La Genova punk nel libro fotografico di Antonio Amato

Di il 1 Giugno 2017

 

Un viaggio all’origine del fenomeno punk a Genova. Oggi, alle 18:30, all’Altrove – Teatro della Maddalena (piazzetta Cambiaso, Maddalena) sarà presentato il libro del fotografo Antonio Amato “Genova 1981—1983”, edito dalla casa indipendente Yard Press.

 

Le 112 immagini presenti – le cui stampe sono state fotocopiate e poi scansionate per la stampa offset – ci accompagnano lungo la Genova punk di quegli anni, ci raccontano le abitudini, i gesti e l’attitudine dei personaggi che l’hanno creata e che ne facevano parte: “…la scena genovese è nata nel 1980 e poi già verso il 1981 è cambiata radicalmente: prima ognuno era punk a casa propria, poi abbiamo iniziato a incontrarci per strada e a riconoscerci.” Genova post Brigate Rosse, post terrorismo, post Movimento del ’77, dove la nuova generazione non si riconosce più nel PCI dei propri padri, dove la strada è uno spazio di socializzazione e di grandi manifestazioni operaie con migliaia di partecipanti, ma anche un luogo di scontri e guerriglia. Questo è lo scenario e il contesto dove – com’è accaduto a molti giovani della penisola – grazie a servizi televisivi della Rai tra il 1978 e il 1979 – arriva il punk: “anni, in cui a Genova è successo di tutto–anche se di quella scena così viva, ricca e pulsante fatta di gruppi, luoghi di ritrovo e persino locali, non è rimasta praticamente alcuna testimonianza”.

 

Insieme all’autore parlerà Diego Curcio, uno dei massimi esperti italiani del movimento punk. «Amato ci restituisce un corpo di lavoro ruvido e frontale dove l’autore nelle sue fotografie non si cura di mettere al primo posto la speculazione formale ma di parlarci di quegli anni come qualcosa che facesse parte della sua vita, tutto è tenero, selvaggio e coinvolgente – spiega Curcio – Chi sposa la causa del punk in quella prima confusa fase storica è assolutamente influenzato da ciò che arriva dall’America e dall’Inghilterra–il nichilismo, le scuole d’arte, il situazionismo–ma allo stesso tempo porta con sé l’esperienza ideologica (anche se non partitica) maturata all’interno del Movimento, di Autonomia operaia, dell’anarchismo e delle case occupate. Molti punk genovesi si sono formati nella sinistra extraparlamentare e quando decidono di lasciare la politica per questa nuova sottocultura, iniziano le prime grandi fratture (in alcuni casi persino molto violente) con gli ex compagni di viaggio. Tanto per essere chiari i primi punk genovesi non erano ben accetti né dai compagni né dai fascisti».

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