Museo dei Cappuccini, domenica visita guidata con Daphne Ferrero e Luca Piccardo

Di il 25 Maggio 2018

GENOVA – La mostra “Pammatone: dagli Hospitalia all’Ospedale” del Museo dei Cappuccini sta per entrare nell’ultimo mese di apertura (chiude il primo luglio), con una visita guidata domenica 27 maggio alle 15.30 con i curatori dell’esposizione Daphne Ferrero e Luca Piccardo.

 

Un percorso alla scoperta di uno dei quartieri più importanti di Genova: quello di Portoria, lacerato dai devastanti bombardamenti della seconda guerra mondiale, che oggi ha come punto di riferimento il Palazzo di Giustizia ma che nella sua storia è ricordato nelle memorie e nei racconti dei genovesi per l’ospedale Pammatone, simbolo per cinque secoli dell’assistenza sanitaria genovese. Si tratta di un vero e proprio spaccato di storia cittadina filtrato attraverso gli ospedali e i suoi protagonisti.

 

Antichi manoscritti portano testimonianza dei tanti benefattori che attraverso i secoli hanno reso possibile lo sviluppo dell’assistenza sanitaria, preziose edizioni a stampa documentano lo sviluppo scientifico attraverso trattati dei più illustri luminari del sei e settecento. Degna di nota, tra i molti documenti esposti, la Bolla di Papa Sisto IV del 1471 dedicata al tema dei bambini abbandonati. I documenti incrociano più volte la storia, è il caso di un registro dei ricoverati presso l’ospedale di Pammatone, dove, nella pagina dedicata al giorno 5 Dicembre 1746 è possibile avere testimonianza dei feriti in conseguenza dei tumulti contro il dominio austriaco ( il celebre episodio del Balilla). Trova spazio nell’esposizione una selezione di strumenti chirurgici del XVIII-XIX secolo:  seghe da amputazione, coltelli, cauteri, sonde, dilatatori e forcipi provenienti dalle sale operatorie dell’Ospedale Pammatone la cui visione fa molto riflettere. Abituati ai moderni bisturi elettrici, laser e tecnologia robotica dobbiamo considerare che questi strumenti venivano usati senza nemmeno l’ausilio dell’anestesia dato che solo a metà 1800 si inizia a usare con successo l’etere nelle operazioni chirurgiche.

 

Un accurato percorso pittorico immerge il visitatore nella brulicante vita ospedaliera seicentesca, in particolare attraverso quattro opere del pittore fiammingo Cornelius De Wael tratte dal ciclo “Le sette opere di Misericordia” dipinte nel 1627 circa dove con facilità si riescono a scorgere le maestose corsie degli ospedali cittadini con le statue dei benefattori, proprio le stesse che oggi troviamo all’interno dell’area dell’ospedale San Martino. Il pittore, con grande perizia, ritrae con sapienti cromatismi e spettacolari chiaroscuri diversi momenti legati all’assistenza ospedaliera dove spiccano, quali protagonisti, i nobili genovesi intenti a donare quanto nelle loro possibilità in favore degli ammalati. Tra i dipinti merita attenzione anche una sezione dedicata a una riflessione sulla malattia e sulla sofferenza attraverso scene tratte dalle sacre scritture; ne sono esempio Cristo che risana il paralitico di Pietro paolo Raggi, Giobbe tormentato dai demoni di Giovanni Battista Merano e il Martirio di san Bartolomeo di Andrea Semino, dove non si fatica a scorgere, tra gli strumenti di tortura usati dagli aguzzini, gli stessi utensili chirurgici esposti nelle vetrine museali.

 

 

La mostra è anche multimediale, una postazione video mostra i segreti di un’inedita Genova sotterranea con un filmato realizzato appositamente dal centro studi sotterranei dove viene presentato ciò che si nasconde sotto gli ospedali cittadini antichi e nuovi, tra rifugi antiaerei, cunicoli, corsi d’acqua, depositi e veri e propri labirinti.

 

Gli altri appuntamenti

 

  • Martedì 29 maggio ore 17.15

La malattia negli ex voto convegno a cura di  Italia Votiva

don Francesco di Comite, Aldo Cafferata, Giovanni Meriana, Guido Zibordi

 

  • Giovedì 31 maggio ore 18.00

I grandi medici dell’Ospedale Galliera

Dott. Giuliano Lo Pinto, Direttore sanitario

 

  • Mercoledì 6 giugno ore 18.00

Cornelio de Wael e le Sette Opere di Misericordia Corporale

Piero Donati, storico dell’arte, già Direttore della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Liguria

 

 

(C.S.)

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