“Tango del calcio di rigore” con il trio Marcorè, Dighero e Naddeo: la parte buia del calcio in 90 minuti

Di il 25 Febbraio 2019
Bepi Caroli

GENOVA – Il calcio è diventato o forse è sempre stato uno strumento della politica. È questo il tema che percorre “Tango del calcio di rigore”, lo spettacolo scritto e diretto da Giorgio Gallione e interpretato da Neri Marcorè, Ugo Dighero, Rosanna Naddeo insieme ai giovanissimi Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto, che ha debuttato al Teatro Gustavo Modena di Genova Sampierdarena lo scorso 16 febbraio e che rimarrà in scena fino al 10 marzo.

Cinque attori e una scenografia minimale ma di grande effetto scenico rivivono tra storia e leggenda alcuni dei momenti più bui della storia del calcio mondiale. Una denuncia sociale e politica ben resa sul palco in quegli ormai famosi 90 minuti di gioco.

 A legare tutte le narrazioni la consapevolezza che lo sport più famoso del mondo non è più solo uno sport ma un’occasione per statisti, dittatori, uomini di forza e di guerra di consolidare il loro potere e di mostrarlo al mondo tramite undici persone su un campo d’erba.

Gli intrecci

Foto di Bepi Caroli

Si parte dal Mondiale di Calcio svoltosi in Argentina nel 1978. In quegli anni alla guida del Paese c’è Jorge Rafael Videla, generale militare giunto al potere grazie al colpo di Stato ai danni di Isabelita Peron. Videla non mancò di sfruttare a favore del regime la propaganda del Mondiale visto come l’occasione di affermare il potere della dittatura sul paese. Ma mentre negli stadi si festeggia e giungono in Argentina tifosi da tutte le parti del mondo, nelle retrovie del Paese si consuma la piaga dei desaparecidos, i contestatori politici misteriosamente scomparsi in tutto il Sud America durante la seconda metà del Novecento i cui corpi, dopo aver subito torture di ogni tipo, venivano lanciati dagli aerei nelle profondità dell’oceano. Pochi nel mondo si rendono conto di quello che succede, tra questi le madri dei giovani scomparsi che in Plaza de Mayo chiedono verità e giustizia e pochi associazionisti in Europa che chiedono il boicottaggio del Campionato. Nessuno verrà ascoltato e quell’anno l’Argentina vincerà, non senza polemiche e contestazione, contro i Paesi Bassi.

 

 

A questa pagina buia del calcio si aggiungono le storie di Alvaro Ortega, l’arbitro colombiano ucciso dai trafficanti di droga per un calcio annullato, il capitano del Cile Francisco Valdes che chiede perdono allo scomparso poeta Pablo Neruda per aver segnato quel gol a porta vuota sotto il regime di Pinochet, la “guerra del football”, combattuta nel 1969 tra Salvador e Honduras.

Tutte le storie raccontate da Neri Marcorè che interpreta un bambino appassionato di calcio ormai cresciuto a cui, per citarlo, hanno rubato l’infanzia.

Lo spettacolo

Foto di Bepi Caroli

Il talento di attori ormai affermati come Neri Marcorè, di casa al Teatro Modena, Ugo Dighero e Rosanna Naddeo si conferma in “Tango del calcio di rigore”. Con soli tavoli e sedie i tre artisti, insieme alle nuove talentuose leve del teatro Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto, inscenano, cantano, danzano e recitano accompagnando lo spettatore tra commedia e tragedia.

 

 

Non mancano le lacrime così come non mancano le risate, ma il tema principale resta e parla a chiara voce. Il gioco calcistico si è trasformato da nobile passatempo a strumento in mano dei forti per distrarre i deboli dalle ingiustizie. Così come mentre il mondo guarda quel Mondiale del ’78 migliaia di uomini e donne muoiono nell’anonimato.

Grande merito alla regia che grazie alle scene e a i costumi di Guido Fiorato e alle luci di Aldo Mantovani, nonché ai brani di Julio Sosa e Astor Piazzolla, arrangiate da Paolo Silvestri, mette in scena uno spettacolo di alta qualità, accessibile a tutti con un messaggio potente.

 

 

“Tango del calcio di rigore” è in scena al Teatro Gustavo Modena di Genova Sampierdarena fino al 10 marzo.

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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