ANDY WARHOL SUL COMÒ TRASFORMA VILLA CROCE

Di il 2 Aprile 2015

Inaugurata l’esposizione che mostra al pubblico per la prima volta le opere della collezione Rosetta Barabino

Di Chiara Gaddi

Rolando BarabinoCinquant’anni di avanguardie. Più di ottanta opere e quasi altrettanti artisti. Sono questi i numeri di “Andy Warhol sul comò”, la nuova mostra allestita fino al 5 luglio al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce. Nelle sale neoclassiche il pubblico potrà ammirare, per la prima volta, una selezione delle opere provenienti dalla collezione privata di Rosetta Barabino e dei suoi figli. Frutto di una ricerca visionaria iniziata a Genova negli anni Sessanta e proseguita fino ai nostri giorni, restituisce alla città l’immagine di un centro del collezionismo illuminato, segnando tappe importanti nella storia dell’arte contemporanea.

I lavori, scelti in base alla loro rilevanza storico-artistica, raccontano le vicende delle sperimentazioni internazionali che hanno trasformato il modo di pensare l’arte, dando spazio a tutti i mezzi espressivi, dalla scultura alla pittura, dalla fotografia alle installazioni. Dan Flavin, Andy Warhol, Gordon Matta-Clark, Joseph Beuys e Robert Rauschenberg sono solo alcuni degli artisti in mostra, scelti con lungimiranza da Rosetta Barabino, veicolati da alcune delle più importanti gallerie d’arte italiane.

Per esporre tutte le opere, nate e vissute in un ambiente domestico, Villa Croce ha scelto di dismettere le vesti di museo per tornare a essere una dimora privata, allestendo un ambiente moderno e sofisticato. Sarà facile, in questo modo, che il visitatore abbia l’impressione di essersi intrufolato in una casa lasciata distrattamente aperta dai proprietari, trovandosi a passeggiare tra la stanza della TV (dove non poteva mancare una video installazione di Bill Viola), la cucina e la camera dei bambini. Una scelta per nulla casuale, che dimostra come l’arte possa diventare un’ispirazione quotidiana per immaginare il futuro e non dev’essere per forza pensata dietro le porte di un museo. Così l’arte pop, minimal, land e concettuale non è fine a se stessa e rappresenta, per Rosetta Barabino, il tessuto dove costruire il rapporto con i figli, investire per il loro futuro e trarre gli spunti per la ricerca dell’ordine e del rigore dal quale ripartire.

La mostra, realizzata in collaborazione con Civita, sarà aperta al pubblico fino al 5 luglio, da martedì a domenica, dalle 11 alle 19.

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