Al Galata arriva “Correnti di mare”, mostra della pittrice Giusi Catenuto

Di il 4 Maggio 2016

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La mostra “Correnti di mare”, della pittrice Giusi Catenuto curata da Mara Campaner, sarà visitabile presso la Saletta dell’Arte del Galata Museo del Mare, dal 5 al 27 Maggio 2016. Inaugurazione giovedì 5 maggio, ore 18.00, Auditorium e Saletta dell’Arte ad ingresso libero. A presentazione della mostra, una conferenza con Enrico Cirone, giornalista e Claudio Papini, scrittore. Parteciperanno Maria Paola Profumo, presidente del Mu.MA e Anna Dentoni, segretario generale dell’Associazione Promotori.

Nel percorso della mostra lo spettatore si lascerà coinvolgere e trasportare dalla corrente di carte acquerellate, carte acriliche e tele di juta nel fondo del mare. I materiali utilizzati sono tutti naturali, la juta dona alle opere dei riflessi lucenti e dorati, tanto da essere chiamata fibra d’oro; la carta indiana rende le opere uniche proprio per la caratteristica di essere fatta a mano.

Cate Nuto vive e lavora a Genova. Artista e docente di filosofia, unisce due linguaggi e due passioni, le arti visive e l’estetica.

Il blu, come scrive Goethe “…una superficie blu sembra allontanarsi da noi… ci trascina al suo seguito” e il rosso, come scrive Portmann “…é la musica degli occhi … ma non è un’esperienza esclusivamente visiva, ma qualcosa di più simile a un bagno, ad un’immersione”.
Il mare e la vita legano tra loro tutte le opere con movimenti ondulatori, circolari e serpeggianti. Ciascuno di noi è trascinato da questi flussi marini che suggeriscono ricordi, emozioni e suggestioni, dando delle cadenze ritmiche e dei toni musicali. La leggerezza, la vivacità e la gioiosità degli oggetti marini, conchiglie, coralli e pesciolini ci lasciano una sinfonia di imprevedibili incontri nel mare.

Il rapporto che intercorre fra l’artista e la natura marina è amoroso e trasfigurante, ma anche di sfida ai mezzi tradizionali della rappresentazione. Gli impasti manipolati dalla pittrice con maestria, alimentano un processo compositivo che deforma l’identità figurale, per enunciare l’essenza visiva. Cate Nuto più che per esprimere un bisogno di realtà sceglie di narrare a forti tinte l’immanenza caotica di un eden primigenio sottomarino, in parte incomprensibile, ma esteticamente compiuto secondo l’ordine naturale del creato. In certi casi le superfici figurali possono dilatarsi in momenti che esorbitano oltre i limiti del supporto, in altri si contraggono in coaguli astratti di puro colore; in tutti questi casi prevale comunque l’aspetto emozionale di una ricerca guidata da un’energia compositiva instancabile. E’ comunque costante la tendenza all’apertura ariosa dei corpi anche quando ripresi nelle posture più annidate, alla ricerca di una sorta di solidificazione nel movimento nei suoi attimi più espansivi, che consente un apprezzamento visivo esauriente e penetrante dalle linee di forza che guidano gli atteggiamenti e i gesti. L’aspetto più importante di questi lavori è la dimensione immaginifica e compositiva che diventano una sinfonia di densità liquide, un’esplosione di luce, dove la pastosità del colore suscita l’impressione di imprevedibili trasparenze. Questa pittrice vuole varcare i confini tra figurazione e astrazione, dove la mimesi attua nella narratività del colore, nella sinuosità del segno e in un immaginario che ha tratto forma e sostanza dalle trame del mondo sottomarino.

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