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Il principe Michael Bates è il protagonista del penultimo appuntamento con la rassegna “Incontri in Blu”

GENOVA – Ospite del sesto appuntamento con gli Incontri in Blu del Galata Museo del Mare di Genova è Michael Bates, imprenditore britannico e principe reggente del Principato di Sealand, lo Stato sovrano e indipendente (non riconosciuto dalle Nazioni Unite) fondato dal padre Paddy Roy negli Anni Sessanta su un’ex piattaforma militare al largo delle coste inglesi del Suffolk. Un’utopia che resiste da oltre mezzo secolo e che si riconosce nel motto “E Mare Libertas“: dal mare, la libertà. Ingresso libero.
Michael Bates salirà sul palco del Galata giovedì 20 giugno alle ore 18.00 e intervistato dai giornalisti Fabio Pozzo e Nicolò Carnimeo racconterà al pubblico presente in sala l’incredibile storia di Sealand: un’isola di acciaio e cemento ampia come due campi da tennis, esposta ai venti e alle onde del Mare del Nord, a circa 7,5 miglia nautiche dalla costa del Suffolk, nell’Inghilterra sudorientale, più o meno davanti a Felixstowe, il più grande terminal container del Regno Unito. Le sue coordinate – 51° 53′ 40 N e 1° 28′ 57 E – corrispondono al Principato di Sealand, uno Stato che non c’è. Nemmeno su Google Earth.
La storia di questa eccentrica utopia nasce negli Anni Sessanta, quando un ex maggiore dell’Esercito inglese, imprenditore nel settore ittico, decide di aprire una delle prime radio libere su una delle ex piattaforme militari costruite da Londra durante la Seconda Guerra Mondiale su progetto di Guy Maunsell per proteggere le sue coste dalle incursioni aeree tedesche. Sceglie Fort Knock John, ma perde la battaglia contro il governo britannico, che dichiara fuorilegge le trasmissioni delle cosiddette radio pirata, se attivate entro il territorio del regno. Per aggirare l’ostacolo, Paddy Roy Bates nel Natale del 1966 occupa un’altra ex fortezza navale, Fort Roughs Tower, posizionata in acque internazionali, considerata res nullius, terra di nessuno. Ma Radio Essex non inizierà mai a trasmettere. L’ex maggiore avrà un’altra idea, ancora più rivoluzionaria: il 2 settembre 1967, giorno del compleanno di sua moglie Joan, al cospetto dei figli Michael di 14 anni e Penelope di 16, e di alcuni amici, proclama l’ex piattaforma Stato sovrano e indipendente, col nome di Principato di Sealand. Lui ne diventa il principe, Joan la principessa. “L’ho fatto perché tutti mi dicevano che non ci sarei riuscito”, dirà.
Da allora, sono trascorsi 52 anni. Sealand, con la sua bandiera bianco-rosso-nera, stemma (con il motto “E Mare Libertas”, dal mare la libertà), inno, costituzione, moneta (il dollaro di Sealand, in argento, ancorato a quello Usa), francobolli, passaporti e titoli nobiliari, ha avuto ed ha la sua storia. I Bates l’hanno difesa a colpi di pistola e fucile contro i pirati radiofonici concorrenti, contro gli operai dell’ente per i servizi alla navigazione, davanti ai giudici (il pronunciamento del tribunale di Chelmsford, che dichiarerà la mancanza di giurisdizione dei tribunali inglesi ad occuparsi degli spari di Sealand farà la fortuna del micro-Stato). La famiglia regnante ha sventato persino un golpe, mosso da un ex amico appoggiato da un consorzio tedesco-olandese di legali e mercanti di preziosi, che nel 1978 occupò l’isola e sequestrò Michael Bates, poi liberato dal padre che entrò in scena con un elicottero d’assalto ed ex commilitoni armati. E ancora, il pericolo della diffusione di passaporti falsi (uno lo aveva anche Torsten Reineck, il proprietario della casa dove si era rifugiato Andrew Cunanan, l’assassino di Gianni Versace), che nel 1997 vide il Principe Roy revocare tutti quelli emessi in precedenza dalla sua nazione. Infine, l’incendio del 2006, che ha quasi distrutto la piattaforma.
Il Principato ha inoltre intrecciato la sua storia a quella del mondo dei cripto-hackers. Nel 2000 l’isola che non c’è s’è trasformata in una data haven, rifugio esclusivo per dati e informazioni. Ma l’idea della società HavenCo alla fine è fallita, e così anche i successivi tentativi che volevano Sealand scrigno digitale off-shore per i segreti di Wikileaks piuttosto che per il motore di ricerca per il file-sharing di The Pirate Bay. Problemi tecnici e il freno prudente dei Bates, molto attenti a non violare le leggi.
A chiudere il primo ciclo d’Incontri in Blu, il 19 settembre, in occasione del giorno inaugurale del 59° Salone Nautico, l’ospite sarà Norberto Ferretti, co-fondatore ed ex presidente di Ferretti Group, il pioniere della nautica che torna sulla scena nel nome della sua passione per le barche e il mare.
C.S.

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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