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LA MIA RICETTA PER IL RILANCIO DELLA CULTURA A GENOVA
Elisa Serafini, neo assessore alla Cultura, al Marketing e alle Politiche Giovanili, in una lunga intervista a GOA Magazine svela i progetti della sua azione politica. “Diffonderemo la cultura attraverso la creazione di nuovi festival che guardino e parlino ai giovani”
Aumento del numero dei centri di aggregazione artistica e dei festival teatrali e musicali in aree strategiche della città, maggiore diffusione di iniziative culturali nelle delegazioni, riduzione di passaggi comunicativi tra amministrazione comunale ed enti organizzativi. Sono soltanto alcuni dei punti attorno a cui ruota la strategia politica di Elisa Serafini, 29 anni, appena insediata a Tursi in qualità di assessore alla Cultura, al Marketing e alle Politiche Giovanili che, in una lunga intervista rilasciata al nostro giornale, fissa i punti cardine della sua azione politica. Dai modelli di riferimento a cui ispirarsi alla “consulta dei giovani creativi”, dalle nuove professioni al futuro di Palazzo Ducale. Si respira una ventata di aria nuova in Comune. E non è solo questione di età anagrafica, idee, progetti e modelli a cui ispirarsi. Il neo assessore, il più giovane della nuova giunta, punta dritto al sodo e senza troppi giri di parole stila un elenco di priorità per rilanciare una cultura che a Genova negli ultimi anni ha stentato a decollare.
Assessore, qual è il piano d’azione per rilanciare la cultura a Genova?
La ricetta è molto semplice. Occorre rendere più viva l’atmosfera culturale locale. Organizzando un numero maggiore di festival che guardino e parlino ai giovani trasformandoli in centri di aggregazione culturale e sociale. Il Comune dovrà avere un ruolo fondamentale non solo in termini di sostegno ma anche di partecipazione attiva.
A tal proposito il tuo primo intervento sarà snellire la burocrazia e introdurre la tecnologia per agevolare la comunicazione con enti ed associazioni.
Introdurremo un sistema informatizzato per la richiesta e la concessione dei patrocini. E useremo nel pieno rispetto delle normative i Google Form, sistemi che renderanno più semplice, veloce e trasparente la comunicazione riguardo alle iniziative culturali. Inoltre, rinnoveremo il portare www.visitgenoa.it che dovrà essere più fluido e dinamico per attrarre interesse circa le iniziative culturali. Penso a Tel Aviv come modello di riferimento, il cui sito ufficiale promuove la città creando già dei pacchetti-esempio per suscitare interesse su cosa fare, dove andare e in che modo muoversi in città. Ne stiamo già parlando con la responsabile dell’assessorato al Turismo, Paola Bordilli.
In questo contesto s’inserisce la creazione della “Consulta dei giovani creativi”. Ci puoi spiegare meglio il progetto?
Riunirò una volta al mese un gruppo di professionisti composto da designer e performer e da producers musicali. Introdurremo un sistema di partecipazione alle attività e costituiremo un organo di Consiglio pro bono composto da personalità provenienti dal mondo culturale, musicale e artistico locale. Avranno il compito di affrontare tutte le tematiche circa il tema cultura e arte, di proporre idee e soluzioni, e di promuovere iniziative. Tra questi saranno presenti musicisti, intellettuali e professionisti del mondo accademico e del Conservatorio.
Altro tema d’attualità è il nuovo corso di Palazzo Ducale. Cosa ci dovremo aspettare?
Ho sinceramente apprezzato il lavoro svolto dalla precedente gestione. La struttura si è evoluta nel tempo anche grazie alle mostre organizzate e alle iniziative promosse. Il nostro compito ora è di cercare i migliori professionisti da tutta Italia per proseguire il buon lavoro di valorizzazione della cultura. Ora spazio a nuove energie e nuove persone, come ci chiede la cittadinanza.
Nota stonata, il cartellone estivo dei concerti genovesi privo da diversi anni di grandi nomi del rock internazionale.
Sono stata sempre una grande appassionata di musica e mi piacerebbe poter portare a Genova un grande gruppo del rock ma anche organizzare festival di musica rap ed elettronica. Potrebbe essere un bel biglietto da visita oltre che un volano per attrarre interesse mediatico sulla nostra città.
Hai sempre sostenuto che la tecnologia rivestisse un ruolo fondamentale nel favorire la diffusione e promozione della cultura. Come si unisce l’arte al progresso?
Un esempio sarà la “Casa dei Cantautori”, nuovo polo museale interattivo dedicato alla musica e alle professioni dello spettacolo, già sostenuto dall’assessore regionale Ilaria Cavo e presentato al Ministro Dario Franceschini. Così come vorremmo introdurre dei nuovi sistemi di “realtà aumentata” nelle esperienze di visita nei musei, rendendole più agevoli e complete. Cercheremo di generare interesse culturale anche nelle delegazioni. Penso al Museo di Nervi e al parco di Villa Pallavicini a Pegli, eletto il più bello d’Italia.
Al progetto si lega a doppio filo la nomina del nuovo assessorato al Marketing, una novità assoluta per Tursi.
Oggi tutte le città del mondo competono tra loro per attrarre i cosiddetti “nomadi digitali”, ovvero tutti quei professionisti che non sono legati ad un luogo specifico di lavoro, poiché svolgono professioni legate a internet, con l’arte, con la parola, con la musica. Genova, grazie alla sua straordinaria qualità di vita, alla posizione strategica e a politiche economiche di incentivo, può finalmente ripopolarsi e trasformarsi in un centro di aggregazione e attrazione di questi nuovi giovani talenti.
Dagli studi in Economia al coinvolgimento come socia in Talent Garden e in Uber Genova fino alla creazione di “Ludo la ragazza genovese”, fenomeno che ha spopolato sui social. Sfogliando l’album dei ricordi nella tua carriera figurano tante esperienze e iniziative diverse che arricchiscono un bagaglio variegato a dispetto della giovane età.
Credo sia parte del mio carattere il volermi sempre mettere in gioco lavorando a progetti interessanti e stimolanti. I Talent Garden fu un’idea in cui pochi credevano all’inizio ma che diede subito spazio a giovani imprenditori desiderosi di investire su Genova. Uber è stata una valida, seppur momentanea, alternativa nel settore del trasporto locale con l’ausilio della tecnologia. Ludo, progetto per il quale molti mi conoscono, nacque quasi per gioco quando ero studente di Economia a Phoenix in Arizona. Voleva essere una denuncia sociale di uno stereotipo del giovane genovese di Albaro che indossa sempre gli stessi capi firmati. Ebbe subito un grande impatto sul web tanto che negli anni scorsi diverse aziende mi chiesero di poter pubblicizzare i propri marchi attraverso la mia pagina. Ovviamente rifiutai.
Ora la sfida del marketing con l’obiettivo, dichiarato, di riportare a Genova giovani talenti nei rispettivi settori professionali. In che modo intendi agire?
Creeremo dei posti di lavoro per le aziende negli edifici dismessi del Comune a costi ridotti e con agevolazioni fiscali. In questo modo potremo generare delle opportunità occupazionali e far tornare Genova una fonte di richiamo per giovani imprenditori desiderosi di investire sulla città.
Su Tomaso Torre
Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.Messaggi correlati
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