Là ci darem la mano: Dom Juan incontra Don Giovanni all’Ivo Chiesa

Di il 15 Gennaio 2025

di Francesca Lituania

GENOVA – Arturo Cirillo porta in scena, in qualità di interprete principale e regista, un Don Giovanni che “shakera” la commedia di Molière con il libretto dell’opera lirica omonima a firma di Lorenzo Da Ponte, il tutto al ritmo della musica di Mozart. Il risultato è un cocktail riuscitissimo dove le diverse caratterizzazioni dei personaggi attingono dall’uno o dall’altro scritto legandosi attraverso il linguaggio operistico che, nonostante la sua singolarità, si inserisce nel testo del drammaturgo e detta un ritmo veloce e serrato che coinvolge e diverte (foto in copertina di Tommaso Le Pera). 

Don giovanni rimane di base quello voluto da Molière: un seduttore seriale cinico e manipolatore, la cui sfida è contro la morale ipocrita della società e la religione, privo di empatia, incurante delle leggi, sicuro di  “farla franca” e della totale libertà di azione grazie al suo stato di cavaliere. Tuttavia, nel personaggio si sovrappongono dei tratti del Don Giovanni di Da ponte: è la disillusione della vita che porta l’antieroe (o eroe a seconda dei punti di vista) alla continua ricerca del piacere: lunatico ed emozionale, imprigionato in un gioco, un loop, da cui è impossibile uscire a meno che non arrivi un Deus ex machina, il Commendatore (Rosario Giglio) in questo caso, a porvi fine. La vera crasi tra l’opera Dom Juan e il Don Giovanni avviene nel personaggio di Sganarello: stereotipato nel ruolo di servo comico in Molière, dalla comicità farsesca, a volte complice e narratore delle gesta del padrone e a lui subordinato, meschino ed egoista, si trasforma in Leporello, il suo corrispettivo mozartiano: vediamo un servo che accetta per convenienza il ruolo di complice ma consapevole dell’immoralità di Don giovanni, esprime infatti disapprovazione, che cerca di trovare una sua posizione morale senza però riuscire a definirla attraverso sgangherati discorsi filosofici e a tratti comicamente tragici, è il grillo parlante del protagonista che ironicamente sottolinea quanto la realtà sia differente dal volere di Don Giovanni, ad esempio quando mette in parodia le conquiste del suo padrone nel duetto con Donna Elvira, Giulia Trippetta (nella quale ritroviamo la religione rigida de l’Ingannatore di Siviglia di Tirso de Molina).

La scenografia fissa in cui solo le scale si muovono a cambiare la scena aperta, fa sì che non si perda il ritmo serrato dei dialoghi spesso in recitar-cantando. La mobilità istrionica di Arturo Cirillo (Don Giovanni), commista alla freschezza di Giacomo Vigentini (Sganarello) e all’improvvisazione a cui Rosario Giglio (Don Luigi, Commendatore e Signor quaresima) fa da perfetta spalla, il tutto condito con accenni mozartiani in sottofondo, fanno di questo adattamento del Don Giovanni uno spazio creativo e ricreativo in cui vale la pena di immergersi appieno: gli applausi le risate e la partecipazione di pubblico che ne sono seguite ne hanno dato dimostrazione.

Don Giovanni

sa Molière, Da Ponte, Mozart

Adattamento e regia  Arturo Cirillo

In scena al Teatro Nazionale di Genova Ivo Chiesa 

Mercoledì 15/01 ore 20:30

Giovedì 16/01 ore 19:30

Venerdì 17/01 ore 20:30

Sabato 18/01 ore 19:30

Domenica 19/01 ore 16:00

teatronazionaledigenova.it

teatro@teatronazionaledigenova.it

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