Il SIGNOR MISSISSIPPI, IL DRAMMA CHE SI FONDE ALLA COMMEDIA

Di il 19 Febbraio 2015

Uno spettacolo convincente firmato Durrenmatt che utilizza il grottesco come mezzo di espressione

Di Tomaso Torre

La contrapposizione come mezzo attraverso cui ottenere la legalità. Da una parte un personaggio (il signor Mississippi, interpretato da Ugo Dighero, professione procuratore) che vuole imporre al mondo l’onestà seguendo i principi della Legge Mosaica, dall’altra un altro (Frédéric René Saint-Claude, alias Louis) che rivendica il comunismo per raggiungere la liberazione dell’uomo. Ruota attorno a questi capisaldi la trama de “Il matrimonio del Signor Mississippi”, opera capolavoro firmata Mario Sciaccaluga, tratta dal testo dell’autore svizzero-tedesco Durrenmatt, che mescola il dramma al romanzo utilizzando il grottesco come mezzo di espressione. Il risultato è uno spettacolo sui generis, dove storia e narrazione vanno a braccetto con l’aggiunta di un umorismo esilarante che pervade la scena inducendo però lo spettatore a spunti di riflessione.

matrimonio_mississippi-69L’incipit è dirompente con l’assassinio di Claude sulle note della nona sinfonia di Beethoven che torna in vita per narrare gli antefatti che hanno preceduto la sua uccisione. L’intero spettacolo è dominato da un’ironia dissacrante che domina la scena sin dal momento in cui il procuratore Mississippi chiede la mano dell’adultera Anastasia (interpretata magistralmente da Alice Arcuri), a sua volta assassina del proprio consorte che decide di sposarsi per espiazione del delitto commesso. A sparigliare le carte di una commedia grottesca sale in scena il Conte Bodo von Übelohe-Zabernsee, appassionato Don Chisciotte che vive nel mondo ideale e si autoproclama cavaliere dell’amore. Un personaggio atipico, apparentemente fuori dai canoni recitativi, ma che ben si inserisce in uno spartito in cui ogni tassello compone un mosaico strategicamente assemblato. Ogni scena è perfettamente studiata, condita da uno sferzante umorismo senza togliere il peso del dramma della vicenda in cui Dürrenmatt ci dimostra come in un mondo all’apparenza in contraddizione gli opposti (la tragedia e la commedia) possano attrarsi. L’invito alla riflessione e la concessione allo spettatore di un’interpretazione personale della vicenda, senza indurlo ad assolutismi o a giudizi categorici, sono gli ingredienti che compongono una commedia che fonde il romanzo al dramma senza mai cadere nella banalità. Merito della regia e degli interpreti che si calano alla perfezione nella parte scelta. Il Matrimonio del Signor Mississippi resterà in scena al Tetro Duse fino al 1 marzo.

 

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