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PALAZZO DELLA MERIDIANA, AL VIA LA MOSTRA “RE DENARO. LE MONETE RACCONTANO GENOVA FRA ARTE, LUSSO E PARSIMONIA”
Visitabile dal 27 maggio al 12 dicembre, sarà un’occasione per valorizzare la ricchezza e l’ampiezza enciclopedica delle collezioni d’arte e di storia del Comune
GENOVA – La mostra “Il Re Denaro. Le monete raccontano Genova fra arte, lusso e parsimonia” parte oggi, 27 maggio, e mostrerà come la storia della città di Genova sia intrecciata con quella del denaro, dei commerci, dell’alta finanza. L’esposizione, a cura di Anna Orlando e Guido Rossi sarà a Palazzo della Meridiana con una sezione nei Musei di Strada Nuova.
La presenza materiale delle monete, le loro forme, i simboli che riportano scandiscono un percorso in cinque sezioni, che attraversano circa otto secoli nelle sale di Palazzo della Meridiana. Le monete, ma anche tutto ciò che “si crea” con le monete: dipinti, disegni, sculture, accessori, oggetti d’arredo e di uso quotidiano e documenti che rivelano gli aspetti economici, finanziari, politici e sociali della storia di Genova.
«Le opere d’arte, manufatti preziosi, ma anche oggetti d’uso quotidiano che oggi conserviamo nei nostri musei – spiega Anna Orlando – aiutano a creare il contesto per un racconto fatto per immagini, grazie alla capacità dell’arte di essere storia che si fa figura».
Grazie a postazioni multimediali innovative e una app, le avventure del denaro genovese sono raccontate in cinque capitoli più un prologo, anche attraverso narratori d’eccezione: personaggi chiave dei diversi periodi storici che portano una “testimonianza diretta” del loro tempo. Ogni postazione ospita le monete originali più significative per ciascuna epoca, oltre a contenuti multimediali ricchi di aneddoti e approfondimenti. Attorno alle postazioni, opere d’arte, oggetti e documenti evocano il periodo storico trattato.
«Sono le monete, con il loro valore anche simbolico, a segnare il passare del tempo, dal Medio Evo all’Età Moderna e a indicare il percorso da seguire perché il visitatore intraprenda un viaggio di riscoperta della storia della Repubblica di Genova e della città – spiega Guido Rossi – in un arco di tempo lungo quanto l’attività della sua Zecca, dal 1138 al 1860».
Prologo e capitoli
Il prologo, dedicato a “Santi e basilischi. Leggende e realtà delle origini della città (secoli IV – X)”: alle origini della Genova altomedievale, mentre la monetazione romana e poi bizantina viene sostituita da quella carolingia, riscopriamo alcuni miti fondativi della città, come il miracolo di San Siro contro il Basilisco, e l’affermarsi di devozioni che segneranno l’immaginario genovese, a partire da San Giorgio.
Il primo capitolo “Genovese dunque Mercante! Genova alla conquista del Mediterraneo (secoli XI -XIV)” ci viene raccontato da Benedetto Zaccaria, ammiraglio vincitore della battaglia della Meloria. Per Genova sono i secoli dell’espansione nel Mediterraneo iniziata con la prima Crociata, delle lotte vittoriose con Pisa e Venezia, della creazione di una rete di insediamenti commerciali, quartieri che assomigliano a “un’altra Genova” e che si ritrovano dalla Corsica alla Crimea. Compaiono le prime monete d’argento coniate a Genova, con il simbolo della Croce e l’immagine della città, e poi i grossi, e il genovino in oro, perché i commerci dei genovesi sono talmente ricchi e sviluppati che hanno bisogno di denaro di grande valore. Alla fine del Duecento, Genova raggiunge decine di migliaia di abitanti, forse più di Parigi e Londra; nel suo porto transitano merci tassabili per un valore quattro volte superiore a quello dei porti inglesi e in un anno il valore del commercio genovese è tre volte superiore alle entrate del Regno di Francia.
Con “Fra Mediterraneo ed Europa (secolo XVI)” si entra nel tempo della Repubblica aristocratica: dopo la fase di occupazioni straniere che la città vive lungo il Quattrocento, nel Cinquecento la Repubblica di Genova prende la forma con cui dominerà il secolo successivo. Ma già nel 1407 troviamo un evento importantissimo per la città: nasce il Banco di San Giorgio, che possiamo considerare la prima banca del mondo. La riforma del 1528, che oltre a consolidare le forme del governo della città porta Genova nell’orbita spagnola, è il momento chiave, raccontato dal suo protagonista, Andrea Doria. Per Genova inizia una stagione di prosperità e di grande influenza su tutta Europa.
A Genova si cominciano a battere le doppie, che in multipli sempre più grandi diverranno il simbolo del nascente potere finanziario della Repubblica. E intanto l’accumulo di denaro e di ricchezza porta il fiorire delle arti, la costruzione di magnifiche ville, sontuosi palazzi affrescati, la creazione di dipinti e arredi, arazzi, suppellettili di pregio e ricchi argenti da parata, destinati a destare meraviglia.
Terzo, fondamentale capitolo: “I banchieri del Re: dall’apogeo al tramonto (secoli XVII – XVIII)”. È il cosiddetto “Secolo dei Genovesi”, quello in cui l’oro “nasce onorato nelle Indie … viene a morir in Spagna ed è seppellito a Genova”. Per un centinaio d’anni tra Cinquecento e Seicento, la Repubblica domina l’Europa dal punto di vista commerciale e, ancor più, finanziario. I suoi grandi banchieri finanziano le imprese dei monarchi d’Europa e degli imperatori del Sacro Romano Impero. Prestano somme enormi, definendo di fatto il moderno concetto di finanza. In città, le arti fioriscono come non mai. Dal 1637 Genova diventa un regno, molto particolare: la Madonna è infatti la Regina di Genova. L’iconografia della Madonna Regina di Genova compare sulle monete simbolo dell’epoca, gli scudi e le grandi doppie, anche in preziosissimi multipli come i 6 scudi d’argento o le 25 doppie in oro: enormi monete di rappresentanza, veri e propri status symbol delle famiglie dei banchieri genovesi, utilizzate per le grandi transazioni economiche e finanziarie, ma anche per le doti delle più ricche fanciulle dell’aristocrazia. Con la seconda metà del Seicento per la città comincia un lento declino, ma l’oro scorre ancora per anni nelle vene della Repubblica e l’immagine di San Giorgio campeggia sui reali di Genova.
“Genovesi in crisi tra rivolte e cospirazioni (secoli XVIII-XIX)”. Il quarto capitolo della storia racconta della fine della Repubblica, che continuerà a celebrare se stessa nelle monete fino alla fine del Settecento, ma che dovrà poi seguire il corso della storia europea. Sono anche gli anni in cui a Genova agiscono grandi “ribelli” e innovatori, da Balilla a Mazzini, da Mameli a Corvetto e Rubattino. Sulle monete battute in città dopo il 1798, anno di inizio della “Repubblica Ligure” di ispirazione francese, troviamo simboli come il berretto frigio; e nel 1805 compare l’effigie di Napoleone. Tutto il sistema di monetazione cambia, fondandosi sul valore da 20 franchi: nasce il marengo, coniato a simbolo della vittoria di Napoleone Buonaparte in Italia. Con la fine dell’avventura napoleonica, Genova entra a far parte del Regno di Sardegna; la Zecca continuerà a battere moneta con l’effigie dei sovrani Savoia, le monete prodotte in città si distinguono perché sono “firmate” con una piccola àncora.
La fine dell’indipendenza politica di Genova non coincide con la fine della sua importanza economica. È la storia che viene raccontata nell’ultimo capitolo, “Finanzieri & mecenati. Dall’Unità d’Italia alla Prima Guerra Mondiale (secoli XIX-XX)”. Fra la seconda metà dell’Ottocento e la Prima Guerra mondiale, infatti, Genova è al centro dei più importanti fenomeni economici dell’Italia unita, come l’industrializzazione, mentre il porto conosce un notevole sviluppo e ingrandimento, grazie anche al ricchissimo intervento di Raffaele De Ferrari. Sono proprio i duchi di Galliera, Raffaele De Ferrari e sua moglie Maria Brignole-Sale, ad accompagnarci in questo ultimo atto, con le storie della loro straordinaria generosità verso la città. Intanto, con l’unità d’Italia si chiude la storia della Zecca di Genova, che ha battuto moneta per più di 7 secoli.
Le sezioni di Palazzo della Meridiana si integrano con un percorso dedicato nei Musei di Strada Nuova, a Palazzo Bianco e Palazzo Tursi, dove elementi grafici e visivi permetteranno al visitatore di ritrovare fra le opere del percorso espositivo permanente le tematiche della mostra, di fare accostamenti, di approfondire alcuni aspetti rilevanti.
Informazioni
Palazzo della Meridiana è aperto da mercoledì a domenica e Festivi: h 12-19 (lunedì e martedì chiuso).
I Musei di Strada Nuova sono aperti giovedì e venerdì h 10-18, sabato e domenica h10-19 (lunedì, martedì e mercoledì chiuso).
Biglietto d’ingresso: € 10,00 (intero), € 8,00 (ridotto), € 4,00 (scuole).
C.S.
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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