L’arte dei Marina Von Lukas come strumento d’indagine dell’essere umano: a Palazzo Stella una nuova mostra a cura di Flavia Motolese

Di il 17 Maggio 2019

GENOVA – È intitolata Mind Games la mostra personale dei Marina Von Lukas, che sarà inaugurata domani 18 maggio 2019 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova. La mostra, curata da Flavia Motolese, resterà aperta fino al 31 maggio con orario 9:30–13:00 / 15:00–19:00 dal martedì al venerdì, e 15:00–19:00 il sabato.

Marina Von Lukas è un sodalizio artistico dietro cui si celano Marina Comerio e Luca Leone, uniti dal comune interesse a indagare la realtà per capire le sue dinamiche e l’uomo inteso come animale sociale, e dall’esigenza di comunicare i risultati di questa analisi. Il loro lavoro si configura come un dialogo di condivisione da cui poi si sviluppa l’articolazione dei vari progetti artistici.

Caratteristica fondamentale delle loro opere è quella di essere realizzate con una tecnica di assemblaggio che coniuga elementi disegnativi-figurativi, oggetti inusuali e parola scritta creando una polisemia in grado di esprimere la dualità insita nelle cose. Fulcro del pensiero dei Marina Von Lukas, infatti, è quello di voler oltrepassare l’apparenza del visibile per svelare l’intima essenza delle persone e delle relazioni che le legano. Ogni componente dell’opera viene scelta per la sua capacità referenziale e di rappresentare simbolicamente la condizione umana evocando le affascinanti intuizioni degli artisti. Questa commistione di elementi diversi li costringe a confrontarsi con sfide tecniche che vengono risolte sempre in modo esteticamente elegante e sofisticato. Questo approccio multirelazionale diventa un metodo cognitivo che, attivando la dialettica tra i piani comunicativi del repertorio iconico e di quello verbo-visivo, potenzia i significati impliciti nei materiali e le loro sfaccettature intelligibili.

Ogni collezione verte su una tematica ed è costituita da una serie di teche che richiamano, per alcuni aspetti, l’intenzionalità provocatoria dei Quadri-trappola di Daniel Spoerri. Lo stesso desiderio di destare la coscienza dell’osservatore guida l’ispirazione del duo che dissemina l’opera di indizi che esprimano il loro pensiero e guidino nell’interpretazione semantica, come se fosse un rompicapo da risolvere. Perché se da un lato c’è una connotazione fortemente concettuale, dall’altra c’è anche quella ludica: il gioco è una presenza ricorrente, sia direttamente nei soggetti, sia indirettamente. I Marina Von Lukas mettono in concreto dei pensieri maturati osservando ciò che li circonda, svelando allo spettatore l’ingresso di un percorso alla comprensione del mistero dei meccanismi di interazione tra persone e situazioni.

C.S.

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