IL SIPARIO DEL CARLO FELICE SI ALZA PER “MADAMA BUTTERFLY” CON LA DIREZIONE DI FABIO LUISI

Di il 15 Gennaio 2024

Lo spettacolo debutterà venerdì 19 gennaio alle ore 20 ed il quarto della Stagione Lirica 2023/2024, aprendo l’anno nuovo con un omaggio a Puccini nel centenario della sua morte

GENOVA – La celebre opera di Puccini “Madama Butterfly” andrà in scena al Teatro Carlo Felice a partire da venerdì 19 gennaio alle ore 20 e sarà diretta da Fabio Luisi, direttore onorario del Teatro. Il titolo è il quarto della Stagione Lirica 2023/2024 e apre l’anno nuovo con un omaggio a Puccini proprio nel centenario dalla morte. Le repliche dello spettacolo saranno sabato 20 e domenica 21 alle 15, venerdì 26 e sabato 27 alle 20, per concludere con un’ultima messa in scena domenica 28 alle 15

La regia e le scene sono a cura di Alvis Hermanis, con i costumi di Kristìne Jurjàne, le coreografie di Alla Sigalova, le luci di Gleb Filshtinsky e i video di Ineta Sipunova. L’allestimento è della Fondazione Teatro Carlo Felice, così come l’orchestra, il coro e i tecnici. Fa parte dello spettacolo anche il Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS. L’opera in questione sarà il primo Puccini diretto dal maestro Fabio Luisi in Italia

Il cast dell’opera è così composto: Lianna Haroutounian / Jennifer Rowley (Cio-Cio-San), Manuela Custer / Caterina Piva (Suzuki), Alena Sautier (Kate Pinkerton), Fabio Sartori / Matteo Lippi (F. B. Pinkerton), Vladimir Stoyanov / Alessandro Luongo (Sharpless), Manuel Pierattelli (Goro), Paolo Orecchia (Il Principe Yamadori), Luciano Leoni (Lo Zio Bonzo), Claudio Ottino (Il Commissario imperiale), Franco Rios Castro (L’ufficiale del registro), Luca Romano (Yakusidé), Maria Letizia Poltini / Daniela Aloisi (La madre di Cio-Cio-San), Mariasole Mainini / Lucia Scilipoti (La zia), Eleonora Ronconi / Adelaide Minnone (La cugina).

Madama Butterfly è la sesta opera di Puccini, il quale si ispirò all’omonima tragedia del drammaturgo David Belasco, a cui aveva assistito a Londra nel 1900. Il processo compositivo durò diversi anni, anche a causa dell’approfondita ricerca attorno alla cultura giapponese che il compositore svolse per dipingere con accuratezza personaggi, luoghi e tradizioni insieme ai librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Nel febbraio del 1904 si tenne la prima rappresentazione alla Scala con un insuccesso. Sono ancora ignoti i motivi del fallimento, soprattutto perché poi, qualche mese dopo, l’opera venne riproposta a Brescia e fu consacrata immediatamente come uno dei più grandi capolavori pucciniani.

Venerdì 19 gennaio verrà rappresentata la “quinta versione” dell’opera, ovvero l’ultima, la quale raccoglie tutte le modifiche introdotte dal compositore dopo le prime rappresentazioni, come la suddivisione in tre atti, l’introduzione dell’aria “Addio fiorito asil” e significative varianti nella caratterizzazione di alcuni personaggi.

La regia di Alvis Hermanis si ispira al “Kabuki“, genere teatrale tradizionale giapponese, al cui centro vede la retorica del gesto come espressione del testo. Gestualità e movimento saranno così le parole chiave di questa rappresentazione, rivelando la complessa psicologia di ogni personaggio. Non a caso è stato dato un grande spazio alla danza, amplificatrice della dimensione gestuale.

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