Da Cavo presentazione del libro “Addii, Fischi nel buio, Cenni”
Venerdì alle ore 16 presso il Ristorante Cavo (ex Cambi Caffè) in Vico Falamonica 1r verrà presentato il nuovo libro di Silvio Perrella, Addii, Fischi nel buio, Cenni, (Neri Pozza Editore) per il ciclo di incontri Caffè, Poesia, Teatro e Letteratura del Festival dell’Eccellenza Femminile.
Dialogano con Perrella Lauro Magnani, Storico dell’Arte, Silvana Zanovello, Giornalista e critico teatrale, Consuelo Barilari, Direttrice del FEF. L’attore Marco Avogadro leggerà alcuni estratti e brani degli autori trattati.
Il testo è un viaggio dovuto e necessario nella storia letteraria del Novecento in compagnia della generazione degli “antenati”, come l’autore definisce gli scrittori nati tra le due guerre mondiali, tra cui Calvino, Parise, Pasolini, Anna Maria Portese, La Capria, “perché – ha dichiarato Perrella – è stato proprio grazie a quel circolo invisibile, eppure così unito, di grandi intellettuali nati negli anni venti, che il nostro Paese ha saputo abbattere i muri del fascismo ed ha posto le basi per la libertà scritta nelle pagine della Costituzione.”
In un’epoca in cui la comunicazione era limitata ai mezzi tradizionali, i protagonisti di quella straordinaria stagione della letteratura italiana hanno continuato a scriversi, incontrarsi, pungolarsi dalle pagine delle riviste e a trovare punti anche materiali d’incontro, dando vita a straordinarie koinè intellettuali delle quali è di fondamentale importanza trasmettere la lezione e l’esempio.
Le pagine di questo libro sono state scritte precisamente perché all’orecchio dei figli, e dei figli dei figli, risuonino ancora gli addii, i fischi nel buio e i cenni della generazione degli antenati. I cenni di Calvino che «vuol leggere il mondo non scritto»; di Parise che «prova a leggere la vita cosí com’è»; di Pasolini che «legge la mutazione antropologica degli italiani»; di Anna Maria Ortese che «legge il “corpo celeste”»; di La Capria che «legge se stesso come se fosse un altro». Emblemi di un mondo che sembra lontano, ma che, senza la sua conoscenza, può trasformarsi in «una pagina bianca deserta di segni significativi, una pagina illeggibile e triste».
I saggi contenuti in questo volume sono stati scritti nel corso di trenta anni. Da qui la tripartizione dell’indice: Anni Ottanta, Anni Novanta, Nel Duemila.
Vengono alla luce nella parte terminale del Novecento, ma sono rivolti anche al tempo precedente. In questo senso costituiscono un viaggio all’interno della storia letteraria del Novecento in compagnia della generazione di scrittori che viene qui indicata come la generazione dei nostri antenati.
La voce degli antenati, è noto, può continuare a parlarci oppure essere ignorata, e consegnata a un tempo ritenuto irrimediabilmente passato. Nati tra le due guerre mondiali, a volte nello stesso anno in cui nacque il fascismo, gli scrittori che appartengono alla generazione degli antenati «ebbero – come scrive Silvio Perrella nell’introduzione – la possibilità di essere giovani donne e uomini in un momento in cui l’Italia da monarchica diventava repubblicana e sembrava lasciarsi alle spalle il retaggio del precedente regime. Chi in un modo chi in un altro contribuí, sia pure indirettamente, a scrivere la Costituzione, che ancora oggi è considerata una delle poche leggi italiane che non siano dettate dai soliti e italici azzeccagarbugli».
Perciò rappresentano «per ragioni insieme storiche e anagrafiche l’ultima generazione dei padri e delle madri. Quelle che vennero dopo, distanziate anche di pochissimi anni, furono invece le generazioni dei figli. Figli e figli dei figli».
Le pagine di questo libro sono state scritte precisamente perché all’orecchio dei figli, e dei figli dei figli, risuonino ancora gli addii, i fischi nel buio e i cenni della generazione degli antenati. I cenni di Calvino che «vuol leggere il mondo non scritto»; di Parise che «prova a leggere la vita cosí com’è»; di Pasolini che «legge la mutazione antropologica degli italiani»; di Anna Maria Ortese che «legge il “corpo celeste”»; di La Capria che «legge se stesso come se fosse un altro». Emblemi di un mondo che sembra lontano, ma che, senza la sua conoscenza, può trasformarsi in «una pagina bianca deserta di segni significativi, una pagina illeggibile e triste».
Silvio Perrella è nato a Palermo nel 1959. Da molti anni vive a Napoli. Tra i suoi libri ricordiamo Calvino (Laterza, 1999), In fondo al mondo (Mesogea, 2014) e Doppio scatto (Bompiani, 2015). L’aleph di Napoli, L’alfabeto del mare e Le ombre della Gaiola (ilfilodipartenope, 2013-2015) compongono la “trilogia degli amanti di città”. Ha curato e introdotto il Meridiano Mondadori dedicato a Raffaele La Capria. Collabora con Il Mattino. Con Neri Pozza ha pubblicato Giúnapoli, nel 2006, e Fino a Salgareda, nel 2015.
L’ingresso è libero.
Si prega comunque di prenotare via mail all’indirizzo segreteria@eccellenzalfemminile.it o telefonicamente al numero 010.8540845.
Le prime 40 persone prenotate avranno diritto ad un caffè omaggio con un buono che potranno ritirare direttamente all’incontro.
Su Redazione
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