Coronavirus, il 22 giugno riaprono i Cup liguri

Di il 10 Giugno 2020

GENOVA – Insieme alle altre attività sanitarie si apprestano ad aprire, dal 22 giugno, anche tutti i Cup della Regione. Visto il trend positivo e il calo dei pazienti ospedalizzati, la sanità ligure si avvicina a una riapertura generalizzata. Sarà dunque possibile tornare a prenotare prestazioni e visite, mentre le aziende sanitarie stanno provvedendo a smaltire gli appuntamenti registrati fino all’8 marzo.

«In vista della riapertura del Cup – ha detto il vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale – abbiamo dato mandato alle aziende di fare monitoraggio sulle agende per capire a che punto è lo smaltimento delle visite già prenotate fino all’otto marzo. Alcune hanno già smaltito tutto l’arretrato e quindi sono capaci, per alcuni tipi di prestazioni e di visite, di aprire immediatamente l’agenda per inserire nuove prenotazioni. Altre sono in difficoltà o stanno finendo le visite prenotate e sospese. I cittadini verranno informati dettagliatamente, e in modo chiaro e trasparente, sulle opportunità di prenotazione, ma è chiaro che bisogna iniziare. Si comincerà naturalmente con la giusta gradualità, dato che per le regole di sicurezza i tempi di svolgimento delle visite sono cambiati. Chiederemo di aprire anche il sabato. Parallelamente agli ambulatori verrà riaperta anche la libera professione».

Nella lunga riunione di ieri con i direttori generali, i vertici di Alisa, e Liguria Digitale si è affrontato anche il problema della pianificazione in vista dell’autunno: «In previsione di una ripresa del picco emergenziale ci stiamo attrezzando anche in base a quanto chiedono i provvedimenti governativi: il Decreto Rilancio pone alcune scadenze e chiede la redazione del piano ospedaliero – spiega Viale -. Siamo a buon punto: abbiamo ricevuto i contributi da tutte le aziende e lo stiamo completando. Avremo la conferma dell’assetto della nostra rete ospedaliera e della capacità di riattivare in pochissimo tempo i posti letto dedicati al Covid. Altra importante conferma per il nostro sistema sanitario è la rilevanza che il Decreto rilancio dà all’area territoriale nella pianificazione della risposta all’emergenza: è stato il cuore della nostra riforma sanitaria, l’infermiere di famiglia è una figura nota al nostro sistema e siamo tra le poche regioni ad aver istituito il master universitario per infermiere di famiglia. Stiamo lavorando su solide basi».

C.S.

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