Alloisio racconta la storia della sua famiglia partigiana

Di il 22 Gennaio 2018

VARAZZE (SV) – In occasione del Giorno della Memoria, venerdì 26 gennaio alle ore 21 al Teatro Don Bosco la città di Varazze presenta Gian Piero Alloisio in “Luigi è stanco”.

 

Lo spettacolo è la storia di una famiglia partigiana tra Genova e il Po per raccontare con linguaggi nuovi il Giorno della Memoria e la Resistenza.

 

“Luigi è stanco” racconta con la musica e il teatro storie di persone che, nella loro epoca, hanno praticato la resistenza al male imparando la solidarietà fra giovani di varie nazioni e culture, il senso di responsabilità degli adulti e dei capi e il rispetto della donna e l’autonomia femminile. Quei comportamenti, allora necessari alla lotta partigiana, oggi costituiscono un antidoto al rinascente machismo, all’omofobia, al bullismo, alla xenofobia e alla discriminazione etnica e religiosa.

 

In “Luigi è stanco” Alloisio mette in scena le vicende del nonno Giovanni, nome di battaglia “Luigi”, e della sua famiglia. «Ma non è solo il nome del nonno – ci spiegano gli organizzatori – “Luigi è stanco” infatti è la frase in codice che gli alleati ripetevano da Radio Londra per indicare che ci sarebbero stati lanci dagli aerei per le formazioni partigiane dell’alessandrino». Le storie raccontate nello spettacolo sono varie e avvincenti e coinvolgono non solo la famiglia del padre Sergio, partigiano di giustizia e libertà, ma anche quella, genovese, della madre Ivana, staffetta tredicenne delle Brigate Garibaldi e figlia di Pietro Comaschi, del Corpo Volontari della Libertà di Genova, operaio della Ansaldo San Giorgio di Sestri Ponente.

 

«Uno spettacolo in cui – ci spiega il sindaco di Varazze Alessandro Bozzano – testimonianze e ricordi prendono voce lasciando spazio alla storia, raccontata attraverso narrazione e musica: un momento di confronto e riflessione per raccontare il passato, seminare conoscenza, tenere viva la “memoria” attraverso la condivisione e fornire strumenti anche alle future generazioni affinché ricordino il dramma che l’Europa ha vissuto, continuando a creare consapevolezza e senso critico nella coscienza collettiva».

 

(C.S.)

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