IL TRIONFO DI MAHMOOD A SANREMO 2019

Il ragazzo italoegiziano, nato a Milano nel 1992, si aggiudica il primo posto. Secondo il favorito Ultimo, terzo Il Volo (foto copertina ANSA)

SANREMO (IM) – Mahmood ha vinto il Festival di Sanremo. La sua Soldi ha conquistato il primo posto di questa 69esimo edizione della kermesse, battendo Ultimo che con la sua I tuoi particolari è arrivato secondo mentre Il volo con Musica che resta si sono dovuti accontentare del gradino più basso del podio. Un podio inaspettato, accompagnato dai fischi del pubblico dell’Ariston durante l’annuncio dei posti dal quarto al 24esimo con tanto di cori da stadio al ritmo di «Loredana, Loredana» all’indirizzo ovviamente di Bertè e della sua voce graffiante in Cosa ti aspetti da me.

Chi è il vincitore

Figlio di madre sarda e padre egiziano, Alessandro Mahmoud, com’è noto all’anagrafe, ha incantato l’Ariston con la sua Soldi, una canzone ritmata scritta insieme a Dardust e Charlie Charles, che rimane in testa. Nato a Milano nel 1992, Mahmood è emerso nel 2012 grazie a X Factor, nel 2016 ha partecipato a Sanremo nella sezione Nuove Proposte classificandosi quarto. Oltre che cantante è anche autore. 

Gli ascolti

La serata finale del  Festival è stata seguita in media su Rai Uno da 10 milioni 622 mila telespettatori con il 56.5%. Nel 2018 la finale del primo festival diretto da Claudio Baglioni aveva raccolto una media di 12 milioni 125 mila telespettatori pari al 58.3% di share. Si conferma dunque il trend di ascolti in calo rispetto allo scorso anno (un milione e mezzo di spettatori e circa due punti di share). La finale ha però guadagnato 10 punti percentuali rispetto alla quarta serata del festival, quella dedicata ai duetti.

Guarda le pagelle di GOA:

Raffaele, voto 6

Meglio quando indossa la maschera o mostra il suo volto autentico? Le sue imitazioni sono esercizi di stile ma da presentatrice/spalla evidenzia tutti i suoi limiti (foto ANSA)

Bisio, voto 5

Pochi lampi, zero guizzi. La sua ironia non graffia e sembra abiurare la sua vena comica. Unica nota lieta: il monologo sui sacrifici paterni estrapolato dallo spettacolo teatrale Father & Soon (foto ANSA)

Baglioni, voto 6.5

Anche quest'anno privilegia la scelta artistica (le canzoni) all'intrattenimento. Autoironico ma si muove sul palco come Zed Robot. E quest'anno il partner scelto non lo aiuta (foto ANSA)

D'Angelo e Cori, voto 6

Prendi un'altra generazione a confronto (la seconda del Festival), aggiungi il Nino Nazionale, mettici il rapper di Gomorra. Il risultato è un frullato di soavità e armonia in salsa napoletana (foto ANSA)

Einar, voto 5

Una ventata di leggerezza soffia sul palco dell'Ariston. Ma il testo è debole, non incide (Foto ANSA)

Tatangelo, voto 5.5

Altro giro, altra canzone in attesa della definitiva consacrazione. Il testo non ne valorizza talento artistico e voce (foto ANSA)

Patty Pravo e Briga, voto 4

Come il pane azzimo, la canzone non lievita mai. E il duetto è scollegato, non converge. (foto ANSA)

Negrita, voto 5

Il rock progressivo è passato di moda da un pezzo, i Negrita non cambiano passo e ripropongono un copia ed incolla che riporta agli anni Novanta. (foto ANSA)

Nek, voto 6

La canzone sembra in procinto di decollare ma abortisce al momento di spiccare il volo. Il co-pilota/paroliere Marcoré, nella serata dei duetti, conferisce però spessore al testo (foto ANSA)

Federica Carta e Shade, voto 5

Coppia male assortita e canzone debole. Lei ha solo 20 anni e una voce che lascia il segno. Perché non provare da solista? (foto ANSA)

The Zen Circus, voto 7

Echi di punk risuonano sul palco dell'Ariston. Un inno all'anarchia senza fronzoli, un grido di battaglia ideale senza censure ed omissioni. Con una spruzzata d'amore. Va sentito, se non altro (foto ANSA)

Turci, voto 5.5

Un deja-vù per la cantante romana che tratta sempre temi d'amore con forza e coraggio. Ma sembra un film già visto, ormai sbiadito nel tempo (foto ANSA)

Renga, voto 5.5

Stile e armonia caratterizzano la nuova proposta "sanremese" di Renga. C'è chi ci vede un messaggio sotteso con destinatario Ambra, forse sarebbe meglio dire che è la solita solfa. A quando un testo degno della sua voce? (foto ANSA)

Motta, voto 7

Altro che false ideologie, la canzone di Motta arriva diretta alla domanda che nel Bel Paese ci si pone ogni giorno. Un brano un po' di tutti, riflessivo e profondo. (foto ANSA)

Ex Otago, voto 6.5

Più la senti e più la canteresti. Con il tocco "british" di Savoretti, nella serata dei duetti, il pezzo si completa alla perfezione. Genova alla ribalta (foto ANSA)

Ghemon, voto 6

Tentativo (coraggioso) di parlare di un amore fallito al femminile. Pezzo da tormentone radiofonico assicurato (foto ANSA)

Boomdabash, voto 6.5

La giusta dose di reaggeton somministrata ad un Festival a tratti sottotono. Ritornello e testo sul banale andante ma la ballade, se non altro, rianima l'Ariston. (foto ANSA)

Nigiotti, voto 5

Cantante di talento ma il titolo del brano ha già il sapore di retrò e la canzone, durante il suo sviluppo, non decolla. Occasione persa (foto ANSA)

Achille Lauro, voto 6.5

Il Vasco Rossi 2.0 è sembrato a suo agio sul palco dell'Ariston. Ma la domanda è? C'è o ci fa? Coraggioso e sfrontato (foto ANSA)

Arisa, voto 7

Ritmo e sound con una spruzzata di musical (all'inizio e alla fine). E la ciliegina sulla torta, il duetto con il frontman degli Spandau Ballet nella serata di venerdì. La ricetta funziona (foto ANSA)

Irama - Voto 7

E alla fine spunta Irama. Che sia l'alba di un nuovo astro nascente? Il brano funziona, la melodia è orecchiabile. E poi il testo invita alla riflessione toccando temi che riportano dritti all'attualità. Insomma, un cocktail ben miscelato (foto ANSA)

Silvestri (e Rancore) - Voto 7.5

L'entrata a gamba tesa del cantautore romano sul palco dell'Ariston è di quelle da ricordare. Per la delicatezza dei temi trattati (le prigioni dell'adolescenza nell'era digitale) e per l'appendice di Rancore che sembra azzeccatissima (foto ANSA)

Cristicchi, voto 8

Un poeta/autore o un cantante/paroliere. Cristicchi è un'artista a tutto tondo e, anche nella sua nuova performance, non delude le attese. Testo da leggere, ascoltare e comprendere (foyo ANSA)

Bertè, voto 7

La rinascita di Loredana è partita quest’estate. Il pezzo firmato da Curreri cresce nelle orecchie e anche se è stato scritto per Vasco lei lo veste come se fosse suo. L'ovazione del pubblico dell'Ariston ne celebra la resurrezione.

Il Volo, voto 4.5

"Musica che resta" ma speriamo di scordarla presto. Brano inadatto che ha il sapore della minestra riscaldata. Unica nota positiva: la conversione verso il pop (foto ANSA)

Ultimo, voto 7.5

Ultimo di nome ma secondo di fatto. Il brano c'azzecca, è in perfetto Sanremo style e non si presta a critiche di sorta. Testo un po' leggero, però (foto ANSA).

Mahmood, voto 7

Sfumature pop, R 'n B ed influenze orientali. Con vista sull'occidente. Il cantante milanese di origine egiziane, con il suo brano, è un concentrato di ritmo e sound da tormentone radiofonico. Garantito (foto ANSA).

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