CORONAVIRUS, IL DIRETTORE DI ALISA: “RECORD DI MORTALITÀ IN LIGURIA? DATO NON VERITIERO”

Di il 26 Aprile 2020

Secondo il responsabile del Consiglio regionale per struttura sanitaria la mortalità  va considerata in rapporto alla demografia della popolazione e al periodo di circolazione del virus

GENOVA – «La Liguria ha un rapporto standardizzato di mortalità  inferiore alla Lombardia (+ 212% rispetto alla Liguria) all’Emilia Romagna (+ 47% rispetto alla Liguria) e alle Marche (+ 19%) e sovrapponibile al Piemonte, mentre il Veneto, che ha avuto inizialmente un unico cluster, presenta un rapporto di mortalità  di -54% rispetto alla Liguria: sono questi i dati sulla mortalità. Il dato grezzo deve essere corretto per essere rappresentativo della realtà, con la distribuzione demografica di ciascuna regione». Lo spiega Filippo Ansaldi, direttore della prevenzione e programmazione di Alisa smentendo alcuni dati diffusi attraverso alcuni media.

La mortalità per COVID-19 dipende macroscopicamente da due fattori: la demografia della popolazione, in considerazione dei diversi tassi di mortalità  nelle diverse classi d’età , e il periodo di circolazione del virus, in particolare di circolazione diffusa (in molti report di confronto tra nazioni, ad esempio, il periodo di osservazione parte quando si raggiungono un certo numero di casi o di decessi).

Considerando la demografia e il periodo di circolazione sostenuta del virus, in Liguria si osserva quindi una mortalità  inferiore a quanto rilevato nelle regioni con quadro epidemiologico simile: «Ognuno può leggere i numeri come vuole. Noi li rappresentiamo in modo trasparente e soprattutto con il rigore scientifico che ci è offerto dai nostri esperti ed è rappresentativo della realtà  – commenta Walter Locatelli, commissario di Alisa -. L’epidemiologia non è un’opinione ma una scienza che richiede anni di studio. Del resto, le decisioni e le azioni conseguenti, vengono sempre prese sulla base di dati e contesti rappresentativi, in modo compiuto e coerente».

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