I Giardini Baltimora si rifanno il look e diventano luogo di aggregazione per la città

Di il 22 Dicembre 2021

GENOVA – Smart working, ristorazione, blue economy e tanto verde: i giardini Baltimora si apprestano a diventare un polmone verde e un luogo di aggregazione per la città. L’illuminazione del ponte verrà terminata a gennaio.

Con la chiusura dei lavori relativi al rifacimento del verde si aprono ufficialmente le ultime tre fasi che porteranno l’area verde adiacente a piazza Faralli a cambiare volto e a diventare a tutti gli effetti un luogo di aggregazione in mezzo al verde e al centro storico.

La storia travagliata dei Giardini Baltimora nasce con la sua peculiare posizione e con la sua progettazione di spazio sì centrale, ma allo stesso periferico e incapace di fungere da reale cerniera con le tre zone della città al centro delle quali si trova: la città vecchia, verso via del Colle, la città residenziale di Carignano e la Genova contemporanea verso piazza Dante.


«I giardini Baltimora sono stati per anni un simbolo del degrado in pieno centro città – aggiunge l’assessore al Centro Storico Paola Bordilli –. Anche solo l’appellativo di “giardini di plastica” è stato per troppo tempo un sinonimo di insicurezza: da oggi finalmente rinascono grazie a un progetto in partnership tra pubblico e privato, con il forte coinvolgimento del territorio in un’ottica di apertura alla città. I giardini con le postazioni di coworking e servizi diventeranno finalmente un luogo vissuto in modo sano, in pieno centro città, dando un’offerta di tipo aggregativo soprattutto rivolta ai giovani e famiglie in un contesto urbano che, dopo gli interventi invasivi del dopoguerra, riacquista una propria identità».

«Oggi compiamo un altro passo avanti verso la totale trasformazione e messa in sicurezza dei Giardini Baltimora – dice l’assessore al Patrimonio Stefano Garassino – una trasformazione che era iniziata con l’installazione delle telecamere resa possibile dal Decreto Sicurezza e che aveva tolto lo spazio al degradato e alla piccola criminalità dei quali era caduto preda. I giardini di Baltimora si apprestano a diventare un luogo sicuro, pieno di verde e di servizi: un’operazione di riqualificazione che si sta dimostrando vincente, anche grazie alle sinergie che si sono create tra l’amministrazione e l’ATI che ringrazio».


«I Giardini Baltimora sono una sorta di cerniera che collega tre zone strategiche per il turismo: da una parte c’è la città vecchia, dall’altra piazza Sarzano e la vicinanza col porto, infine abbiamo piazza Dante e la Genova contemporanea dei servizi, dei musei e dello shopping – sottolinea l’assessore al Turismo e Marketing territoriale Laura Gaggero – In quest’ottica i Giardini Baltimora possono diventare un vero e proprio punto di riferimento per cittadini e turisti in cerca di una piccola oasi di ristoro in mezzo alle bellezze della città. ».


I lavori che hanno interessato e continueranno a interessare i Giardini Baltimora possono essere suddivisi in sette fasi, quattro delle quali si concludono oggi e con le restanti tre che sono in via in di attuazione da parte dell’ATI.
In particolar modo, le fasi che già si sono concluse sono state la creazione degli spazi per accogliere le attività, come la chiusura dei portici, e con affaccio sul giardino; la messa in sicurezza con l’installazione del sistema di videosorveglianza e con l’implementazione dell’illuminazione pubblica andando a eliminare spazi ciechi e che potessero alimentare la microcriminalità o il degrado, implementando anche i percorsi e la segnaletica.


Di particolare importanza, poi, è stata la terza fase, quella relativa al verde: «La nostra città – dice l’assessore all’Urbanistica Simonetta Cenci – ha appena iniziato un percorso molto importante di studio strategico del piano del verde che interesserà centro e periferie. Per la loro posizione i Giardini Baltimora hanno le carte in regola per costituire un polmone verde proprio nel cuore pulsante della città e la riforestazione si è svolta proprio in questo senso: prima con l’eliminazione di piante e arbusti ritenuti non più idonei, e poi con la piantumazione di arbusti autoctoni e atti anche all’assorbimento delle polveri sottili e di manutenzione sostenibile».

Per questo le prime azioni che sono state messe in campo sono state la valutazione del patrimonio arboreo e arbustivo, il suo stato di salute e le misure da prendere per il suo miglioramento, implementazione e sostituzione. Sono stati eliminati gli arbusti spontanei infestanti che occludevano le visuali in modo da rendere percepibile lo spazio aperto da qualsiasi lato e non incorrere in angoli scuri o zone occultate. Il progetto ha proceduto alla implementazione del capitale naturale, sono state messe a dimora otto nuove alberature e più di tremila arbusti e suffrutici e ottocento piante graminacee.


Nella zona del prato centrale, da sempre in condizioni asfittiche, per la mancanza di deflusso delle acque, è stato posto in opera un sistema di drenaggio che oggi rende il prato vitale e fruibile anche dopo forti piogge, il prato è stato messo a dimora per una superficie totale di più di mille metri quadri. Le aree delle griglie sono state schermate con una vegetazione di graminacee in grado di filtrare gli inquinanti provenienti dalle griglie stradali.
«Il progetto di recupero parte dall’obiettivo di rendere i giardini un luogo vivo e accogliente, dove l’armonia della natura possa innescare la vita sociale – dicono Susanna Bordoni e Stefania Spina, rispettivamente architetto e architetto paesaggista che si occupano del progetto -. Restituiamo alla città un giardino da vivere per passeggiare, leggere un libro, mangiare un boccone e fare tante altre cose l’ATI oggi realizzerà per noi».


Il riassetto paesaggistico dei Giardini Baltimora è parte del progetto globale di recupero della zona centrale di Genova di quello che è stato il centro economico e politico della città, ma che non è mai riuscito a diventarne anche centro sociale e di aggregazione. La rivitalizzazione della zona dei Baltimora, quindi, passa dallo spazio aperto che diventa centro e luogo di incontro e interazione. E per far sì che questo avvenga, occorre che lo spazio in questione sia sicuro, accogliente e sano, tre principi cardine del progetto.


«Oggi è una bella giornata – dice il presidente del Municipio I Centro Est Andrea Carratù – perché finalmente, con questo passaggio di consegne, ci avviamo a passo sempre più spedito verso la riqualificazione di un’area troppo a lungo rimasta marginalizzata».
Nel ringraziare il Comune di Genova, «in particolar modo l’assessore Garassino, per aver completato i lavori di ripristino dell’area verde nei tempi prestabiliti nonostante tutte le difficoltà legate alla pandemia», Alessandro Cricchio, l’amministratore delegato di TAG Genova, capofila dell’ATI composta da Talent Garden Genova, Genova Industrie Navali, Food Experience e Bon Ton Catering aggiudicataria del bando, aggiunge che «la puntuale consegna dei Giardini Baltimora ci permette di iniziare ,in tempo record, la realizzazione del nostro progetto di riqualificazione he presenteremo presto alla cittadinanza con un grande evento».

La rigenerazione non si è fermata e non si fermerà ai soli Giardini Baltimora, ma investirà anche il ponte di Carignano che da ieri sera ha potuto godere dell’illuminazione delle due arcate centrali: «Il progetto di illuminazione del ponte di Carignano – aggiunge l’assessore Gaggero – è stato fortemente voluto dal mio assessorato nell’ottica di valorizzazione di uno degli angoli più caratteristici della nostra città. Iniziamo con le prime due arcate, quelle centrali, e lo facciamo per le festività natalizie con l’augurio che la luce sia buon auspicio per l’intera area».

Il ponte di Carignano è stato edificato su progetto di De Langlade tra il 1718 e il 1724, commissionato dalla famiglia Sauli era la via d’accesso alla basilica e univa i colli di Sarzano e Carignano.

Il completamento dell’illuminazione avverrà a gennaio e il progetto illuminotecnico è a cura della lighting designer Carolina Tuiller: il ponte sarà illuminato nelle semi arcate laterali e saranno posizionati proiettori radenti.

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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