LE CINQUE TERRE COME L’ANTICA GRECIA: DEPOSITATI IN MARE TRE QUINTALI D’UVA PER LA VENDEMMIA

Di il 10 Settembre 2024

Le nasse d’acciaio inox sono state posizionate sul fondale della spiaggia di Guvano, tra Vernazza e Corniglia

VERNAZZA (SP) – Dalla Grecia di duemilacinquecento anni fa alle Cinque Terre: è antica la storia che ha fatto sì che oggi tre quintali di uva risiedano per la vendemmia 2024 a sei metri di profondità nelle acque dell’area marina protetta delle Cinque Terre. Si tratta dei vitigni Bosco, Albarola e Vermentino, i quali sono stati posizionati all’interno di nasse d’acciaio inox e depositati sul fondale della spiaggia di Guvano, tra Vernazza e Corniglia.

L’uva che è stata depositata nei fondali delle Cinque Terre è proveniente dalle tre cantine BarCa, Missanega, Sp4488, che ne hanno messo a disposizione un quintale ciascuno. Mente del progetto è Guido Galletti, proprietario di Sp4488 Ittiturismo, che qualche anno fa in una ricerca su internet si è imbattuto in questa particolare tecnica utilizzata dagli antichi greci e si è lasciato ispirare. I Greci, infatti, calavano l’uva in mare al largo dell’Isola di Chio, arricchendola di una sapidità unica e guadagnando tempo per l’appassimento.

La zona in cui lasciare l’uva è stata scelta dai biologi del Parco Nazionale delle Cinque Terre e il progetto è stato seguito anche delle università di Pisa e Firenze, oltre che ad aver coinvolto tre ex studenti dell’Istituto Agrario Arzelà di Sarzana, Pietro Galletti, Niccolò Moggia e Luca Resasco. La tecnica prevede che l’uva rimanga immersa per un periodo di circa 72 ore, al quale seguirà il recupero e il trasporto in cantina.

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