La musica contro le guerre sarà il tema del Festival del Mediterraneo in programma dal 1° settembre

Di il 18 Agosto 2023

GENOVA – Make Music not War è il tema del Festival del Mediterraneo, in programma a Genova dal 1° settembre al 21 ottobre. La rassegna, sotto la direzione artistica di Davide Ferrari, propone quest’anno un aggancio all’attualità e ai nostri tempi movimentati attraverso l’arte di musicisti giunti da tutto il mondo: un appello ad “usare” suono e musica come metafora perfetta ma anche come esperienza concreta per far cessare i conflitti, soprattutto quelli che infiammano, spesso inutilmente, la nostra vita quotidiana.

Il Festival del Mediterraneo, giunto alla 32° edizione, è organizzata dall’associazione Echo Art, con il sostegno di Regione Liguria, Comune di Genova e Fondazione Compagnia di San Paolo.

Sarà “Elogio della caduta”, venerdì 1° settembre alle 21, ad aprire un Festival che, nell’arco di una cinquantina di giorni, accompagnerà gli ascoltatori in un giro del mondo. Lo spettacolo inaugurale fonde in scena in un unico messaggio le coreografie di DEOS Danse Ensemble Opera Studio di Giovanni Di Cicco con i gong e le campane di Friederich Glorian, le letture del filosofo Nicola Bucci e la recitazione e la voce cantata di Miriam Gotti. Prendendo spunto dalle arti marziali, dove la caduta può essere sempre una rinascita del movimento, lo spettacolo esplora l’importanza dell’arrendersi: perché «cadere è anche accadere» dice il filosofo Bucci. La chiusura della rassegna, sabato 21 ottobre alle 20.30, è invece affidata a “Sconfinando”: la voce di Antonella Ruggiero si fonderà con i suoni della rinnovata Piazza Caricamento Ensemble in un incontro di repertori.

Le percussioni acquatiche di Loïs Zongo, che con l’Akutuk porta dal Camerun l’antico suono del fiume; i canti a cappella e le danze del Rwanda, con Dorothee Munyaneza; l’incontro-scontro asiatico fra elettronica e percussioni tradizionali con Shigeru Ishihara e Shin Hyo Jin rendono prezioso, assieme agli altri appuntamenti, il programma del Festival: negli 11 concerti in programma, la proposta non si ferma a un’idea superficiale dell’esotico, ma porta a Genova la produzione di artisti che si sono distinti nel loro Paese di origine e sulla scena internazionale. E lo fa con un linguaggio semplice, con prezzi accessibili (biglietti interi 12 euro, ridotti 10 euro, abbonamenti 50 euro, tranne l’evento dell’8 settembre a offerta libera), con appuntamenti aperti a chiunque, spinto da curiosità, voglia di conoscere meglio il mondo che lo circonda. Inoltre, i concerti sono ospitati in luoghi significativi della città, come musei e chiostri, ma anche in spazi off che consentono di godere di un punto di vista diverso e un ascolto attento e concentrato.

Il tema scelto per il Festival del Mediterraneo, Make Music not War, raccontato visivamente dal logo della rassegna, firmato dall’artista messicano Pedro Reyes, è bene esemplificato dalle parole del direttore artistico Davide Ferrari: «I conflitti che dividono i Paesi si originano nelle guerre che separano i singoli individui» dice «la musica ci insegna a vivere in armonia e ad ascoltare gli altri: ci mostra la via per coesistere in pace».

C. S.

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