Il “Nome della Rosa” tra filosofia e romanzo di genere

Di il 27 Ottobre 2017

GENOVA – Nel XIV secolo una coppia di francescani Guglielmo da Baskerville e il fido Adso (interpretati da Luca Lazzareschi e Giovanni Anzaldo) risolve l’intricata matassa di una serie di misteriosi delitti avvenuti in una maestosa e solitaria abbazia. Primo romanzo scritto da Umberto Eco, la vicenda è ambienta nel Medioevo e viene presentata come il manoscritto di un anziano frate. La narrazione è suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita monastica.

Il respiro filosofico e la miriade di citazioni che caratterizzavano il romanzo trovano terreno fertile nella trasposizione teatrale firmata da Stefano Massini (adattamento) e Leo Muscato (regia), che ne conservano l’atmosfera cupa e rarefatta. Il risultato è vincente mutandosi in un lavoro corale scandito dal ritmo scenico e supportato da una splendida fotografia, eccellente nella caratterizzazione di personaggi.

La versione de Il Nome della Rosa di Massini e Muscato supera la ricostruzione storica del testo per diventare metafora senza però trascurare i momenti salienti del libro. Lo spettacolo non annoia, coinvolge il pubblico e non esclude l’ironia dando libero sfogo alla fantasia delle spettatore nella risoluzione del giallo.

Con sullo sfondo un imponente impianto scenico, dominato da giochi di specchi e continui cambiamenti di luce, gli attori appaiono calati alla perfezione nel ruolo muovendosi con disinvoltura sul palco con quella leggerezza che rende più comprensibile l’opera di Eco senza però banalizzarla. Distante dalla versione cinematografica di Jean-Jacques Annaud lo spettacolo in definitiva presenta diverse chiavi di lettura senza però snaturarne i contenuti e le origini.

Senza dubbio una delle produzioni meglio riuscite  prodotte dal Teatro Stabile.

 

Il Nome della Rosa resta in scena al Teatro della Corte fino a domenica 29 ottobre.

Su Tomaso Torre

Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.

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