Le “Sacre Famiglie” esordiscono nel capoluogo ligure

Di il 5 Dicembre 2017

GENOVA – Dal 6 dicembre all’8 aprile Palazzo Spinola ospita la mostra Bartolomeo Caravozzi a Genova.

 

Il prestito del Ritratto di Gio. Carlo Doria di Rubens alla mostra L’ultimo Caravaggio, eredi e nuovi maestri (Milano, Gallerie d’Italia, Palazzo Scala, 30 novembre 2017 – 8 aprile 2018), dà la possibilità di colmare l’assenza del capolavoro con la presente esposizione, nata grazie alla collaborazione con Intesa San Paolo, organizzatore della mostra milanese.

 

Proprio un inventario della collezione di Gio. Carlo Doria, steso tra 1617 e il 1621, contiene la prima menzione della presenza a Genova di un dipinto di Bartolomeo Cavarozzi. Si trattava di una tela raffigurante il Lamento di Aminta, dipinto più che mai vicino all’opera di Caravaggio, costante riferimento stilistico nella carriera del pittore.

 

Tre Sacre Famiglie, dipinte dall’artista viterbese intorno al 1620, sono esposte a confronto per la prima volta a Genova, città in cui furono conservate per secoli, prima di disperdersi ed essere divise tra musei e collezioni private.
Questi straordinari brani pittorici, testimonianze dell’abilità di un artista capace di elaborare autonomamente il linguaggio caravaggesco, furono realizzati in anni in cui è stata dimostrata la presenza di Caravozzi a Genova e il suo forte legame con essa.

 

L’esposizione è corredata da un catalogo a cura di Gianluca Zanelli (Sagep editore), introdotto da un saggio di Marieke von Bernstorff in cui sono illustrate le circostanze del viaggio di Bartolomeo Cavarozzi verso la Spagna, percorso che comprese una breve tappa genovese. Proseguono Daniele Sanguineti (che presenta in un suo contributo il quadro dei rapporti tra Bartolomeo e Genova), Gianluca Zanelli, Gabriele Langosco (schede dei dipinti esposti) e una breve biografia del pittore a cura di Gabriella Aramini.

 

Cavarozzi e la Sacra Famiglia

Il temperamento di Bartolomeo Cavarozzi, la sua cura nella stesura della materia pittorica e una certa affezione per alcuni soggetti, spinsero l’artista a concentrare la sua produzione su di un numero limitato di temi. Individuata una composizione, il pittore ne elaborava una prima versione, per poi replicarla in altri dipinti con sottili variazioni di pose, gesti e ambientazioni.

 

Il primo dipinto proviene probabilmente da una collezione Spinola; la tela oggi alla Pinacoteca dell’Accademia Albertina era parte – nel secolo XVIII – della quadreria di Costantino Balbi senior; la Sacra Famiglia con San Giovannino è ricordata per secoli nel palazzo Spinola di Strada Nuova. Sono opere di altissima qualità formale, dove gli sguardi dei protagonisti, che convergono negli occhi dello spettatore, sono capaci di suscitare forti coinvolgimenti emotivi.

 

(C.S.)

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