Al cinema Sivori “Palazzina Laf”, opera prima di Michele Riondino che tratta il primo caso di mobbing in Italia

Di il 1 Dicembre 2023

GENOVA – Mercoledì 6 dicembre (ore 21) al cinema Sivori di Genova (salita S. Caterina 54 r.) verrà presentato “Palazzina Laf”, l’opera prima di Michele Riondino che racconta il primo caso di mobbing della storia italiana, avvenuto all’Ilva di Taranto alla fine degli anni Novanta. A parlarne sarà lo stesso Michele Riondino, regista e interprete del film, con Sergio Cofferati, sindacalista e politico, dal 1994 al 2002 segretario della CGIL tra i molti incarichi istituzionali ricoperti. L’incontro è moderato da Francesca Savino del Gruppo Ligure Critici Cinematografici SNCCI. Validi abbonamenti Circuito Top.

“Palazzina Laf” è interpretato da un cast di formazione teatrale in cui figurano anche Elio GermanoVanessa Scalera, Fulvio Pepe, Michele Sinisi. Le musiche sono di Teho Teardo e Diodato. Il personaggio principale è Caterino La Manna (Riondino) che lavora nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto. Nel passaggio dell’azienda dallo Stato al gruppo Riva, i dipendenti scomodi vengono confinati nella Palazzina Laf, un edificio dismesso dove non fanno niente. Lo scopo è obbligarli ad accettare il demansionamento o licenziarsi. Quando Caterino viene avvicinato dal funzionario Giancarlo Basile (Germano) per spiare i colleghi nella Palazzina Laf, accetta pensando che essere pagati per non lavorare sia il paradiso, senza comprendere la manovra né il degrado né l’ingiustizia che questa genera. Così inizia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi. Scoprirà la verità sulla propria pelle. 

La sceneggiatura nasce anche dalla documentazione diretta di Riondino, tarantino di nascita come il musicistaDiodato che ha collaborato al film con la canzone “La mia terra”. «Il film – ha dichiarato il regista – parla di una storia che si svolge nel 1997 perché è importante raccontare l’oggi partendo da ieri. Ho solo trascritto quello che ho studiato e descritto quello che ho letto nella cronaca dell’epoca o nella sentenza che ha poi condannato i vertici dell’azienda. Ho trascritto le testimonianze che i confinati hanno rilasciato al procuratore Franco Sebastio, al sostituto procuratore Alessio Coccioli, quelle della psichiatra Marisa Lieti e dell’avvocato Carlo Petrone. Tutto quello che oggi siamo abituati a conoscere come una storia di ingiustizia ambientale, lo è anche di ingiustizia lavorativo-professionale. E il problema nasce con il ricatto occupazionale».

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C.S.

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