I corpi gloriosi del circo in prima nazionale alla Tosse: la luce del fare arte ad ogni età

Di il 12 Aprile 2025

di Giorgia Di Gregorio

GENOVA – Ieri sera alla Sala Trionfo del Teatro della Tosse è arrivato per la prima volta in Italia “Glorious Bodies”, lo speciale spettacolo di danza circense firmato dal coreografo belga Piet Van Dycke. La compagnia Circumstamces ha incarnato perfettamente il tema della rassegna della Tosse “Resistere e Creare” di cui erano ospiti: in scena corpi, schermi e luci per celebrare le forme della danza e tutto ciò che possono creare e, talvolta, nascondere.

La peculiarità e tema centrale dell’opera è l’età degli artisti in campo, che, non si sarebbe mai detto, varia dai 55 ai 67 anni. Quello che è andato in scena è stato uno spettacolo che si prende i suoi tempi, senza correre dietro a nessuno, tantomeno alla società che lo circonda. Un dialogo muto tra corpi, movimenti e ardite acrobazie, espressività, emozioni e intesa.

Da sinistra a destra i performer Winfried Deuling, Paul Griffioen, Johannes Fischer, Det Rijven, Thorsten Bohle e Astrid Schöne

L’opera si sviluppa al passo degli artisti e della loro rinnovata inquadratura artistica. In un primo momento degli acrobati, i bravissimi ed energici Winfried DeulingPaul GriffioenJohannes FischerDet RijvenThorsten Bohle e Astrid Schöne, vediamo solo le ombre dietro un enorme telone bianco. Come uno schermo cinematografico, la grande tela fa da lente di ingrandimento (o di rimpicciolimento) delle sagome degli artisti, sovrapponendole, avvicinandole al pubblico quasi ad investirle. In questa fase dell’opera tutto è concentrato sulle forme e sui movimenti che i corpi oscurati producono, senza volti.

Ma ecco che il sipario viene risucchiato via dalla scena e rivela finalmente chi stava nascondendo: i protagonisti iniziano ad esplorare il palco, dapprima impauriti, schivando l’occhio di bue che li segue, poi curiosi ed affascinati dall’opportunità di essere al centro dell’attenzione del pubblico in tutta la loro gloria.

Il proprio coraggio e la voglia di fare, però, non sono abbastanza per farsi spazio da soli nella scena di oggi. Tenda dopo tenda, nascondiglio dopo nascondiglio, le acrobazie degli artisti vengono spinte via, oscurate e tagliate a metà. Per gli altri, forse, questi corpi sono da nascondere, da non vedere.

Poi un errore comico rompe il rincorrersi di tende e teloni: per sbaglio ne viene giù uno. Increduli che non sia esploso il mondo, la scena inizia a rianimarsi pian piano, in un crescendo di complicità ed abilità motoria. Gli artisti rimasti nudi iniziano ad esplorare il palco senza schermi, ritrovandosi a dover imparare nuovamente a camminare, arrampicarsi, saltare, strisciare come se fosse la prima volta. L’emozione pervade la scena e diventa la forza locomotrice dei movimenti dei protagonisti. Più imparano a muoversi, più riescono ad appropriarsi del palco, insieme, per mano, con il sorriso negli occhi e sul viso.

Il gran finale è un’esplosione di acrobazie, volteggi in aria, salti arditi ed evoluzioni di gruppo. L’ultimo sipario viene svelato e i nostri artisti, felici, consci di sé e delle proprie capacità, sono ben contenti di tornarvi dietro, questa volta lasciandosi dietro uno spiraglio di luce e speranza.

Questo è stato dunque uno spettacolo che non ha raccontato una sfida generazionale tra corpi danzanti, bensì la storia dei singoli artisti di fronte ad una società irrefrenabile alla continua ricerca di una irraggiungibile perfezione fisica. Gli acrobati agé dovrebbero stare confinati nelle pieghe di questo spazio, nell’ombra, nascosti e schermati da infiniti veli, emarginati. Ma la passione per l’arte non può essere confinata né dall’età né dagli inutili canoni estetici che la società stessa si impone, autolimitandosi e rendendo sempre più costretto lo spazio scenico della danza.

Un inno alla libertà e ad una ritrovata fiducia in sé stessi, all’amicizia, alla complicità ed al fare arte insieme per il solo piacere di inseguire i propri sogni e passioni, fino a quando lo si voglia fare.

Di Piet Van Dycke. Con Winfried Deuling, Astrid Schöne, Det Rijven, Thorsten Bohle, 
Paul Griffoen
e Johannes Fischer.

“Glorious Bodies” è in replica stasera, sabato 12 aprile, alla Sala Trionfo del Teatro della Tosse.

Tutti i biglietti sono sempre acquistabili online su www.teatrodellatosse.it e su www.happyticket.it 

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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