AL TEATRO DELLA CORTE IL GRANDE AFFRESCO SU NAPOLI

Di il 21 Febbraio 2015

Toni e Peppe Servillo fanno rivivere la tradizione attraverso poesie e canzoni

di Chiara Gaddi

La parola canta e accenna piccoli passi di danza, catturata dal vortice dell’esuberanza napoletana. I fratelli Servillo, reduci dal successo internazionale de “Le voci di dentro”, hanno scelto Genova per ripartire con un nuovo spettacolo. Nato da un esperimento del 2013 al Festival della mente di Sarzana, “La parola canta” è un riuscito collage di musica e teatro, fatto di citazioni e rimandi alle massime espressioni della letteratura partenopea. Sul palco, ad affiancarli in questo omaggio, ci sono i “Solis String Quartet”, quartetto d’archi che mescola jazz e pop, folk e canzone popolare. Solo apparentemente rinchiusi nell’ingessatura della musica da camera, i “Solis String Quartet” straripano con percussioni improvvisate, catapultando lo spettatore nel chiacchiericcio dei vicoli napoletani. Città fatta di vizi e pregi, genuina e sanguigna, fà da sfondo alla vicenda sfortunata di Vincenzo De Pretore, personaggio mariuolo del repertorio eduardiano, magistralmente raccontata da Toni. E poi “Litoranea”, poesia di Enzo Moscato sulle note di “Guapparia” di Bovio-Falco, il duetto “Dove sta Zazà”, “Napocalisse” di Mimmo Borelli, recitata quasi senza prendere fiato, in una sola tirata.

Peppe Servillo Toni Servilllo PIETRO COCCIALa parola canta è sì una dichiarazione d’amore, ma anche una lezione sull’importanza del legame con la terra e le proprie radici, in un tempo in cui risulta più facile piantarle altrove. Così il dialetto napoletano non è ostacolo, ma veicolo trainante di una cultura viva e espressione genuina della civiltà. “La parola canta” andrà in scena stasera al Teatro della Corte alle ore 20.30, domani alle ore 16.

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