Al Teatro dell’Ortica un “Canto d’amore alla follia”, un viaggio nelle forme e i valori della mente umana

Di il 13 Marzo 2025

GENOVA – Sabato 15 e domenica 16 marzo al Teatro dell’Ortica va in scena lo spettacolo “Canto d’amore alla follia” di Animali Celesti Teatro d’arte civile. L’intento dell’opera è quello di trasmettere agli spettatori forme e valori dell’alterità, appresi attraverso esperienze personali e un profondo contatto umano e professionale con la follia, sviluppato grazie ad anni di conduzione di laboratori teatrali rivolti a persone che presentano gravi disturbi psichiatrici. 

Sul palco Francesca Mainetti Alessandro Garzella, autore e regista dello spettacolo, porteranno i vissuti e i paradossi di “esistenze particolari”, per evocare la parte sana della follia “cha abita in tutti noi”, grazie al bagaglio di esperienze coltivato in anni di lavoro in contesti di marginalità e disagio, con particolare riferimento ai disturbi mentali. La drammaturgia dell’opera nasce proprio da qui, dai vissuti degli attori anche in relazione ai racconti delle persone incontrate in questi anni tra centri diurni, comunità terapeutiche, case famiglia.

In scena due figure ossessionate da subbugli visionari, caricature di sofferenza e inconsapevole ilarità. Una coppia paradossale, forse coatta, per l’assurdità delle manie che l’imprigiona. Due figure perseguitate da continui turbamenti e scarti d’umore. A partire dal fastidio e dal piacere erotico e carnale che si danno. Corpi e parole in bilico tra volgarità e poesia, estasi e ripugnanza. Forse una coppia di fuoriusciti da qualche luogo di cura, o da uno dei tanti zoo nascosti nelle periferie umane di questo mondo. 

“Lui: storpio e invasato, guerriero di battaglie perse, irriverente e solo. Lei: forse badante di mercimoni, vecchia Lolita decaduta nell’accudire disperazioni altrui, oppure dea, vocata alla grazia più pura del donarsi – raccontano gli autori – Entrambi prede di fobie oniriche e perverse, forse perché costretti a esorcizzare lo sciacallaggio del dolore, seguendo le orme di quell’alterità che così tanto spaventa tutti e attrae. Storie evocate con accenni, con crudezza e pudore, per la violenza che contengono. O forse perché i protagonisti di quest’opera, provocatoriamente, mettono in discussione la cosiddetta normalità dei più. Il senso del giusto e dello sbagliato. I significati di saggezza e stupidità, lo stesso principio di realtà e di sogno. 

E forse saranno proprio queste due strampalate figure, col canto dei loro corpi, con l’ostinato amore del loro sogno, con la saggezza della loro follia, a farci ritrovare il profumo che c’è nell’esistenza di tutti noi. Imparando che la vita va inventata, quasi ogni giorno. Fin dove amore lotta e ti rivolta. Tra il circo e il melodramma.

C.S.

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