CORONAVIRUS, 16 I CASI RISCONTRATI IN LIGURIA

Di il 27 Febbraio 2020

Intanto il governatore Giovanni Toti non risparmia la stoccata al PD: “Atteggiamento meschino e ignobile da parte di chi ci accusa di ritardi e mancanze nella gestione di questa crisi”

GENOVA. – “Sono 16 i casi positivi di coronavirus in Liguria. Di questi, 15 provengono dal cluster di Alassio mentre uno è il caso già confermato del cittadino di Pignone, nello spezzino. Stiamo aspettando l’esito delle verifiche su ulteriori 3 tamponi, tutti relativi al cosiddetto cluster di Alassio. Questo significa che il caso della Spezia ad ora è isolato, visto che tutti i tamponi effettuati oggi sono risultati negativi. Le persone in sorveglianza attiva sono complessivamente 584. Per quanto riguarda gli ospiti degli alberghi di Alassio, i primi 12 vengono trasferiti stasera per tornare in Lombardia, nelle loro case. Contiamo entro domani sera di riuscire a sgomberare dalle due strutture tutte le persone non residenti”. Così il presidente della Regione Giovanni Toti ha fatto il punto della situazione circa l’emergenza Coronavirus in Liguria.

In merito alle polemiche sollevate da alcuni esponenti del Partito Democratico, il governatore ha risposto che “trovo assurde le dichiarazioni del Pd ligure che ci accusa di ritardi e mancanze nella gestione di questa crisi. Non dico nulla perché ho promesso di non rispondere alle polemiche. Ritengo tuttavia che si tratti di atteggiamenti meschini e ignobili rispetto alla gravità della situazione che stiamo affrontando e alle responsabilità di quel partito a livello nazionale”.

In merito alla gestione dell’emergenza, la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale ha aggiunto che “ci stiamo preoccupando anche di supportare la rete territoriale dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta che ringraziamo per la piena collaborazione. Stiamo lavorando con loro per realizzare una rete formativa che garantisca risposte adeguate ai bisogni emergenti. È un aspetto significativo del lavoro che interessa anche cittadini non coinvolti nell’emergenza coronavirus ma che legittimamente chiedono informazioni e riscontri. Per quanto riguarda gli ospiti in sorveglianza fiduciaria obbligatoria nelle strutture alberghiere ad Alassio, ci siamo confrontati con le altre Regioni per affrontare la situazione nell’interesse della salute pubblica e delle esigenze delle persone interessate”.

In merito al loro trasferimento è intervenuto l’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone. “Abbiamo avuto una lunga  riunione con il Dipartimento nazionale, con le altre Regioni, con i referenti dell’Esercito e con la task force sanitaria. Abbiamo deciso di smontare l’assetto che da ieri abbiamo approntato nei due hotel perché si tratta di gruppi ben individuati e individuabili: un gruppo è di Castiglione D’Adda, uno è piemontese della provincia di Asti, uno composto da 12 persone arrivate dalle province di Pavia e Milano: quest’ultimo gruppo verrà trasferito questa sera a casa propria, preso in carico dal servizio sanitario lombardo. L’obiettivo è trasferire tutti i non residenti entro domani sera, in modo che rimangano nelle due strutture i dipendenti e i proprietari (20 persone complessivamente). Lo facciamo perché avere così tante persone dentro le due strutture non garantisce la loro sicurezza e li espone al contagio”. Nella giornata di domani è previsto il trasferimento del gruppo di Castiglione d’Adda in una struttura dell’Esercito in Liguria mentre il gruppo della provincia di Asti sarà trasferito in una struttura dell’Esercito in Piemonte. “Ovviamente dovranno continuare a rimanere in sorveglianza attiva e in quarantena fiduciaria obbligatoria fino al termine del periodo indicato”. 

Per quanto riguarda le condizioni dei pazienti ricoverati, il professor Matteo Bassetti, responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino ha spiegato che “sono tutti in buone condizioni generali stabili, complessivamente buone. Confermo quindi che si tratta di una infezione gestibile, anche se siamo preparati ad affrontare ogni problematica”. Il professor Filippo Ansaldi, responsabile Prevenzione di Alisa ha infine spiegato che “questo virus può essere contenuto solo aumentando distanza sociale. Per questo è stata effettuata un’indagine epidemiologica complessa, per individuare velocemente casi e loro contatti”.

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