BUS DI NUOVO FERMI, PROSEGUE LA PROTESTA

Di il 21 Novembre 2013

Terzo giorno consecutivo di protesta da parte dei dipendenti dell’azienda municipalizzata, a cui si sono aggiunti anche i lavoratori di Aster (manutenzioni) e Amiu (rifiuti). Previsto un corteo in mattinata che si dirigerà verso Palazzo Tursi. Pesanti le ripercussioni per il traffico veicolare

I manifestanti davanti a Palazzo TursiProsegue per il terzo giorno consecutivo l’astensionismo dal lavoro dei dipendenti Amt, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale. Anche per oggi dunque niente autobus in tutta la città con probabili ennesime ripercussioni per il traffico veicolare. Alla protesta si uniranno in mattinata anche i dipendenti di Aster (manutenzioni) e Amiu (rifiuti), altre due aziende municipalizzate, che parteciparanno ad un corteo che marcerà per le vie del centro per poi dirigersi verso Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova.

Il lungo serpentone partirà da piazza De Ferrari, davanti al palazzo della Regione, per poi percorrere via XXV Aprile e dirigersi verso via Garibaldi. Dunque, nonostante gli appelli del sindaco, arrivati ieri in serata via Twitter, che invitava i lavoratori a riprendere subito il servizio pubblico, i dipendenti Amt proseguono nella loro linea dura per scongiurare l’ipotesi privatizzazione. «Trovo gravissimo che, in violazione della legge che disciplina gli scioperi nel settore pubblico, venga interrotto il servizio colpendo l’utenza», aveva twittato ieri Marco Doria. «È stato ribadito che Amt rimane un’azienda del Comune ed è stato ribadito che, proprio per questo, non possiamo permetterci che l’impresa fallisca. Non si può evitare il fallimento semplicemente coprendo le perdite dell’azienda, che riceve contributi pubblici importanti e deve mantenere il bilancio in equilibrio per tutelare il servizio e i posti di lavoro».

La replica dei dipendenti delle aziende munucipalizzate è stata netta. Nessun sacrificio e «se il sindaco Doria e il presidente della Regione non si siedono al tavolo delle trattative con proposte concrete, si va avanti a oltranza con lo sciopero», ha poi aggiunto il segretario della Faisa-Cisal, Andrea Gatto. E ora il rischio che i dipendenti Amt debbano incorrere in una molta di 700 euro, per ogni giorno di astensione dal lavoro, diventa sempre più alto.

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