“Ierofanìe – Visioni Trascendentali”: la nuova rassegna di cinema in pellicola al Tiqu

Di il 24 Febbraio 2022


GENOVA – L’associazione ‘Laboratorio Probabile Bellamy’ torna a proporre al pubblico una rassegna cinematografica in collaborazione con l’associazione Sarabanda, che da pochi mesi ha contribuito alla riapertura di Tiqu – Teatro Internazionale di Quartiere. Il proiettore 35 mm torna ad accendersi per cinque lunedì consecutivi con grandi film internazionali, più un appuntamento dedicato al cinema contemporaneo.

Ierofanìe ha l’obiettivo di mettere insieme, in cinque film, una selezione di autori che hanno adottato quello che Paul Schrader chiama “stile trascendentale”. Si tratta di alcuni tra i registi più sconvolgenti che la storia del cinema abbia mai prodotto e che rappresentano un ottimo antidoto contro la superficialità. Per questi artisti, il cinema è un modo per assolutizzare il mistero dell’esistenza, rifuggendo dalle interpretazioni convenzionali della realtà. Nessuna spiegazione, nessuna certezza: il mistero è nell’intima natura delle cose.

Si inizia lunedì 7 marzo con “Un condannato a morte è fuggito” (1956), film di Robert Bresson in cui un prigioniero politico si dedica con meticolosità a ideare un piano di fuga dalla propria cella. Premio per la migliore regia al Festival di Cannes del 1957, è un’imperdibile metafora sul destino dell’uomo.


Si prosegue il 14 marzo con il capolavoro di Michelangelo Antonioni “L’avventura” (1960), dovuto e sentito omaggio alla straordinaria Monica Vitti. Primo film della trilogia dell’incomunicabilità, durante una crociera Anna sparisce e il fidanzato Sandro, insieme all’amica Claudia, la cerca. Mentre sfuma la speranza di trovarla, i due si accorgono che un sentimento nuovo li unisce.


Il 21 marzo tocca a “Lo specchio” (1975) di Andrej Tarkovskij, tributo al regista russo a novant’anni dalla nascita. Jurij ripercorre la propria vita attraverso i ricordi sulla sua infanzia, il forte rapporto con la madre e con la nonna, il vuoto di un padre assente, fino alla separazione dalla sua compagna e al rapporto con il figlio nel quale, come in uno specchio, si riflettono dubbi e sofferenze.


Il 28 marzo sarà la volta di “Ordet” (1955) di Carl Theodor Dreyer, affresco sulla famiglia Borgen alle prese con un momento di crisi. Il regista danese, che ottenne ai Golden Globe il premio come Miglior film straniero, fonda ed esplora il territorio in cui agisce la logica sovvertitrice della follia, capace di chiamare a sé la luce del miracolo.


Il 4 aprile si chiude con “Perdizione” (1988) del regista di culto Bela Tarr: primo film indipendente finanziato dall’Istituto del Cinema e dalla televisione ungherese, il film è un’esperienza cinematografica dal carattere fortemente esistenzialista, a tratti cinico e quasi nichilista.

Appuntamento speciale il 25 marzo con il documentario “Lievito” (2021) di Cyop & Kaf: presentato all’ultima edizione del Torino Film Festival, il film riflette su cosa significhi educare e sul rapporto che lega il maestro al proprio allievo in più situazioni. Ambientazione delle storie rappresentate è sempre Napoli, luogo dove la scuola non è mai stata l’unico luogo, e nemmeno il principale, in cui imparare a vivere.

Ingresso alle proiezioni con tessera associativa.

Laboratorio Probabile Bellamy
info@laboratoriobellamy.it

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