La rassegna “Il Cinema Ritrovato” riprende al cinema America con il film “A’ bout de souffle – Fino all’ultimo respiro”

Di il 5 Ottobre 2021

GENOVA – Con “À bout de souffle – Fino all’ultimo respiro” di Jean-Luc Godard torna “Il cinema ritrovato”, la rassegna della Cineteca di Bologna che riporta in sala i “Classici restaurati in prima visione”. Circuito ospita il capolavoro del regista francese nel mese di ottobre 2021, ogni lunedì e giovedì, al cinema America di via Colombo nella versione in lingua originale francese con i sottotitoli in italiano. Sessant’anni dopo l’uscita del film, “À bout de souffle” è un omaggio a Jean-Paul Belmondo, scomparso lo scorso 6 settembre all’età di 88 anni, che divenne un’icona. L’attore, superbo divo della storia del cinema, è stato il protagonista, insieme alla star hollywoodiana Jean Seberg, del primo film di Godard, capolavoro considerato un vero e proprio saggio di estetica della nascente Nouvelle Vague.

Il protagonista, Michel Poiccard, è un eroe nero senza ideali. Ruba un’automobile a Marsiglia e poi uccide un poliziotto che lo stava inseguendo. Arriva a Parigi e rivede Patricia, una studentessa americana di cui è innamorato e con cui vorrebbe condividere la sua vita spericolata. Intanto le forze dell’ordine gli danno la caccia e lui capisce che gli stanno alle costole dopo che la sua foto compare su “France Soir”. Cerca così di fuggire cercando di portare con sé la ragazza in Italia. Patricia però decide di non seguirlo e alla fine lo denuncia alla polizia. Ispirato a un fatto di cronaca, venne girato in soli ventitré giorni. Primo ciak il 23 agosto 1959. La prima scena: Jean Seberg sugli Champs-Elysées.

“À bout de souffle” diventa il manifesto di un’epoca. Nel 1959 Parigi era il centro del mondo. Il film è stato scritto da François Truffaut e Godard lo ha diretto. «Poco budget – scrive quest’ultimo – molto amore per il B-movie americano, sguardi in macchina, jump-cuts, l’euforizzante sensazione che tutto sta per ricominciare. Irripetibile, e forever young. “Fino all’ultimo respiro” appartiene, per sua natura, al genere di film in cui tutto è permesso. Per di più “Fino all’ultimo respiro era il genere di film in cui tutto era permesso, era nella sua natura. Qualsiasi cosa faccia la gente, tutto poteva essere inserito nel film. È proprio questa l’idea da cui ero partito. Pensavo: c’è già stato Bresson, è appena uscito “Hiroshima, un certo tipo di cinema si è appena concluso, forse è finito, allora mettiamo il punto finale, facciamo vedere che tutto è permesso. Quello che volevo era partire da una storia convenzionale e rifare, ma diversamente, tutto il cinema che era già stato fatto». La suddivisione delle inquadrature era decisa sul momento, come i dialoghi. Il desiderio era sfuggire alle regole della grammatica cinematografica.

“À bout de souffle” è stato restaurato da StudioCanal e CNC-Centre national du cinéma et de l’image animée, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna.

L’attività di Circuito è sostenuta dai main sponsor Banca Carige, che promuove la cultura e le imprese liguri, in una sfida che unisce tradizione e innovazione, e Fondazione Cappellino-Almo Nature che attraverso la partnership con Circuito Cinema e Circuito Cinema Scuole, attente all’educazione civica e ambientale, vogliono contribuire a diffondere l’importanza delle scelte quotidiane dell’individuo in relazione alla tutela degli habitat e far sapere che un modello economico a impatto positivo sulla biodiversità è possibile (e in Fondazione Capellino – Almo Nature già esiste).

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C. S.

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