CORONAVIRUS, LA PROTESTA DEI RISTORATORI GENOVESI SI SPOSTA IN PIAZZA

Di il 25 Gennaio 2021

In centocinquanta questa mattina sono scesi in strada per dire no alle chiusure anticipate e invocare aiuti al Governo. L’assessore regionale al Commercio, Andrea Benveduti: “Basta trattarli come untori della pandemia” (foto copertina Ansa)

GENOVA Erano oltre centocinquanta i ristoratori genovesi che questa mattina sono scesi in piazza (De Ferrari) per protestare contro le chiusure anticipate dovute all’emergenza coronavirus. Una protesta spontanea e civile che ha coinvolto decine di titolari di bar e locali che hanno chiesto a gran forza “diritto al lavoro, rispetto delle regole e dignità per tutti”.

Protesta ristoratori 25 gennaio

Sulla crisi che sta colpendo il settore ristorazione è intervenuto anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Commercio, Andrea Benveduti, che si è schierato al fianco della categoria chiedendo aiuti e sostegno al governo.

“Il tessuto produttivo italiano è in ginocchio e nessuno dal governo si è fatto carico di sostenere compiutamente le attività economiche. Ancora una volta non possiamo che associarci alle preoccupazioni delle categorie della ristorazione, vessate da una gestione governativa assurda che somma incomprensibili e schizofreniche chiusure a una politica risarcitoria così inadeguata da risultare offensiva”.

“Dopo ingenti sforzi per adeguarsi alle normative di sicurezza, da noi sostenuti con quasi 20 milioni di euro di contributi a fondo perduto, è stato detto loro di richiudere, per poi riaprire con forti limitazioni – spiega l’assessore – Un continuo stop and go che è, per natura, contrario allo spirito imprenditoriale dei nostri ristoratori, che chiedono una chiara e definita programmazione. Per di più, seppur privi di alcuna evidenza scientifica, li si è tacciati di essere ‘untori della pandemia’, senza tutelarli nella loro dignità di lavoratori. Leggiamo inoltre che, a quasi un anno dall’emergenza Covid, almeno un milione e 200 mila lavoratori non hanno ancora ricevuto l’assegno della cassa integrazione. Un ulteriore danno economico per aziende che si sono fatte carico di anticipare la Cig ai propri dipendenti”.

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