“Gioia”: una fiaba tragica per il Festival Teatrale dell’Acquedotto

Di il 5 Luglio 2019

PINO SOPRANO (GE) – Nell’ambito del Festival Teatrale dell’Acquedotto andrà in scena questa sera alle 21.30 Gioia, per la prima volta a Genova, spettacolo nato dall’ingegno della regista Livia Gionfrida, anche interprete del proprio lavoro, e portato in scena dalla Compagnia Teatrale Metropopolare. Location dello spettacolo sarà il sagrato della chiesa di San Pietro di Pino Soprano (GE).

«Una storia tragica, raccontata su un palco attraverso anche suggestioni visive e fiabesche, a tratti comiche, che restituisce allo spettatore la testimonianza di vita che arriva dagli ultimi, dai reietti della società, dai dimenticabili». Questo, secondo la regista Livia Gionfrida, è Gioia, lo spettacolo della Compagnia Teatrale Metropopolare che arriva per la prima volta a Genova grazie al Festival Teatrale dell’Acquedotto, giunto quest’anno all’undicesima edizione. «Ho voluto parlare degli abusi in divisa attraverso una storia di amore tra madre e un figlio – racconta –, partendo dalle esperienze che ho raccolto nei tanti anni di lavoro nei carceri. A questo ho aggiunto l’ispirazione letteraria che si intreccia con il tema “pinocchiesco” del figlio che sbaglia, ma che in questo caso non fa in tempo a diventare bambino, incontrando i carabinieri sbagliati».

Il ragazzo protagonista della storia, infatti, è la “testa di legno” che intraprende una brutta strada, una strada sbaglia, per seguire una grande impresa, che però lo condurrà nelle braccia di un destino ingiusto e paradossale: «Sul palco c’è anche molto gioco e molta ironia – spiega Gionfrida –, rendendolo fruibile da una platea di spettatori molto allargata, dagli addetti ai lavori alla “platea di popolo”, che riesce a porsi in ascolto senza gli stereotipi che zavorrano la nostra società». D’altra parte la mission del teatro sociale che accomuna questa produzione con il Teatro dell’Ortica, la compagnia ospitante che da anni a Genova porta avanti un certo tipo di lavoro e impostazione teatrale, sta proprio qui: portare sul palco temi, storie e persone che vivono o hanno vissuto lo stigma sociale, utilizzando la drammaturgia come “cura”, sia per chi recita sia per chi assiste, con la finalità di “curare” anche la società tutta.

Gioia, spettacolo che ha contribuito lo scorso dicembre al riconoscimento per la regista del premio Anct, è forse il punto più estremo di questo lavoro di studio e di testimonianza. Una restituzione di quanto in questi anni è stato raccolto e condiviso. Il palcoscenico sarà il sagrato della chiesa di San Pietro di Pino Soprano, con appuntamento a venerdì 5 luglio, ore 21.30: un contesto particolare che risponde alla missione del Festival dell’Acquedotto, cioè quella di portare il Teatro e i suoi contenuti, nei territori e nei luoghi attraversati dalle persone. Un avvicinarsi alle persone che non può portare altro che “gioia” e acqua al mulino della cultura diffusa e condivisa. 

C.S.

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