IL MUSEO D’ARTE ORIENTALE CHIOSSONE RIAPRE AL PUBBLICO CON LA MOSTRA “LA GRANDE ONDA. L’IMPORTANZA DELL’ACQUA NELLA CULTURA GIAPPONESE”

Di il 23 Giugno 2023

Dopo 18 mesi di lavori il museo torna accessibile al pubblico. Recuperata anche la grande terrazza con vista straordinaria sul centro città e sul porto

GENOVA – Il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, chiuso da settembre 2021 per lavori di adeguamento strutturale e impiantistico – realizzati con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo – viene restituito al pubblico che ora potrà anche accedere alla grande terrazza recuperata, con vista straordinaria sul centro città e sul porto.

Venerdì 23 giugno, con apertura serale straordinaria dalle 20 alle 23 e a ingresso gratuito, il Chiossone accoglierà i visitatori con l’inaugurazione di La Grande onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponese, una mostra temporanea in occasione di The Grand Finale di Ocean Race.

La rassegna, che sarà visitabile fino al 24 settembre, è stata curata da Aurora Canepari e sponsorizzata da Iren.

«Oggi è una giornata di festa: dopo quasi due anni il Museo Chiossone è pronto ad accogliere i visitatori con una migliore accessibilità degli spazi e con una bellissima mostra che ricalca i temi di Ocean Race – commenta l’assessore al Marketing territoriale Francesca Corso – Ringrazio Fondazione Compagnia di San Paolo, sempre presente sul nostro territorio e nei luoghi della cultura, e invito la cittadinanza a visitare questo museo e la sua preziosa collezione, che nel periodo di chiusura è entrata nelle case dei visitatori attraverso la fruizione digitale».

«La Compagnia di San Paolo, storicamente al fianco della città di Genova, continua a sostenerne la valorizzazione storica e lo sviluppo verso il futuro, promuovendo progetti innovativi e di grande valore culturale sociale ed economico – dichiara Nicoletta Viziano membro del comitato di gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo -. Il sostegno all’intervento di recupero e restauro del museo Chiossone di inserisce proprio in questa linea di intervento e consentirà di garantire la completa fruizione del museo e di ampliarne l’offerta culturale attraverso l’organizzazione di eventi e mostre temporanee in spazi precedentemente inaccessibili».

Il Giappone, circondato dal mare su tutti i lati e con un clima umido e abbondanti precipitazioni, ha sviluppato un rapporto forte e ambivalente con l’acqua: presenza familiare e vivifica quando irriga le risaie e dona una pesca fruttuosa, ma anche terribile minaccia, quando si manifesta con la forza dell’Oceano o delle alluvioni. Nell’arte l’acqua è stata raffigurata in una varietà di soggetti fin dall’antichità, inclusi luoghi famosi, paesaggi e motivi decorativi nelle arti applicate. Soprattutto nella stampa xilografica di fine ‘800, l’acqua è stata la protagonista di un’ampia gamma di opere in cui poter utilizzare e trasmettere il vibrante blu del pigmento Blu di Prussia, di tendenza all’epoca. L’esempio più famoso è la Grande Onda di Hokusai, opera che ha superato qualsiasi altra immagine esistente per numero di riproduzioni e iconicità.

Proprio attorno a questa celebre stampa, di cui il Museo Chiossone conserva un magnifico esemplare, si articola il percorso dell’esposizione temporanea. Dai paesaggi con mari, laghi, fiumi e cascate ai significati simbolici nel buddhismo e nello Shinto, nella cultura giapponese il tema dell’acqua si ritrova in molteplici forme e con diversi esiti.

In mostra, oltre 60 stampe ukiyoe a tema acquatico dellacollezione Chiossone, tra cui i celebri paesaggi diHokusai e Hiroshige, le scene di vita di città di Kunisada e Yoshitoshi e i soggetti fantastici di Kuniyoshi. In dialogo coi capolavori dei grandi maestri di periodo Edo (1603-1868), saranno esposte due opere di arte contemporanea dell’artista giapponese Oki Izumi che, confrontandosi con la collezione genovese, si è interrogata sui significati dell’acqua e vi ha donato forma nelle sue sculture in vetro.

Il Museo Chiossone, ubicato nel centro di Genova all’interno del parco storico di Villetta Di Negro, vanta la collezione di arte giapponese più grande e importante d’Italia, raccolta dall’artista e incisore genovese Edoardo Chiossone, durante il lungo periodo vissuto in Giappone alla fine del XIX secolo.

Quella di Chiossone fu la prima collezione di arte orientale italiana ad essere aperta al pubblico, nel 1905, nella originaria sede presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti, mentre dal 1971 è esposta nell’attuale edificio, appositamente progettato dall’architetto genovese Mario Labò negli anni ’50.

Il patrimonio civico del Museo conta più di 15mila opere ed è formato per la maggior parte da capolavori di arte giapponese, ma conserva anche opere d’arte della Cina e del sud est asiatico.

Il percorso permanente, ora rinnovato ma fedele all’ordinamento storico, propone una selezione delle categorie artistiche collezionate da Chiossone: nel salone a piano terra si trovano grandi sculture buddhiste in bronzo, mentre nelle gallerie sono esposte armi e armature da samurai, rari reperti archeologici, maschere teatrali, assieme a porcellane, smalti, lacche, sculture in legno e piccoli bronzi, tutti di elevato valore artistico e di grande interesse culturale.

Gli eccezionali dipinti e le famosissime stampe xilografiche ukiyoe sono visibili durante mostre temporanee, organizzate per consentire la rotazione di queste delicate opere, che per preservare al meglio la loro integrità vengono conservate nei depositi.

Info:

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone – piazzale Mazzini 4 – 16122 Genova

Tel 010 5577950

museochiossone@comune.genova.it

http://www.chiossone.museidigenova.it/

Orario: da martedì a venerdì h 9 – 19. Sabato e domenica h 10 – 19.30

Ingresso: intero € 5 – ridotto € 3.

La mostra La Grande onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponeseè inclusa nel biglietto d’ingresso.

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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