Nasce in Liguria il progetto che salverà una delle specie più a rischio del Mediterraneo

Di il 31 Marzo 2017

 

Un’iniziativa tutta ligure per salvare uno degli invertebrati marini più a rischio di estinzione in tutto il Mediterraneo. La Patella ferruginea è una delle più grandi patelle esistenti, la cui conchiglia raggiunge i 10 cm di diametro; un tempo molto diffusa nei nostri mari, oggi questa specie è a rischio di estinzione. Da qui nasce la volontà di tutelarla, riprodurla e reintrodurla in Liguria, grazie al progetto “Re-establishment of the Ribbed Limpet (Patella ferruginea) in Ligurian MPAs by Restocking and Controlled Reproduction”, che unisce l’Area Marina Protetta di Portofino – coordinatore capofila, Acquario di Genova/Costa Edutainment, Softeco, il Dipartimento DISTAV dell’Università degli Studi di Genova, Parco Nazionale delle Cinque Terre, Area Marina Protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo ed Area Marina Protetta isola di Bergeggi.

 

Il progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea tramite lo strumento finanziario LIFE, è stato avviato nell’ottobre 2016 e mira a reintrodurre la patella ferruginea nelle tre Aree Marine Protette liguri, ovvero Portofino, Bergeggi e Cinque Terre, dove sono state eliminate le cause dell’estinzione ed è assicurato un adeguato livello di protezione, partendo da esemplari prelevati nell’Aree Marine Protette di Tavolara in Sardegna. Lo speciale laboratorio in cui si sviluppa il progetto è stato allestito a Camogli, all’interno dei locali messi a disposizione del CNR-IBF, già predisposti a questo tipo di utilizzo. L’attività scientifica legata allo studio delle fasi riproduttive, di allevamento delle larve e, successivamente, degli stadi giovanili, è svolta dal DISTAV dell’Università degli Studi di Genova e coordinata dalla biologa e docente Mariachiara Chiantore.

 

A inizio estate è previsto l’arrivo degli esemplari da Tavolara, l’isola situata nel nord della Sardegna che conta ancora una ricca popolazione della rara specie in buona salute, con più di 3.100 individui. Parte degli esemplari saranno destinati all’inserimento in ambiente naturale per il ripopolamento diretto, mentre alcuni saranno dirottati al laboratorio di Camogli, dove troveranno idonee vasche di adattamento al nuovo ambiente. La fase finale del progetto consiste nel trasferimento della specie nelle aree protette di Portofino, Bergeggi e Cinque Terre.

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