LA RINASCITA DEL CHIOSTRO DI CERTOSA

Di il 1 Febbraio 2018
Rotondog / Opera propria Rotondog / Opera propria - Giardini del Chiostro nel 2005

Avviato l’iter di recupero del complesso monumentale della Valpolcevera. A febbraio la chiusura della gara di appalto. 4 milioni per tre anni di lavoro e un tavolo ancora aperto sulle destinazioni.

di Marianna Mancini

 

Dopo 3 anni di stallo, sembra che qualcosa si muova nel gioiellino di Genova Rivarolo. L’alluvione del 2014 aveva fatto crollare la parte centrale del monumento, rendendo di fatto inagibile una risorsa di grande valore storico e paesaggistico, risalente al 1297. Lo scorso dicembre era stata finalmente aperta la gara per il conferimento in appalto dei lavori, concepiti all’interno del bando nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate.

 

«Non siamo in grado di stabilire una tempistica certa, ma posso prevedere che tra maggio e giugno avremo l’aggiudicatario del bando e si potranno avviare i lavori, per la durata di 36 mesi» spiega Ines Marasso, dirigente comunale del settore opere pubbliche. Tre anni dunque, per un progetto che, ristrutturando la Chiesa di San Bartolomeo della Certosa, vuole essere anche un recupero per l’intero quartiere, fornendo spazi condivisi per tutta la cittadinanza e un ambiente dall’alto potenziale turistico.

 

Il progetto costerà 4 milioni di euro, e oltre al recupero della parte crollata prevede la ristrutturazione del chiostro interno, delle arcate, del colonnato e del pozzo. Resta ferma la volontà di tenere aperto il giardino pubblico nel corso dei lavori. Il tutto, tenendo presente che ad oggi alcuni interni sono alloggi occupati, mentre gli altri 8 potranno rientrare in un programma di edilizia sociale.

 

Le proposte sull’uso del chiostro sono ancora in fase di discussione, ma le idee non mancano. Nelle intenzioni del presidente del Municipio V Valpolcevera Federico Romeo c’è una forte connotazione sociale ed educativa degli spazi: nei suoi progetti un chiosco, per vivere la Certosa anche con un aperitivo o una serata, un programma di cinema all’aperto, da realizzare in collaborazione con il Teatro Govi, l’esposizione di mostre nei locali interni della struttura. E ancora, laboratori musicali con le bande cittadine, messa a disposizione degli spazi per congressi e convegni, percorsi di inserimento sociale.

 

Un contenitore dal grande potenziale dunque, il cui riempimento fa discutere da anni e che sembra non trovare pace. «Il Comune dà piena disponibilità al dialogo con tutte le forze del territorio» afferma l’assessore ai lavori pubblici Paolo Fanghella, che immagina il nuovo Chiostro di Certosa come un «piccolo incubatore di aziende artigianali», capace anche di creare posti di lavoro. «Qualsiasi decisione verrà presa, bisogna comunque tenere conto che una struttura del genere richiede costi di manutenzione molto alti» viene tuttavia puntualizzato «Prima di affidarla totalmente ad associazioni di carattere sociale o non-profit sarà necessario fare gli opportuni calcoli».

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