Oscuri risvolti delle passioni femminili, al via il ciclo di incontri al Teatro Carlo Felice

Di il 15 Aprile 2019
Teatro Carlo Felice

GENOVA – La Fondazione Teatro Carlo Felice per la seconda parte della Stagione lirica presenta un nuovo un ciclo di incontri legati alle opere “Tosca”, “Cavalleria Rusticana/Pagliacci” e “Madama Butterfly”.

Si parte giovedì 18 aprile con “Tosca, la passione” per proseguire mercoledì 22 maggio con “Santuzza, la gelosia” e “Nedda, l’infedeltà” e concludere giovedì 6 giugno con “Cio-cio-san, l’attesa”.

I tre incontri si svolgeranno presso l’Auditorium Eugenio Montale alle ore 17.30  con Ospiti a tema per ogni incontro. L’ ingresso è libero sino ad esaurimento posti disponibili.

Questo progetto culturale/scientifico è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Gianna Schelotto,  una delle più note psicologhe italiane contemporanee, giornalista e scrittrice, che con questo suo virgolettato ha voluto offrirci qualche anticipazione di questa nuova iniziativa.

“Si parlerà di donne al Carlo Felice nelle prossime settimane. Non di donne qualunque naturalmente, ma di Tosca, Santuzza, Nedda, Ciociosan, le popolari protagoniste delle opere in cartellone che, grazie all’arte e alla grande musica, si sono stabilmente cristallizzate nella fantasia popolare.

Queste leggendarie signore sono a prima vista diverse tra loro per sorte, appartenenza, carattere: in Tosca commuove la passione, in Santuzza l’implacabile gelosia, Nedda muore di infedeltà e  Cio-cio-san di attesa tradita.

Ma pur nella  diversità, tutte hanno subito un tragico destino perché ciascuna di loro ha vissuto un tipo di amore che amore non è.

Fino all’ultimo respiro queste signore sono abitate dall’idea che amare significhi darsi all’altro senza risparmio di sé e che un rapporto amoroso possa impunemente trasformarsi in delirio o, come si diceva nell’800, in perdizione.

Il numero di donne che nel melodramma “non muoiono nel loro letto” è grande come è grande e creativa la varietà dei modi scelti dagli autori per farle morire. Chi si butta dalle mura del castello, chi si avvelena, chi viene soffocata, chi sgozzata per mano di un grande amore… le più fortunate sembrano Violetta e Mimì che muoiono di tisi.

Ma, si dirà, senza amore e morte che melodramma sarebbe?

Non è necessario essere accaniti melomani per lasciarsi coinvolgere dalle arie più famose o per commuoversi sui tragici destini  dei protagonisti; il melodramma si è via via impadronito dell’immaginario collettivo di tutto il mondo.

Ma si tratta di storie e personaggi nati in tempi nei quali le donne erano ritenute più natura che cultura e come tali portatrici di oscure minacce.

Per questo gli uomini che le ritenevano un proprio possesso, dovevano dominarle e controllarle e se necessario castigarle.

Noi credevamo che certi amori femminili, eternamente infelici, fossero testimonianza del passato ma a leggere le cronache di oggi nasce il sospetto che qualche traccia di essi percorra ancora, insidiosa e sommersa, la vita delle donne di oggi.

A leggere le cronache recenti sembra che ci sia qualcosa di arcaico e inesorabile in certi legami sentimentali che cominciano con l’amore e finiscono con la morte.”

C.S.

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