORNO 38 – 15 aprile 2020: Gianni Quillico legge Il vero Romeo, la vera Giulietta di Rocco D’Onghia
GIORNO 39 – 16 aprile 2020: Federico Sirianni canta Disperanza, ispirata alla figura del gabbiere Maqroll raccontato da Alvaro Mutis
GIORNO 40 di 100 – 17 aprile 2020: Flavio Albanese legge Eneide di Virgilio
GIORNO 41 – 18 aprile 2020: Laura Curino legge L’anello forte di Nuto Revelli
GIORNO 42 – 19 aprile 2020: Oliviero Ponte di Pino racconta Finzioni di Jorge Luis Borges
“Un Decameron contemporaneo. Non teatro in gabbia, in cattività – spiegano Sergio Maifredi, direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure e Corrado d’Elia, fondatore della Compagnia Corrado d’Elia – ma racconti nati qui e ora per noi, per Voi; donati da artisti, scrittori, giornalisti, poeti, musicisti. Perché l’arte, la parola, la musica è ciò che ci fa sentire insieme oltre la paura. Un tempo vuoto da riempire di straordinario, di tutto ciò che nella quotidiana fretta poteva apparire inutile”.
“Lo spettacolo dal vivo – dichiarano d’Elia e Maifredi – è, più delle altre arti, incontro, scambio, partecipazione, atto poetico che unisce, avvicina e annulla le distanze. Ed è proprio nella sua continua tensione verso il contatto umano che sta la sua forza vitale e rigeneratrice. È dunque soprattutto in questo momento di crisi che la natura stessa dell’atto teatrale e del nostro essere uomini di teatro che ci spinge a trovare nuove soluzioni, nuovi percorsi che non si arrendano, e anzi ci spingano a reagire, creando nuove forme di incontro, nuovi luoghi e nuove occasioni. Per restare vivi culturalmente e spiritualmente. Per non sommare al danno economico, che inevitabilmente ci troviamo a fronteggiare, un più grave danno culturale.
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