Doppia inaugurazione a Palazzo Stella con gli artisti Liliana Ebalginelli e Maurizio Galimberti

Di il 6 Febbraio 2019
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GENOVA – Doppia inaugurazione sabato 9 febbraio per il centro per la promozione e diffusione delle arti SATURA Palazzo Stella a Genova.

Liliana Ebalginelli “Go and catch the soul of words”

Inaugura alle ore 17 la mostra personale di Liliana Ebalginelli “Go and catch the soul of words” a cura di Lorena Giuranna. La mostra resterà aperta fino al 23 febbraio 2019 con orario dal martedì al venerdì 9.30–13.00/15.00–19.00, il sabato 15.00–19.00.

Un’opera di Liliana Ebalginelli

La mostra presenta alcune opere tratte da “Psiche”, un progetto artistico a cui Liliana Ebalginelli si dedica dal 2005. L’intero lavoro parte da un poemetto visuale, un autoritratto poetico-artistico in forma di monologo: Psiche è inconsapevole fino a quando non trova se stessa in Amore e lì comincia ad esistere. A esistere attraverso la parola poetica, pensata fin dall’origine come un tutt’uno con le forme della realtà. In questo nucleo concettuale va ritrovato l’intenso legame tra parola e immagine, proposto in mostra dall’abbinamento di tavole fotografiche, verbovisuali e libri d’artista. Le tavole fotografiche sono state realizzate per la prima volta nel 2011 e poi ristampate nel 2017 in fine art con dimensioni più raccolte, spingendo il discorso artistico verso una maggiore morbidezza e interiorità.

“Ho consumato gli occhi nel contemplare” si legge nel poemetto, ed è come se le immagini proposte – di una matericità quasi fangosa – provenissero da una visione ‘consunta’ e interiore delle cose e si mostrassero a noi, liberate dal segno grafico della parola, ma mai del tutto dai suoi significati. La mostra presenta anche alcuni dei più recenti libri d’artista di Liliana Ebalginelli. “L’Immateriale” e “Wholly”, assieme a “Liliana ou la poésie, dialogo del poema visivo di Ferruccio Cajani”, in edizione postuma curata da Liliana, sono realizzati con Officina d’Arte Grafica Lucini. “Psiche”, “Autoritratto portatile” e “Ferruccio Cajani, ritratto portatile”, sono legati manualmente da Luca Cisternino in una decina di copie. Il titolo della mostra, citando un verso di Ferruccio Cajani, rende omaggio a questo poeta verbovisuale e al suo sodalizio artistico con Liliana.

Liliana Elbaginelli vive a Milano e opera nel campo della poesia e della poesia visuale sonoro-performativa. Con Ferruccio Cajani  ha  fondato nel 2001 Ulu-Late (www.ulu-late.com) rivista bilingue online di poesia contemporanea. Tra i collaboratori Arrigo Lora Totino e Maurizio Spatola. Tra le mostre personali si ricordano: L’Immateriale (Galleria Derbylius, Milano 2014), Poesia carta inchiostri (Galleria Milano, Milano 2015), L’arte dell’Invisibile (Museo Nuova Era, Bari 2017).

Maurizio Galimberti “aMuse: Francesca Pepe by Maurizio Galimberti”

Le suggestive sale di Palazzo Stella a Genova ospitano da sabato 9 febbraio alle ore 17 la mostra personale di Maurizio Galimberti “aMuse: Francesca Pepe by Maurizio Galimberti” a cura di Flavia Motolese. La mostra resterà aperta fino al 23 febbraio 2019 con orario dal martedì al venerdì 9.30–13.00/15.00–19.00, il sabato 15.00–19.00.

Un’opera di Maurizio Galimberti

Mai come attraverso le opere di Maurizio Galimberti si può comprendere il titolo pirandelliano “Uno, nessuno, centomila”: diventato celebre per i suoi mosaici – composizione di una serie di Polaroid che come tanti tasselli, incollati in una precisa sequenza, restituiscono il soggetto fotografato – l’artista ha trasformato la frammentazione visiva in un’allusione alle sfaccettature della realtà. La perfetta orchestrazione delle singole parti rispecchia l’armonia e il ritmo che l’artista persegue, dotando l’immagine di una profondità di visione che non è data solo dall’esperienza ottica, ma soprattutto dai significati che questa molteplicità di visione innesca. Partendo da questa riflessione sulla complessità di interpretazione di ciò che vediamo, la modella Francesca Pepe ha voluto indagare che cosa si cela oggi dietro l’immagine della donna, offrendosi all’obiettivo fotografico non come semplice soggetto, ma, in uno scambio di ruolo, come loro coautrice, lasciando trapelare fragilità e turbamenti dell’animo femminile.

La scelta di Galimberti di ritrarla spesso vicino alla statua di un angelo rimanda allo stereotipo di una bellezza statica e vuota, e alla tendenza nella società di imporre, tradizionalmente, alla donna l’aspirazione a modelli angelicati. Anche il titolo della mostra aMuse, oltre a indicare come la modella sia la musa ispiratrice del fotografo, allude all’attitudine di un compiacimento ammiccante a cui viene educata la donna.

La figura che si sdoppia diventa, metaforicamente, simbolo della discrepanza che esiste tra l’essere e l’apparire o che costruiamo tra un’esteriorità socialmente accettabile ed irreprensibile e le insicurezze della nostra intimità.

Galimberti fa vibrare l’immagine, creando un’estensione dialettica che suggerisce l’idea del movimento, della mutevolezza e della pluralità di caratteristiche che confluiscono in ognuno. La Polaroid è un modo di vedere, percepire e restituire la realtà nell’unicità irripetibile dell’istante.

C.S.

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