L’INFLAZIONE SALE AL +8,4% CON UN +10,2% PER I PREZZI DEL CIBO. È IL DATO PIÙ ALTO DAL 1985

Di il 31 Agosto 2022

L’aumento negli ultimi mesi ha costretto gli italiani a tagliare il numero di acquisti nel carrello della spesa

GENOVA – L’inflazione ad agosto sale al +8,4%, registrando una crescita che non si vedeva dal 1985. Complici il caro energia e la situazione climatica, con la siccità e il conseguente taglio dei raccolti, che incrementano i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande tanto da segnare un aumento complessivo medio del +10,2%. Aumento che, negli ultimi mesi, ha costretto gli italiani a tagliare il numero di acquisti nel carrello della spesa. A dirlo è l’analisi della Coldiretti sui dati Istat, che mettono a confronto l’inflazione ad agosto 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Nel 2022 il balzo dell’inflazione costerà alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola. Una crescita che non si osservava da settembre 1984, dovuta al mix esplosivo che vede l’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina concomitante al taglio dei raccolti per la siccità. “I prezzi dei beni alimentari non lavorati, come frutta e verdura, aumentano su base annua del +9,7% – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – anche per effetto delle speculazioni, che sottopagano le produzioni agli agricoltori e fanno triplicare i costi dell’ortofrutta, dai campi alla tavola. Il risultato è che, per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi, nel carrello della spesa gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, che crollano dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo”, come evidenzia anche l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia, dai quali emerge che il consumo di frutta delle famiglie nel primo semestre del 2022 si è attestato a 2,6 milioni di tonnellate in quantità.

“Gli italiani – continuano Boeri e Rivarossa – hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita. È una situazione destinata ad avere un impatto importante sulle famiglie più deboli, che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione. Si pensi che, secondo le stime, oltre 2,6 milioni di persone si trovano costrette a chiedere aiuto per mangiare, e questa è solo la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero sempre più crescente di famiglie a causa dell’inflazione e degli aumenti che stanno interessando il carrello della spesa, sia per i costi energetici che per quelli alimentari”.

“Così non possiamo andare avanti – concludono Boeri e Rivarossa – e non ci possiamo permettere di aspettare i tempi lunghi della politica. Rischiamo un crack alimentare, economico e occupazionale. occorre lavorare per dar vita ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali, con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi, che, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni, non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

C. S.

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