ALESSANDRO MAGNASCO, DOPO L’OBLIO IL SUCCESSO DI UN PITTORE ANTICONFORMISTA

Di il 26 Febbraio 2016

Fino al 5 giugno Palazzo Bianco ospita una grande mostra presentata in anteprima a Parigi sull’artista che conquistò Firenze e Milano tra Seicento e Settecento. In esposizione per la prima volta più di venti opere provenienti da musei e collezioni private.

Di Chiara Gaddi

Genova. L’omaggio di una città a un artista ingiustamente dimenticato. Una mostra, in una delle gallerie più belle, al piano nobile di Palazzo Bianco. È “Alessandro Magnasco (1667-1745) – Gli anni della maturità di un pittore anticonformista”, esposizione curata da Fausta Franchini Guelfi e aperta al pubblico da oggi fino al prossimo 5 giugno. La mostra, presentata a Parigi nel novembre 2015 presso la Galerie Canesso, raccoglie le ventun opere già esposte più due tele provenienti dal Louvre e dal Palazzo Reale di Pisa e offre una visione generale sulla produzione più matura del pittore genovese. L’allestimento è stato realizzato grazie alla collaborazione con la galleria parigina, ai prestiti di collezionisti privati e di alcuni musei statali, che hanno permesso, tra l’altro, di ricomporre due coppie di opere en pendant, fino ad oggi divise per motivi di collezionismo. Nella prima delle tre sale sono infatti visibili per la prima volta, una accanto all’altra, le due tele gemelle “Offerta a Plutone” e “Funerale ebraico”, provenienti rispettivamente da una collezione privata e dal Museo del Louvre.
“Tutte le opere sono caratterizzate da un’altissima qualità e sono state scelte in modo da presentare tutte le tematiche affrontate dal Magnasco – spiega la curatrice Fausta Franchini Guelfi, una delle massime esperte e studiosa dell’artista – Si è parlato di un carattere anticonformista, come abbiamo voluto evidenziare nel titolo della mostra, perché è evidente come le scelte stilistiche siano molto lontane dal gusto dell’epoca, di chiara impronta Barocca e Roccocò. In Magnasco mancano totalmente i caratteri distintivi dei due stili e alla luce e alla gioia di vivere sostituisce la tenebra e il colore livido, negando qualsiasi piacere visivo”.

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Paesaggista e ritrattista presso i grandi committenti milanesi e fiorentini tra Seicento e Settecento, è stato riscoperto soltanto nel secolo scorso, dopo un lungo periodo di oblio.
“Questa è una grande occasione per i genovesi e per i turisti di conoscere l’opera di un grande pittore, di cui i Musei di Strada Nuova posseggono la più grande collezione al mondo – commenta l’assessore alla Cultura Carla Sibilla – l’offerta dei Musei genovesi continua ad arricchirsi, grazie anche alla capacità di collaborare con i privati e non solo”. Le collezioni civiche genovesi concorrono all’esposizione con quattro opere, tre le quali “Il pittore pitocco” (Museo Giannino Luxoro) e il celeberrimo “Trattenimento in un giardino di Albaro”, considerato il capolavoro assoluto dell’artista.
L’allestimento è curato da Pier Luigi Pizzi, scenografo e regista apprezzato e conosciuto a livello internazionale per le messe in scena di mostre quali “Seicento”, al Grand Palais di Parigi e “Magnificenza dei Medici” a Palazzo Pitti, Firenze.

L’esposizione è aperta a Palazzo Bianco – Musei di Strada Nuova dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.30, sabato e domenica dalle 9.30 alle 18.30. Il biglietto, che comprende la visita a Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Tursi è in vendita presso la biglietteria di via Garibaldi al prezzo di 9 euro (intero) e 7 euro (ridotto ultra 65enni e convenzioni). Biglietto cumulativo con Palazzo Meridiana per la mostra “Uomini e Dei . Il ‘600 genovese dei collezionisti” in vendita a 10 euro.

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